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Nino Broglio

Nino Broglio

Nato a Milano nel 1908 da nobile famiglia lombarda  e in questa città viveva in prevalenza nei mesi in cui  non  si ritirava, soprattutto in estate, nella sua villa di Lortallo(No), un piccolo borgo antico posto su un colle con meravigliosa vista sul lago d’Orta, per dedicarsi interamente alla caccia e alla pesca e alla sua attività di scrittore.

Broglio è stato uno scrittore a tutto tondo: non scriveva solo di caccia, ma alla letteratura venatoria si dedicava particolarmente, collaborando con assiduità con più giornali e riviste del tempo, dal “Cacciatore Italiano”, a “Diana Venatoria” e al quotidiano “La Sera “, su cui tenne per diversi anni una rubrica di caccia e di altri argomenti assai interessanti.  I lettori gli erano molto affezionati e a lui scrivevano spesso per chiedere consigli sui cani, sui fucili, di cui era molto esperto e su come e dove cacciare.

Probabilmente queste continue richieste lo indurranno poi a scrivere i tanti libri, più avanti e sotto elencatati, sull’argomento venatorio.

Della caccia scrisse da tecnico e da poeta e, malgrado la breve vita, ci ha lasciato una vera e ricca dotazione di libri, spaziando dalla più bella e poetica  narrativa ai libri di tecnica venatoria,di tiro e di caricamento cartucce.

 

Broglio,in sintesi, ci lascia pagine di vita vissuta, scritte con un’arte appassionata che evoca fatti, figure, paesaggi del mondo suggestivo della caccia. E’ la gente dei boschi delle colline e delle montagne delle nostre Alpi, delle pianure sconfinate delle risaie e dei canneti lungo i fiumi, delle marcite padane e delle paludi piene di malia, con i compagni delle sue cacce avventurose e, soprattutto dei cani ed, ogni tanto, anche di caratteristici personaggi femminili che animano alcuni episodi dei suoi racconti.

 

Il lettore, se cacciatore, ne verrà conquistato e parteciperà alle emozioni; il profano, curioso di quel mondo che non conosce, ne verrà dolcemente preso e conquistato. Il Broglio, infatti, parla agli uni e agli altri, e li avvince, con un linguaggio reso vivo ed umano dalla vena poetica che lo pervade.

Broglio è cacciatore completo: cinofilo e camminatore senza tregua, caccia sui monti e nel piano e nei suoi racconti ci accompagna poeticamente nella realtà della natura, che frequenta, descrive ed ammira.

 

Un crudele destino a quarantasei anni, nel 1944, ne ha spezzato immaturamente l’esistenza.

 

Le sue opere venatorie.

 

Nel 1934 – VITA DI CACCIATORESoc.Edit. Cremona Nuova,Edizione del “Cacciatore Italiano”, in 8, di pag.162 illustrate da fotografie dell’Avv.Biagini, suo amico di caccia. Una raccolta di 22 racconti da caccia a beccacce, starne, beccaccini ed anitre.

Nel 1935 – CONVEGNO DI CACCIA – Istit.Editor Cisalpino Milano- Varese. In 16  di 218 pagine.Con con 23 racconti di caccia ill. con 6 foto dell’Autore a caccia in marcita e in palude con la barca.

Nel 1941 – TUTTA CACCIACasa Editr.Corticelli di Milano, in  16 di 218 pag. 30  racconti di caccia con  cacce dal gallo di monte, alle starne, caprioli ecc.ecc.

Nel 1942 –LA CACCIA – Edito da Sperling & Kupfer di Milano, in 4 picc. di 194 pag. con 12 tav. Illustrate e numerosi disegni. E’ praticamente un Manuale di caccia, con descrizione di armi, munizioni e tiro, selvaggina e il modo di cacciarla.

Verrà rieditata in 2° ediz. nel 1943, stesso testo e tavole.

Nel 1943 – GENTE DEL FIUME – Sperling & Kupfer.in 16 di 250 pag. 17 bozzetti di caccia, con qualche riferimento alla pesca.

Fra i libri scritti dal Broglio è quello più raro e ricercato dai bibliofili.

 

Nel 1944 PASSIONE DI CACCIA - Corticelli, Milano in 16 di 224 pagine, 35 bozzetti di caccia.

 

Nel 1943 – COME SPARARE A CACCIA - Editrice Cinegetica, Milano- Scritto in collaborazione con Alberto Noghera - In 16 di 128 pag.Brevi note pratiche di tiro.

 

Nel 1945 – I CANI DA FERMA – Scritto con lo pseudonimo di ALESSIO BELLI. Note pratiche di un cacciatore di professione raccolte ed ordinate da Nino Broglio- Edito da Soc. An. Cinegetica di Milano,1n 16 di 173 pag.  Nella prefazione di questo libro, l’Autore, sotto il nome(pseudonimo) di Alessio Belli, parla un po’ di se stesso,..si confessa e  descrive la personalità del Belli come quella di un cacciatore timido,di spirito inquieto, che appariva agli altri quasi come un superbo o uno scontroso. Intensissima la sua passione per la caccia e, ancor più grande il suo amore per i cani, ai quali rivolgeva  le risorse affettive del suo animo, sensibilissimo ed incline alle espansioni malgrado le apparenze, quasi in contrasto con l’atteggiamento schivo ed asciutto nei confronti degli umani che incontrava nella sua vita e sui suoi sentieri di caccia.

Sarà stato davvero così ? Non esistendo sue dettagliate biografie in merito, diamogli credito…con qualche dubbio, per quel che scrive e come lo scrive nei suoi bei libri, in cui non si manifestano mai questi atteggiamenti e questo suo stato d’animo.

Il libro è stato pubblicato dopo la sua morte, e la sua prefazione, scritta ancora in vita, con queste sue brevi note autobiografiche sembra essere un segnale, ...una premonizione ...quasi presagisse la sua immatura ed imminente fine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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