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Arci Caccia Toscana: A questo punto, occorre un’analisi attenta della legge obbiettivo

Arci Caccia Toscana: A questo punto, occorre un’analisi attenta della legge obbiettivo

La legge 10 sta per esaurire il suo percorso, che fin dall’inizio doveva articolarsi su tre anni, quindi, secondo la nostra associazione c’è bisogno di una revisione profonda, infatti, pur capendo molto bene quali siano i percorsi, le necessità e le pressioni che hanno portato alla sua stesura, siamo consapevoli che molte sono le ombre che si è portata dietro a partire dalla sua pubblicazione. Nella sua compilazione, infatti, è mancata totalmente la concertazione con il mondo venatorio e questo problema si è fatto sentire immediatamente, fin dalle prime prove di applicazione. Non erano mai successo, infatti, che si generassero divisioni così profonde nel mondo venatorio e tra questo e gli agricoltori. L’Arci Caccia ha da subito segnalato la necessità di governare questi processi, ma la nostra voce, coperta da quella di altri, è rimasta inascoltata. Un altro dei punti dolenti di questo provvedimento, è indubbiamente la mancanza di possibilità di gestioni diversificate nelle varie zone della Regione, anche se, ad onor del vero, questo è più da imputarsi ad una latitanza degli ATC, che sarebbero investiti dell’applicazione della legge, che della Regione. Il vuoto politico, delineatosi nel periodo del commissariamento, ha lasciato la gestione degli interventi di controllo nelle mani della sola polizia provinciale che, dopo la “mezza” abolizione delle province, è ridotta ai minimi termini come organici e possibilità di intervento e vigilanza. Questo ha portato, come abbiamo già denunciato in comunicati precedenti, ad uno spostamento della responsabilità degli interventi sulle GGVV, situazione che ha favorito l’instaurarsi di situazioni spiacevoli e molto poco chiare sulla gestione degli abbattimenti. Dopo la denuncia dell’Arci Caccia di Grosseto, che lamentava lo svilupparsi di situazioni clientelari sul proprio territorio, ai nostri uffici arrivano segnalazioni da ogni parte della Toscana, segno della capillare diffusione di questo malcostume. Per questo, chiediamo che ci sia un drastico cambiamento di rotta, che porti all’inclusione dei cacciatori nei processi decisionali che porteranno alla stesura del provvedimento che seguirà la legge obbiettivo. La Toscana è formata da mille realtà locali, ognuna con le sue esigenze e le sue specificità, per questo chiediamo che gli ATC vengano investiti di maggiori poteri, in modo da consentire la messa in campo di soluzioni diverse in territori diversi. Non neghiamo il problema rappresentato dagli ungulati, ma crediamo che dove non vi siano problemi di danno, sia inutile l’applicazione di tutti i protocolli della Legge Obbiettivo. Per favorire questo processo, chiediamo che già da oggi ci sia maggiore il coinvolgimento delle squadre, e che vengano messi in campo provvedimenti che consentano una sospensione del prelievo selettivo e degli interventi di controllo nei territori dove, grazie all’impegno preventivo dei cacciatori, non si verifichino danni. Vincolando, magari, gli agricoltori a realizzare opere di prevenzione per poter accedere ai risarcimenti. Questo richiede un aumento della vigilanza da parte della Regione e per questo guardiamo con favore a quanto annunciato negli ultimi incontri con politica e tecnici, ovvero all’arrivo di un servizio di “consulenza” regionale che, dopo aver fornito agli ATC gli strumenti per una gestione più puntuale e tagliata sul territorio, vigili sulla loro applicazione.

L’Arci Caccia, come abbiamo già detto, è favorevole ad una risoluzione del conflitto con gli agricoltori, che può passare solo attraverso una riconduzione dei danni entro limiti tollerabili, ma chiede che vengano rispettate anche le legittime aspirazioni dei cacciatori che, con il loro impegno, cercano di raggiungere questo obbiettivo. Per questo siamo felici della disponibilità a discutere dei nuovi provvedimenti mostrata dall’Assessore alla nostra iniziativa di Collesalvetti, come apprezziamo il suo impegno a muoversi verso il governo per rendere nuovamente possibili i foraggiamenti dissuasivi. Da questa vicenda, si può trarre un importante insegnamento: solo con la collaborazione, e il coinvolgimento, di tutti i portatori di interesse, si possono raggiungere risultati soddisfacenti per tutti.

Arci Caccia Toscana

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