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IL PROGETTO ANASAT

IL PROGETTO ANASAT

Articolo pubblicato su CACCIARE.TV Magazine

 

Quando in un pomeriggio libero dal lavoro, seduto su un ramo di ulivo per la potatura primaverile, mi venne l’idea di provare a fare sugli anatidi quanto si stava facendo per la beccaccia, di certo non mi sarei aspettato che il progetto assumesse le dimensioni che ha assunto ad oggi.

Di Alfonso Lenzoni

Visto l’entusiasmo con cui venne accolta l’idea da parte degli ambienti universitari (e apro qui una parentesi per un ringraziamento particolare al Prof. N.E. Baldaccini, al Dott. Lorenzo Vanni e al Dott. Dimitri Giunchi che non hanno avuto preclusioni a collaborare con il mondo venatorio come molti loro colleghi avrebbero avuto e senza i quali questo progetto sarebbe rimasto una bella utopia) e l’appoggio incondizionato datomi da tutto il consiglio nazionale ACMA, mi buttai alla ricerca dei fondi necessari.
Devo dire che quando iniziai questa “questua”, la mia speranza non andava oltre quella di raccoglier fondi per marcare 3 o 4 soggetti di alzavola, che nel frattempo avevamo scelto come specie target iniziale, visto che il costo complessivo per marcare un singolo animale tra acquisto del trasmettitore, abbonamento al sistema satellitare di trasmissione dei dati e spese logistiche varie si aggirava intorno ai 5000 euro. Il mondo venatorio si dimostrò invece estremamente maturo e lungimirante nel capire l’importanza del progetto e in tre anni si sono raccolti così tanti fondi da poter marcare ben 37 alzavole.
Potete capire quale fu l’ansia mia e degli amici dell’università il primo anno, con ben 12 alzavole marcate, nei primi giorni successivi alla cattura visto che, essendo il primo progetto al mondo di questa dimensione su questa specie, non si sapeva come le alzavole avrebbero reagito. Fortunatamente questi primi tre anni di progetto hanno fornito tantissimi dati che sono stati già oggetto di 2 tesi di laurea e di 3 presentazioni in convegni ornitologici nazionali e internazionali. I fondi ricevuti nel terzo anno del progetto hanno permesso inoltre di finanziare un dottorato di ricerca presso l’università di Pisa allo scopo di analizzare approfonditamente tutti i dati e produrre quegli articoli scientifici che li renderanno “certificati”.

Molti cacciatori che non hanno seguito in precedenza il progetto si staranno chiedendo, avendo letto finora di università, articoli scientifici, tesi ecc, che cosa apporta in concreto al mondo venatorio questa ricerca e perché si sono utilizzati i fondi del mondo venatorio. Per rispondere a questi legittimi dubbi è necessario aprire una piccola parentesi riguardo alle leggi che regolano la caccia in Italia.

 

L’articolo 18 della legge Italiana sulla caccia, la famosa 157, all’articolo 18, riprendendo la direttiva comunitaria Uccelli recita:
1-bis. L’esercizio venatorio è vietato, per ogni singola specie:
a) luogo di nidificazione;) durante il ritorno al

b) durante il periodo della nidificazione e le fasi della riproduzione e della dipendenza degli uccelli.

