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Avv. Vincenzo Chianini

Avv. Vincenzo Chianini

 

E’ unillustre personaggio che ha dato lustro e sostanza alla Letteratura italiana; non solo alla narrativa venatoria, perché Chianini è uno scrittore, come si suole dire, a tutto tondo ed ha pubblicato, oltre a bellissimi libri di caccia, decine di altri libri di vario argomento, compresi drammi, romanzi e testi di soggetto storico e dantesco.

L’Avv. Vincenzo Chianini nasce nel 1876 a Torre, piccolo borgo del Comune di Fucecchio nei pressi di Empoli(Fi), nelle vicinanze della Palude e immerso nelle colline delle Cerbaie, ma vivrà nella bella villa di famiglia ad Empoli per poi trasferirsi definitivamente a Firenze.

Di ricca famiglia, possidente di poderi nei pressi di Arezzo, dopo la laurea, aprirà ad Empoli uno studio legale che, negli anni della maturità, diventerà avviatissimo e che trasferirà poi a Firenze.

Uomo di alta cultura umanistica, per dar impulso alla comunicazione e alla ricerca culturale della storia del territorio, fonderà in quegli anni il "Bollettino Storico Empolese", periodico tutt’ora in vita.

Vincenzo, detto" Cencio", così chiamato dai suoi amici, che sono i personaggi più famosi dell’elite toscana di quei tempi: pittori famosi, scrittori, musicisti e nobili di alto lignaggio.

Si imparenterà anche con Renato Fucini sposandone una nipote, Elisa

Chianini è un uomo stimato, pieno di fascino, molto colto e di animo nobile, liberale di vecchio stampo, ma è anche uomo molto sensibile verso chi è nato meno fortunato di lui; molto si adopererà, nel percorso della sua vita, per aiutare i più bisognosi .

Cacciatore appassionatissimo, anche per tradizioni familiari, già da giovinetto si dedica alla caccia di acquatici, starne e beccacce nei territori toscani; dalla Maremma, di cui conosce tutti i sentieri, al Casentino dove possiede, a Chiassa Superiore, la sua amatissima fattoria "La Torre", fino ai boschi di faggi e castagni nel massiccio dell’Amiata e nei monti aretini.

Proprio a La Torre, sua dimora preferita, Chianini caccia, pensa, ricorda e si raccoglie attorniato dalle campagne e dalle cose che più ama: oltre alle armi da caccia delle marche più prestigiose e ai quadri di grandi pittori macchiaioli, possiede una biblioteca ricchissima di edizioni di pregio della Divina Commedia e qui, alla Chiassa , tiene i suoi migliori cani da caccia, prima spinoni e poi bracchi tedeschi, e i cavalli che per molti anni lo hanno aiutato a raggiungere gli aspri territori che abbiamo ricordati.

I suoi scritti sono ricchi di romanticismo e di amore per la sua terra.

Scrive pagine schiette e vivaci e ci racconta episodi di caccia, traendoli dai suoi ricordi, di figure della nobiltà amica o di semplici cacciatori padulani, rendendole vive e palpitanti, tratteggiandole con schietto e gustoso linguaggio toscano.

Sono episodi comici o commoventi di personaggi conosciuti e frequentati, siano essi nobili o contadini, famosi artisti o poveri cristi, ma tutti cacciatori appassionatissimi e romantici, di un tempo e di luoghi ormai scomparsi.

Vincenzo scriverà, oltre i tanti libri, anche molti articoli cinegetici per la rivista Diana, di cui diventerà Direttore per molti anni.

E’ famoso un suo articolo degli anni quaranta, in cui, terminata la guerra, scriverà un Editoriale di alto contenuto sociale e venatorio, nel quale, dopo aver scagliato strali contro l’infausta guerra ed il fascismo, che osteggiava nel profondo del suo animo, inneggerà alla ripresa, finalmente, della regolare pubblicazione della Rivista.

