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Lupo: la LAC presenta un esposto e Federcaccia risponde

Lupo: la LAC presenta un esposto e Federcaccia risponde
Il 4 marzo la LAC Piemonte, Lega per l’abolizione della caccia, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Torino per accertare se le segnalazioni di ripetuti attacchi da parte di lupi ad animali e/o uomini siano credibili, e se possano generare allarme sociale tra la popolazione.
In particolar modo si fa riferimento all’ episodio accaduto in Val Sangone, a Giaveno, il 10 gennaio 2017, quando un uomo intervenne per salvare il suo cane dall’attacco di quattro lupi, ma venne lui stesso aggredito da una belva che gli lacerò il pantalone.
Reperti e campioni, prelevati attraverso l’ausilio di veterinari, furono inviati all’Ispra (istituto Superiore per la Ricerca Ambientale) da Federcaccia Piemonte, intervenuta prontamente sul posto. L’esame del Dna, estratto con le moderne tecniche di cui dispone il prestigioso istituto, ha confermato, senza alcuna possibilità di errore, la presenza e l’azione di almeno due lupi maschi, strettamente imparentati tra loro, e che avrebbero morsicato tanto il cane che il pantalone indossato dall’uomo.
Ecco le repliche di Federcaccia Piemonte all'esposto promosso dalla onlus animalista.
 
L’accusa di procurato allarme” ci fa sapere Federcaccia Piemonte, “ è assolutamente ridicola oltre che totalmente fuori luogo; semmai qualcuno ci dovrebbe spiegare come mai ogni volta si cerchi di far passare per visionari tutti coloro che vedono i lupi. Che in Piemonte ve ne siano, ed anche parecchi, è noto a tutti coloro che vivono davvero il territorio, come pastori, allevatori ed ovviamente anche i cacciatori, ed ora la gente comincia a capirlo. Quanto alla ricostruzione fatta dalla LAC è incompleta e fantasiosa, intanto perché nessuno ha mai scritto che l’uomo fosse stato ferito da un lupo (diversamente si sarebbe recato in ospedale), mentre il cane è sopravvissuto all’attacco non perché quelli non fossero autentici lupi, ma solo per il pronto intervento del suo padrone.”
E riferendosi alla vicenda Giaveno l'associazione venatoria vuole precisare: " Siamo stati subito avvisati dal sig. Ferlanda, che è un nostro associato, ed abbiamo voluto fare tutto alla luce del sole, documentando con filmati e foto, avvertendo anche la Città Metropolitana. Due ore dopo l'aggressione la bassottina Mia era già stata visitata e curata dai veterinari di una clinica della zona."
È evidente” continua Federcaccia, “ come l’animalismo più fanatico e schierato fatichi ancora ad accettare la realtà dei fatti, ma questi signori non si rendono conto di come proprio il loro atteggiamento alla fine procurerà un gran danno alla specie che invece vorrebbero tutelare. Quanto poi al fatto che ora se ne possano interessare le Autorità, noi di Federcaccia Piemonte non possiamo dirci che felici, ed anzi aspettiamo ansiosamente di poterci confrontare con loro, e che qualcuno voglia fare chiarezza su vicende che continuano a sollevare dubbi ed incertezze, come l’aggressione che venne denunciata da un pescatore nel settembre 2015 e, guarda caso, sempre a Giaveno. In quell'occasione l’uomo si presentò in ospedale visibilmente ferito da un morso, e successivamente sporse denuncia alla locale caserma dei Carabinieri. Non accadde nulla, e la vicenda venne seppellita per mesi sino a che non ce ne interessammo noi.“
Forse la risposta a questo isterico atteggiamento della LAC, e al pressapochismo con s’affronta la questione,” conclude l’associazione venatoria “sta invece nella paura che la Conferenza delle Regioni il 9 marzo possa dar via all’attuazione del Piano Lupo proposto dal Ministro Galletti e redatto attraverso con la collaborazione di 70 studiosi di fama. I lupi, bene si sappia, non sono quelli dei fumetti di Walt Disney, come vorrebero questi ecologisti confusi, e qualcuno ora dovrebbe rendersene conto prima che sia troppo tardi.” 
Allegato comunicato stampa Lac Piemonte: scarica il pdf
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