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Anâ a la chasë. La caccia al selvatico nella tradizione contadina dell'Alta Valle di Susa.

Anâ a la chasë. La caccia al selvatico nella tradizione contadina dell'Alta Valle di Susa.

Esce il Cahier n. 28 dell'Ecomuseo Colombano Romenan:

Anâ a la chasë. La caccia al selvatico nella tradizione contadina dell'Alta Valle di Susa.

Il 3 marzo, nell'ambito degli eventi inseriti nel calendario di Chantar l'uvern 2018, a Salbertrand nella sede dell'Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie si terrà, alle ore 21.00, la presentazione del Cahier n. 28 dell'Ecomuseo Colombano Romean dal titolo Anâ a la chasë. La caccia al selvatico nella tradizione contadina dell'Alta Valle di Susa. Il Cahier scritto da Renato Sibille, con contributi di Roberto Musso e Romano Nuvolone è, secondo Massimo Garavelli, Presidente del Consorzio Forestale Alta Valle Susa, la dimostrazione del prosieguo della fattiva collaborazione tra il Consorzio Forestale e l'Ente Parchi Alpi Cozie. «Il tema proposto è quello della caccia, o meglio – specifica Garavelli – dell'"andare a caccia", espressione che raccoglie maggiormente il senso e lo spirito degli abitanti dell'Alta Dora che hanno praticato questa attività per secoli, direi fino al Secondo Dopoguerra. Si è trattato non solo di un'integrazione del reddito disponibile ma di un vero e proprio interagire con lo spazio che li circondava e ne forgiava il carattere. Ne erano prova l'ammirazione per la fauna locale, in particolare il camoscio, il rispetto per le proprietà private, allora interessate da estese coltivazioni fino alle quote estreme, e della socialità che in molti casi contraddistingueva l'attività venatoria».

Stefano Daverio, Presidente dell'Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie, nota come siano «diventati sempre più importanti il confronto e l’interazione tra le realtà interessate all’attività venatoria, ossia gli Enti Locali, i cacciatori, il mondo ambientalista e quello agricolo, per la costruzione di un processo attento agli effetti ambientali e socioeconomici che le azioni programmate in favore della fauna selvatica e della gestione agro-silvo-pastorale dei terreni possono determinare sul territorio».

Nella prima parte del Cahier vengono raccontati nelle varianti occitane locali, con traduzione in italiano a fronte, aneddoti relativi alla caccia, usanze relative alla vendita e alla concia delle pelli, leggende riguardanti i selvatici e ricette tradizionali con la cacciagione. Troviamo, inoltre, un glossario essenziale dei termini in occitano relativi all'attività venatoria, i nomi dei selvatici nella parlata locale, i proverbi e i toponimi dell'Alta Dora relativi alla caccia e ai selvatici. Un capitolo è dedicato alla letteratura occitana del cacciatore altovalsusino e agli scritti del poeta ulciense Ernest Odiard des Ambrois, appassionato cacciatore di inizio Novecento. La seconda parte del Cahier è dedicata alla storia della caccia nell'Alta Dora e alle vicende riguardanti la scomparsa o il ripopolamento dei selvatici.

Un breve contributo di Roberto Musso riguarda il Comprensorio Alpino di caccia CATO 2, mentre un gustoso intervento di Romano Nuvolone racconta la caccia a Melezet ieri e oggi. Infine, numerose fotografie d'epoca illustrano quest'ultimo prezioso cahier dell'Ecomuseo Colombano Romean che aggiunge un tassello alla memoria altovalsusina.

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