Menu
RSS

facebooktwitteryoutubehuntingbook

Caccia in Piemonte: Lac e Pro Natura all'attacco

Caccia in Piemonte: Lac e Pro Natura all'attacco
Si comincia a sparare e in Piemonte Lac (lega per l'abolizione della caccia) e Pro Natura passano all'attacco segnalando che mai prima d'ora in Piemonte era stata autorizzato l'abbattimento di ben 39 specie, tra cui molti uccelli...secondo loro... addirittura a rischio d'estinzione!
A partire dall'inizio di settembre, in Piemonte, si apre la caccia a tortora, cornacchia nera, cornacchia grigia, gazza e ghiandaia, nei termini disposti dal calendario venatorio approvato dalla Regione Piemonte. E' questo il primo atto di una stagione venatoria che inizia sotto i pessimi auspici dei ricorsi cui è stato costretto il mondo venatorio e che rischia ancora d'incancrenirsi in più nei prossimi mesi, aumentando i contrasti con Regione Piemonte e l'assessore alla caccia Giorgio Ferrero.
 
"L’approvazione con legge del divieto di caccia per pernice bianca, lepre variabile, allodola, avvenuto lo scorso anno, è l’unico fatto positivo in una gestione regionale dell’attività venatoria lontana dalle sensibilità della popolazione, indifferente verso le regole democratiche e rivolta ad accontentare le richieste dei cacciatori - sostengono le due associazioni animal-ambientaliste - Caccia agli ungulati aperta tutto l’anno, preaperture a settembre, 39 specie cacciabili (cornacchia nera, gazza, ghiandaia, lepre, minilepre, coniglio selvatico, pernice rossa, starna, fagiano, quaglia, tortora, germano reale, gallinella d’acqua, alzavola, fischione, canapiglia, mestolone, codone, folaga, porciglione, frullino, pavoncella, marzaiola, beccaccia, beccaccino, colombaccio, tordo sassello, tordo bottaccio, cesena, volpe, coturnice, fagiano di monte, capriolo, camoscio, cervo, daino, muflone, cinghiale) caratterizzano le scelte in campo venatorio di questa amministrazione di centrosinistra. Le specie cacciabili in Piemonte - continuano Lac e Pro Natura - erano 35 nel 1979, solo 16 nel 1988 e da allora non hanno fatto altro che aumentare fino alle 39 di oggi. Il risultato di questa politica è la distruzione di ciò che resta del patrimonio faunistico piemontese".
 
C'è solo da ricordare come l'incremento numerico delle specie cacciabili sia frutto dell'ordinanza n. 280 del Tar Piemontese 
di fine luglio, e come sul calendario venatorio piemontese "penda" ancora la questione della legittimità costituzionale del divieto di cacciare pernice bianca, lepre variabile e allodola; su questo il Tar entrerà nel merito alla prossima udienza, decidendo se rimettere la questione alla Corte Costituzionale. 
Torna su

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura