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Aimé Maquignaz: un...cacciatore di libertà!

Aimé Maquignaz: un...cacciatore di libertà!

Questa volta la recensione la voglio scrivere io!

Lo voglio fare perché Aimé Maquignaz l’ho conosciuto personalmente, invitato a Torino alla presentazione del suo libro intitolato “ Il cacciatore di libertà”, e nelle sue pagine, mirabilmente scritte, di caccia se ne parla davvero, pure diffusamente.

Ero incuriosito dal fatto che, visti i contenuti, a pubblicarlo fosse un editore come Mondadori, e per di più con la Società Electa, quella del Gruppo che si occupa di libri d’arte, architettura, fotografia, archeologia, insomma una delle divisioni più innovative, protagonista del dibattito culturale in Italia.

Ma “Il cacciatore di libertà” non è solo un libro di caccia, dunque non pare assimilabile a quel filone venatorio che l’amico Bruno Modugno solitamente definisce “di genere” decretandone la bocciatura, perché prima di tutto è il romanzo autobiografico d’un uomo nato subito dopo l’ultima guerra a Valtournenche, alle pendici del Cervino, e che ha vissuto una vita straordinaria non solo tra la montagne delle sua Valle d’Aosta ma in angoli sperduti del mondo.

Nella vita albergatore, il suo “Punta Maquignaz” di Breuil-Cervinia è una delle migliori strutture della zona, Aimé è stato politico, sindaco per molti anni di Valtournenche sino a diventare vicepresidente del consiglio regionale; da un po’ di anni si dedica con successo alla pittura capace com’è di esprimere il suo grande amore per ambiente e montagna con sapienti pennellate di colore.

Tornando al suo libro, Maquignaz ci racconta della sua ascesa al Cervino, delle guide alpine che hanno fatto la storia della sua conquista, della Battaille des Reines, quei combattimenti che avvengono in Valle d’Aosta tra le mucche più forti, ci parla di alpeggi e riporta alla memoria storie di contrabbandieri e bracconieri.

C’è molta caccia, dal camoscio che in Valle d’Aosta rappresenta la preda più ambita, sino agli orsi giganteschi dello Yukon o della Kamchatka, gli ibex e i maral, i lupi, la capra delle nevi e tanti altri animali, tutti cercati in terre lontane, misteriose, bellissime.

Caccia sì, ma pure la ricerca della spiritualità, del…grande Architetto, di Dio.

Lo scrive lui, e appare nell’ultima di copertina del suo romanzo:

Ho camminato fra le montagne più belle del mondo ammirando paesaggi affascinanti, boschi incantati, fiumi maestosi, ruscelli argentati. E sempre ti ho pensato, sempre mi è parso di vedere la tua orma in quelle meraviglie. Ho assistito a mille tramonti di soli splendenti caduti in mari azzurri, cercandoti fra le onde fluttuanti. Ho visitato paesi e città. Dove sei, Dio dell'Universo? Sei l'Universo stesso e tu sei quello che io vedo? Sei oltre l'Universo, dove si perde l'infinito? O sei forse qui accanto a me?”

Un bel libro dunque, da leggere e gustare sino in fondo, distillando ogni singola pagina per vedere l’azzurro del cielo o il biancore abbacinante della neve, sentire l’aria frizzante dei monti sulla pelle, essere inondati dai profumi e dalle essenze di fiori, pascoli, boschi; respirare…libertà!

"Il cacciatore di libertà" è disponibile in tutte le migliori librerie.

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