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L'Altopiano di Asiago dice no ai lupi

L'Altopiano di Asiago dice no ai lupi
Scriviamo in merito stato di presenza del lupo (Canis lupus) sul territorio dell’Altopiano dei Sette Comuni (VI) e dei Comuni della Pedemontana Vicentina con territori geograficamente compresi o limitrofi allo stesso (Caltrano, Calvene, Lugo di Vicenza) - di seguito denominati complessivamente “Altopiano” -, dove dal 2015 (anno in cui sono stati avvistati i primi esemplari) ad oggi si è osservata un’evoluzione rapidissima della popolazione del predatore con una crescita consistente del numero di soggetti presenti sul territorio. Vogliamo esprimere la nostra sentita preoccupazione per le condizioni che si prospettano per le prossime stagioni di alpeggio, le quali rischiano di minare un intero sistema socio-economico unico nel suo genere. In particolare…”
 
Comincia così una durissima lettera che più di 2.000 persone dell’Altopiano di Asiago, malgari, associazioni, produttori lattiero-caseari e 1862 cittadini presentatisi spontaneamente, hanno scritto a Regione Veneto, ai sindaci dell’Altopiano e alla Comunità Montane oltre che al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati, a Presidenza del Consiglio e agli organismi dell’Unione Europea.
Oggetto del contendere è la sempre più massiccia dei lupi nelle zone dell’Altopiano di Asiago, e la richiesta dei 2059 sottoscrittori è che vengano avviati piani di contenimento, misure di prevenzione più efficace e un monitoraggio che sia davvero in grado restituire dati credibili, contestando quelli forniti dagli esperti del Progetto Life WolfAlps.
Si chiede che per il lupo vengano individuate zone nelle quali la specie è vocata, e quindi se ne possa tollerare e gestire la presenza, ed altre ove invece sia considerata assolutamente incompatibile con le attività e presenze umane.
I malgari hanno anche minacciata la restituzione di tutti i sistemi di prevenzione forniti da Life Wlfalps con il finanziamento della UE, segnalandone l’assoluta inefficacia, oltre a puntare il dito verso i responsabili del progetto europeo accusati di non divulgare i dati di presenza, o quando ciò avviene farlo in ritardo e in maniera imprecisa.
Altri aspetti di netta criticità sono quelli del crollo della fauna selvatica ungulata, definita  importante risorsa biologica, turistica e paesaggistica, e delle negatività e pericoli concreti rappresentati dai cani da guardiania, rivelatisi poco efficaci per contenere il fenomeno delle predazioni.
Allegata lettera…
 
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