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Pier Luigi Bucciantini

Pier Luigi Bucciantini

Molto spesso alcuni nomi di Autori di libri venatori, seppur gestiti dalle bibliografie ufficiali, non sono conosciuti da quanti si interessano alle letture sul tema della caccia

Sono, infatti, patrimonio di soli cultori e  collezionisti bibliofili che, per formare e completare una loro biblioteca cinegetica, ne sono ricercatori appassionati, fino al limite della quasi.. follia.

 

Ebbene, se io chiedessi a un qualsiasi cacciatore, pur appassionato di lettura di cose di caccia, se conosce  l’Autore nel titolo del mio scritto, al 90% mi risponderebbe..,chi era costui?

 

Bucciantini  è, invece, un nome importante nella nostra Letteratura Venatoria e i suoi libri sono di difficile reperimento, ricercati … e costosi.

 

Nasce a Livorno nel 1898, ragioniere di professione, da toscano verace è però scrittore...nato.

Un critico di allora così lo dipinge:  “ Fa il ragioniere per gli altri e lo scrittore per sé” perché traendo spunto dalla caccia e dalla sua esperienza di cacciatore riesce a schizzare “scene e macchiette”, per dirla alla Fucini, piene di umore e di gusto ed i suoi scritti su giornali e riviste piacciono e appassionano sempre di più i lettori-.

Ha ereditato dal padre, che fu uno dei migliori cacciatori del suo tempo, la passione per la caccia. Ama cacciare, in terreno libero, tutta la selvaggina di piuma e col solo ausilio del suo cane.

Ha cacciato un po’ dappertutto, ma le ore più belle confessa di averle vissute nel padule di Tombolo,  oggi ormai  tutto bonificato  e disboscato

Come scrittore nel 1923 si è fatto conoscere dal grande pubblico  vincendo un concorso indetto da un’ importante rivista di Genova, ”Novella Moderna”, con il racconto “La burla”, che poi riporterà nel 1932 sul libro “Fra macchia e padule”.

Ha collaborato con diverse riviste e quotidiani, tra cui Il Nuovo Giornale in Toscana, Il Telegrafo di Livorno, La Gazzetta del Popolo di Torino, Novella e le riviste Venatoria e Diana, nonché alla rassegna “Pan” di Firenze ,diretta da Ugo Ojetti.

Il Bucciantini è quindi, senza dubbio, uno dei più importanti scrittori della letteratura venatoria toscana.

Cipriano Giacchetti,direttore del famoso, per quei tempi, “Nuovo Giornale”, quotidiano toscano, ricevette dal giovane Bucciantini, che per lui era un ignoto, una novella per essere pubblicata sul giornale.

Quella novella, che aveva preso in esame con pochissima fiducia, parve al direttore un “piccolo raggio di sole” nel grigiore dei manoscritti e delle bozze di stampa che si ammassavano sul suo tavolo.

Tanto piacque, per  la semplicità, freschezza, raffinatezza e senso poetico delle cose e  della bella natura toscana che, da quel giorno, pubblicata la novella, il Bucciantini divenne collaboratore fisso al giornale.

Nei suoi scritti di caccia, si respira l’odore della campagna e della genuinità dei personaggi che frequentano le sue novelle e, queste, si leggono con piacere, anche per quel sottile umorismo che lì circola e che sa di aria buona, sana dei colli toscani e per l’assoluta padronanza del linguaggio.

Nelle sue novelle, non abusa mai di termini del “gergo” venatorio e non ne fa ostentazione per rafforzare la scena e le descrizioni e, così scrivendo, piace, oltre agli appassionati lettori amanti di Diana, anche ad altri lettori, che della caccia non sono seguaci.

Che fa gustare i suoi scritti è lo schietto sapore toscano delle sua prosa, ricca di sana fragranza  e poesia, che li permea. E questa non si insegna, la si sente.

 

Il Bucciantini muore nel corso degli anni sessanta.

 

Leggete i suoi racconti e le sue novelle : vi piaceranno moltissimo.

 

Romano Pesenti

 

Le sue Opere

 

Nel 1931 – FRA MACCHIA E PADULE – Marzocco Editore, Firenze in 8 di 185 pagine, con 14 racconti di caccia. Da subito esaurita la I° Ediz., verrà rieditata in II° Edizione, riveduta e accresciuta, con l’ aggiunta di altri racconti, nel 1932 da Raffaelli Giusti Editore di Livorno, in 8 di 225 pagine, con 16 racconti di cacce in palude e altri di vari argomenti.

Il libro ebbe tanto successo, che verrà recensito e commentato sulle riviste e sui più importanti quotidiani del tempo: la Gazzetta Del Popolo di Torino, Il Mattino di Napoli, il Telegrafo di Livorno, su giornali di Milano, Bergamo, Catania, Lucca ecc. e sulle riviste, il Cacciatore Italiano, Diana ecc.

Novelle bene a foco: tutte toscane nel profondo, realizzate alla maniera del Fucini e del Paolieri da un ingegno aperto e solido di innamorato del paesaggio toscano- Da : Quaderni di poesia- Milano

 

Nel 1936 – FRULLI E SCHIOPPETTATE – racconti del carniere- Edito da Casa Editrice Giacomo Agnelli S.A. Milano, in 8 di 178 pag. con 17 Novelle di caccia. Notevole il racconto: IL gemano di Natale.

 

Nel 1953 – VITA ALL’APERTO – Edito da S.E.I. di Torino, in 8 di pag.268. Un bel libro rilegato, con 31 racconti/ Novelle di caccia e di pesca, alcune già sui precedenti libri, illustrati da tre disegnatori/pittori (Natali, Lemmi e Filippetti).

 

 

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