Weidmannsheil 5- 2025
- Pubblicato in Riviste
In questi giorni è stato ratificato l’accordo in seno alla Conferenza Permanente per i rapporti tra Stato e Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sul documento recante “Indicazioni operative in materia di rafforzamento della sorveglianza e riduzione del rischio per talune malattie animali”.
In particolare l’accordo si è incentrato sulle necessarie indicazioni operative per il rafforzamento della sorveglianza e la riduzione del rischio sulla Peste Suina Africana e Influenza Aviaria.
Un passo importante per assicurare un alto livello organizzativo delle azioni di prevenzione e di tempestivo riscontro su infezioni, che potrebbero generare danni ingenti al patrimonio zootecnico e alla fauna selvatica.
Per quanto riguarda la PSA (Peste Suina Africana), sono state individuate le misure strategiche per il Piano di prevenzione del rischio da attuare anche nella nostra realtà regionale, con particolare riferimento al ruolo attivo svolto dai cacciatori sia in termini di sorveglianza segnalazione e controllo dei possibili casi sospetti che per le azioni di riduzione della popolazione di cinghiali.
Su questi importanti aspetti, la Confederazione Cacciatori Toscani anche tramite le proprie associazioni confederate, si sta prodigando per la calendarizzazione di specifici incontri con i cacciatori e con i distretti di gestione, per fornire una adeguata informazione tesa ad aumentare la consapevolezza del rischio e migliorare la preparazione di tutti gli interessati per le eventuali attività da svolgere sul territorio.
La Cabina di Regia delle Associazioni Venatorie Toscane, pur ritenendo opportuno il ripristino degli accordi di reciprocità con Umbria e Lazio, sottolinea con forza che questi debbano essere paritetici e che ci debbano essere gli stessi costi e le stesse opportunità per i cacciatori delle tre regioni.
LETTERA APERTA ALL’ASSESSORE SACCARDI
Accordi di reciprocità. Basta penalizzare i cacciatori toscani
Caro Assessore,
Nonostante le richieste a lei rivolte dalla Cabina di Regia delle Associazioni Toscane, in merito agli accordi di prossima sottoscrizione con le Regioni Umbria e Lazio, registriamo ancora una volta la volontà di non tutelare gli interessi dei cacciatori toscani.
Avevamo indicato al suo Capo Segreteria, Dott. Burresi, la necessità di stipulare accordi che garantissero una vera “reciprocità”, cioè pari condizioni di accesso in ogni Regione firmataria. Dalle bozze di lavoro circolate, appare invece il contrario, si vuole determinare una differenza senza motivo tra i cacciatori toscani e quelli delle regioni confinanti.
Nel merito, i cacciatori umbri e laziali potranno venire in Toscana a cacciare le specie migratorie e la specie cinghiale per un totale di 20 giornate di caccia, mentre i nostri cacciatori invece potranno recarsi in Umbria e nel Lazio solo per la caccia alla migratoria sfruttando gli accordi, ma se volessero cacciare la specie cinghiale, dovranno obbligatoriamente iscriversi ad un ATC umbro o laziale come fuori regione, con costi maggiorati.
Questo tipo di accordi finisce di fatto per definire cacciatori di Serie A e cacciatori di Serie B, anzi, in questo caso i toscani non vanno oltre la categoria della promozione.
Non comprendiamo i motivi di tali scelte esclusivamente politiche, se non per seguire (e non sarebbe la prima volta per la Toscana) suggerimenti di qualche soggetto del vasto mondo venatorio che predilige gli interessi nazionali a quelli locali.
Chiediamo quindi che venga predisposta una nuova delibera che garantisca pari condizioni di accesso a tutti i cacciatori delle regioni interessate dagli accordi.
Le Associazioni componenti la Cabina di Regia delle Associazioni Venatorie Toscane Arci Caccia, Enalcaccia, Italcaccia, Liberacaccia