Chianini auspica nell’articolo una forte collaborazione da parte di tutti i lettori, giornalisti e scrittori venatori per gli argomenti di maggior interesse per la ripresa della caccia e, soprattutto, per propagandare il rispetto delle leggi- purtroppo disattese nel periodo bellico - e per incentivare la protezione della selvaggina nei periodi di divieto, rispettando finalmente i nidi, le cove, le nascite ed il conseguente ripopolamento. Lancia un forte richiamo anche per un’etica venatoria più ferrea contro il bracconaggio, i mezzi non consentiti, con un rispetto totale delle date di apertura e chiusura della caccia, delle zone di ripopolamento e delle riserve, che devono essere rivedute e corrette con criteri moderni e con sincero spirito democratico.

Le sue parole finali dell’articolo: "Per raggiungere questo scopo Diana fida nell’aiuto e nel consenso dei suoi vecchi e nuovi amici, ai quali invia il più fervido saluto ed il sincero : in bocca al lupo! "

..Chiunque, come me, sia stato per tutta la vita appassionato cacciatore, ogni mattina, appena aperta la finestra di camera, istintivamente guarda attraverso i vetri per vedere che tempo che fa.  E, sia il cielo sereno o nuvoloso, scenda gelido il vento di tramontana, o salga lo scirocco afoso da mezzogiorno, sia tempesta o bonaccia, rimugina nel pensiero a quale caccia e dove la giornata potrebbe essere più propizia.. ( E’ l’incipit di "Beccacce sul Foresto")

L’amico scrittore e giornalista, ancor oggi articolista di Diana, Stefano Vitale Brovarone, "mandrogno"(Al) di origini, ma ormai fiorentino per residenza, che in gioventù lo conobbe e frequentò, così ben sintetizza, in un lungo articolo su Diana, il personaggio Chianini, il "Romantico Cencio" : "Una via di mezzo fra Gabriele D’Annunzio e D’Artagnan, affascinante e coltissimo, ricco di comunicativa e di grande umanità. Conoscitore di ogni angolo della campagna toscana, scrisse di signori e di gente umile, di cacciatori e di cani, di starne, di beccacce e di un mondo ormai scomparso."

Bravo Stefano ! meglio di così il Chianini non si poteva scolpire.

Chianini muore a 86 anni a Firenze nel 1962.

Le sue Opere venatorie:

Nel 1909 – FATICHE E RIPOSI DI CACCIA –

Tipogr.Domenicana, Firenze,in 8 di pag.167- 15 bozzetti di caccia- Bellissimi racconti, dalla palude di Fucecchio ai boschi maremmani tra i briganti e cacce sui monti aretini.

Rieditato in 2° edizione nel 1937, Casa Editrice Trevisini,1n 8 di pag.212. Contiene solo nove racconti della prima edizione,con l’aggiunta di sette episodi di caccia completamente nuovi.

 

Nel 1928 – IN MONTAGNA E IN MAREMMA

Racconti di caccia- Rossini Editore, in 8 di pa.177. 12 novelle di cacce toscane.

Rieditato in 2° edizione nel 1940. Come sopra.

Nel 1943 – MULINACCIO –

Edito da Bemporad, Edit. Olimpia, in 8 di pagine 158. Alcune novelle sono di argomento venatorio.

 

Nel 1943 – BECCACCE SUL FORESTO -

Editoriale Olimpia(FI), in 8 di pag.254. Raccolta di dieci racconti di caccia a cavallo alle beccacce su per i monti del Casentino.

Nel 1956 – L’ARNO E I CACCIATORI ROMANTICI

– Editoriale Olimpia,in 16 di pag. 251-Contiene 22 capitoli di ricordi, di cacce e di ritratti di tipi originali del tempo e di cacciatori toscani conosciuti dall’autore. Questo libro assieme a quello del Niccolini e del Puccioni completa il quadro delle cacce toscane del primo cinquantennio del ‘900.

Nel 1961 – FRA UNA CACCIA E L’ALTRA –

Editoriale Olimpia, in 8 di pag.381. Sono 26 racconti scelti fra i molti scritti in opere precedenti.

 

Romano Pesenti

 

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