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Intorno alla beccaccia. Paolo Pennacchini

Intorno alla beccaccia. Paolo Pennacchini
Intorno alla beccaccia è un piccolo gioiello da leggere senza tirare il fiato. Un libro breve, piacevole e profondo, da cui traspare una grande erudizione. Un testo evocativo che è un bel pezzo di narrativa, ma che al tempo stesso è in grado di insegnare, di fare della buona divulgazione scientifica e di far riflettere.
Certamente l’aretino Paolo Pennacchini con la penna ci sa fare: appassionato d’arte e giornalismo è capace di dipingere con le parole, descrivendo i segreti della sua terra, l’angolo più bello del bosco, con maestria ed efficacia. Quasi poesia. E poi conosce la beccaccia come pochi altri. La conosce da un punto di vista biologico e anche gestionale, proponendo ai molti cacciatori cinofili di oggi un nuovo approccio più tecnico verso questa specie: una caccia moderna basata sulla qualità più che sulla quantità, dove la parola carniere cede il passo alla parola prelievo. Il prelievo consapevole da parte di un cacciatore che è prima di tutto custode e gestore. Una boccata d’aria fresca in un ambiente in cui fin troppo spesso si sentono discorsi che sanno di stantio.
Un cacciatore romantico e serio, Paolo Pennacchini. Uno che sa trattarla veramente la regina dei boschi, come si deve, facendone il simbolo della sua ricerca. E che sa come deve comportarsi un cane per provocare in noi che leggiamo un brivido, appena percettibile quando davanti ai nostri occhi si materializza improvvisamente la ferma inaspettata.
Concludendo con una citazione dell’autore:
La Beccaccia non è una preda, è un soffio di vita. Se ci pensiamo bene, uno dei pochi rimasti.   

 
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