La definizione nello specifico dei periodi di cui sopra in cui non vi può essere attività venatoria è riportata nel famoso documento “Key Concept” che per le specie acquatiche di nostro interesse fissa l’inizio del ritorno ai luoghi di nidificazione alla terza decade di gennaio per alzavola, canapiglia e codone. Quindi, al momento, la caccia fino al 31 gennaio ad alcune specie acquatiche è consentita solo grazie alla possibilità di applicare una decade di sovrapposizione tra l’inizio teorico della migrazione e la fine della stagione venatoria; possibilità questa espressamente consentita della guida interpretativa alla direttiva Uccelli.
Ricordando che i dati inclusi nel documento “Key Concept” sono forniti dai singoli stati, è necessario evidenziare che ISPRA ha nel 2003 prodotto documentazioni e relative richieste (fortunatamente rimasta inascoltata in sede europea) di rivedere restrittivamente le date relative all’inizio della migrazione pre-nuziale nei Key Concept per diverse specie cacciabili tra cui l’alzavola. Ciò avrebbe di fatto avuto come conseguenza una riduzione del calendario venatorio. Inoltre, solo nel 2010, sempre ISPRA nel documento inviato alle regioni indicato come guida alla stesura dei calendari venatori, suggeriva la chiusura della caccia all’alzavola (e agli altri anatidi!) al 20 gennaio affermando che in tale data vi fosse già migrazione pre-nuziale.
E’ quindi evidente a tutti che solo studi come ANASAT possono consentire al mondo venatorio una difesa dei calendari venatori. E i primi dati emersi sembrano infatti dire qualcosa di diverso rispetto ai dati contenuti nei Key Concept ossia che l’inizio della migrazione di ritorno verso i luoghi di nidificazione non avviene in gennaio ma in un periodo successivo alla fine dell’attività venatoria. Lo schema sotto proposto, presentato al XVIII convegno di ornitologia per i dati dei primi due anni ma sostanzialmente confermato anche per le alzavole partite in questo 2016, lo dimostra in maniera estremamente chiara.

 

 

 

Con la freccia in rosso è indicata la prima partenza, in blu il periodo in cui tutti i soggetti erano in viaggio.

Non è poi da mettere in secondo piano tutta una serie di informazioni che potrebbero risultare fondamentali per un corretta gestione faunistica delle specie studiate, perché è bene sottolineare sempre che il cacciatore ha il dovere, oltre che di prelevare in maniera razionale e rispettosa una risorsa rinnovabile qual è quella dell’avifauna, di contribuire anche alla sua conservazione.
Su questo argomento, a solo titolo di esempio, è stato scoperto grazie a questa ricerca come la migrazione non avvenga in un unico momento ma vi siano notevoli periodi di sosta e che queste tappe avvengano per la maggioranza dei soggetti nelle zone umide di una specifica area dell’est Europeo. E’ questa un’informazione estremamente utile a capire quali sono gli ambienti bisognosi di essere preservati per il benessere di una certa specie.

 

In questo 2016, oltre alle ormai classiche località di Toscana, Veneto e Lombardia, il progetto è sbarcato anche al sud con la cattura di un’alzavola in Puglia che è regolarmente partita verso est. Per il prossimo anno speriamo di riuscire ad estendere il progetto anche ad altre specie rispetto all’alzavola come codone e canapiglia.

Volutamente in questo articolo non sono proposte le cartine con le localizzazioni ultime dei soggetti che ancora trasmettono ma vi invito invece a seguire in prima persona in tempo reale la migrazione sul sito www.progettoanatidisatellitare.com dove chi vorrà potrà anche contribuire al progetto con una piccola donazione.

Per finire è d’obbligo ringraziare tutti i soggetti finanziatori che con il loro contributo hanno permesso di ottenere questi importanti risultati:
Ambito territoriale di caccia Ravenna 2
Ambito territoriale di caccia Rovigo 3
Ambito territoriale di caccia Venezia 5
Associazione Cacciatori Migratori Acquatici A.C.M.A.
Ente produttori selvaggina Veneto
Federazione Italiana della Caccia
Federazione Italiana della Caccia Brescia
Federazione Italiana della Caccia Lombardia
Federazione Italiana della Caccia Toscana
Federazione Italiana della Caccia, sez. provinciali Toscane e in particolare Lucca, Pisa e Livorno
Ambito territoriale di caccia Brescia
Federazione Italiana della Caccia Marche
Azienda faunistico venatoria Valle Morosina
Ambito territoriale di caccia Ancona 1
Ambito territoriale di caccia Macerata 2
Ambito territoriale di caccia Pesaro 2
Ambito Territoriale di Caccia Foggia
Associazione La Gru
CST Marche
Sig. Gandolfi Franco (†)
e tutti coloro che con il loro impegno nella ricerca dei fondi e nel lavoro sul campo hanno reso possibile che questo progetto divenisse realtà. In particolare Domenico Bianchi, Lionello Marcato, Luca Sattin, Riccardo Gambogi, Andrea Galardini, Franco Budrago, Mario Basile, Angiolino Valfrido detto Baga e la proprietà di Valle Morosina Ghebo.

 

 

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