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Tragedia di Imperia: parla la politica

Tragedia di Imperia: parla la politica

La tragedia che nella giornata di ieri ha insanguinato i boschi dell'imperiese ha avuto prevedibili strascichi di polemiche. Tralasciamo volutamente gli interventi degli estremisti animalisti, i cui contenuti sono facilmente immaginabili ma raccogliamo quelli espressi da esponenti politici di ogni orientamento sull'accaduto: 

Cominciamo con il Ministo Costa che dichiara alla testata ADNKRONOS: 

Roma, 1 ott. (AdnKronos) - Il ministro dell''Ambiente Sergio Costa lancia "un appello alle Regioni affinché modifichino fin da subito il calendario in corso e blocchino almeno le battute di caccia (quelle ai cinghiali, le più pericolose e a rischio incidenti) la domenica, quando boschi e monti sono popolati ancora di più di escursionisti". Così il ministro dell''Ambiente Sergio Costa in un post su Facebook all''indomani della tragedia in provincia di Imperia. In tantissimi mi avete scritto chiedendomi una posizione netta sulla caccia - scrive Costa - Quanto è accaduto ieri è una tragedia enorme, che ci ha colpiti tutti nel profondo. Ho detto più volte che stiamo lavorando all''inasprimento delle pene per i bracconieri e per chiunque maltratti gli animali. Ma qui siamo in un campo differente. Parliamo di attività venatoria autorizzata e le mie convinzioni purtroppo valgono poco".

"Secondo l''ordinamento italiano la materia, disciplinata da una normativa quadro di riferimento, la 157/92, è di competenza del ministero dell''Agricoltura e gestita dalle Regioni. I calendari venatori regionali in vigore sono stati definiti mesi fa. Quello che posso fare, e che sto facendo, è accertarmi che i pareri Ispra, che vengono emessi per la stagione venatoria siano rispettati.
Non è accettabile che le indicazioni della massima Autorità scientifica in materia, a volte, vengano raggirati o disattesi. Quindi
agirò con fermezza nell''interesse del nostro patrimonio faunistico e nella piena indipendenza tecnica di Ispra". (segue) "Voglio però lanciare un appello alle Regioni affinché modifichino fin da subito il calendario in corso e blocchino almeno le battute di caccia (quelle ai cinghiali, le più pericolose e a rischio incidenti) la domenica, quando boschi e monti sono popolati ancora di 

più di escursionisti, da chi va a funghi, a castagne o semplicemente vuole godersi la natura senza correre il rischio di morire. Per adesso, con le competenze date al Ministero dell''Ambiente, è quanto si può fare", aggiunge.
"Il Parlamento potrà fare le dovute valutazioni su ipotesi di riforma della normativa che consentano maggiore sicurezza e una migliore gestione dell''attività venatoria - conclude - Voi cittadini potete fare molto: segnalate ai Carabinieri Forestali, alle Polizie Provinciali e a qualsiasi organo di Polizia Giudiziaria eventuali violazioni alle normative. Ognuno di noi faccia la propria parte, uno affianco all''altro, per il bene comune".

Continuiamo con l'Assessore alla Caccia della Regione Emilia Romagna Simona Caselli:

Bologna, 1 ott. (Adnkronos) - "Secondo me il tema vero sarebbe fare in modo che la caccia venga esercitata in maniera responsabile con la massima sicurezza. Ci sono delle regole molto stringenti pero'' anche nella nostra Regione, ad esempio, abbiamo parecchie segnalazioni di avvicinamento eccessivo dei cacciatori alle abitazioni e lamentele varie". Sono infatti le Regioni - in autonomia - a dover decidere i calendari della caccia. La proposta del ministro arriva dopo il tragico incidente ad Apricale (Imperia) dove ieri un ragazzo di 19 anni è stato ammazzato da un cacciatore 29enne che lo ha scambiato per un
cinghiale. "Così a caldo  è difficile capire" se l''idea del ministro risolverebbe il problema "perché purtroppo le tragedie possono avvenire anche in altri giorni della settimana, non solo la domenica, quindi il tema è l''esercizio responsabile della caccia, nel pieno rispetto delle regole e con estrema attenzione".
"Tra l''altro l''incidente di ieri - conclude - è successo in una caccia di gruppo, quindi anche su come si muovono le squadre probabilmente bisogna essere più rigorosi".

È la volta dell'Onorevole Stefano Maullu:

 “Gli appelli del ministro Costa e dell’On. Michela Brambilla, che hanno proposto di cancellare la giornata di domenica dal calendario venatorio, sono del tutto fuori luogo, perché colpiscono ingiustamente e gratuitamente tutta la categoria dei cacciatori, che non merita in alcun modo di essere demonizzata. Nonostante la sua evidente gravità, l’incidente di Ventimiglia non deve essere utilizzato come pretesto per colpire i cacciatori e le loro attività: gli incidenti stradali, anche mortali, si verificano per le cause più disparate, per un colpo di sonno o per ubriachezza, ma non per questo si impedisce la circolazione delle automobili durante la domenica. Bisogna perseguire chi ha sbagliato, non un’intera categoria il cui valore va ben oltre un seppur tragico incidente: è un principio sacrosanto, e lo difenderemo con ogni mezzo”. On. Stefano Maullu

Così il Ministro dell'Agricoltura Centinaio:

“Nei prossimi giorni chiederò un incontro ai Ministri Costa e Stefani per affrontare le due problematiche relative alla caccia e al contenimento degli animali selvatici che stanno mettendo in ginocchio la nostra agricoltura. Sono due argomenti troppo importanti per dibatterne solo sui giornali o sui social. Ne parleremo ognuno per le sue competenze.”

Interviene anche l'Assessore all'Agricoltura della Lombardia Fabio Rolfi: 

“La posizione del ministro Gian Marco Centinaio è quella giusta. Soprattutto dopo una tragedia bisogna riflettere, ragionare e lavorare da rappresentanti istituzionali, non da militanti di una fazione. L’attività venatoria è fondamentale per l’equilibrio ambientale. È tempo di risolvere i problemi, soprattutto quelli legati al proliferare della fauna selvatica”. Lo ha detto Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia in materia di attività venatoria. “Chiedo al ministro Sergio Costa di esercitare in maniera più istituzionale il proprio ruolo, che presuppone l’essere il rappresentante di tutti e trovare le soluzioni più idonee ed equilibrate per risolvere i problemi. Comportarsi come un militante delle associazioni animaliste non fa parte di questo protocollo” ha aggiunto Rolfi rispondendo al ministro dell’Ambiente. “I pareri dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale talvolta vengono disattesi perché ideologici, non suffragati da elementi scientifici e finalizzati unicamente a impedire una pratica legittima e necessaria per l’equilibrio ambientale. A dimostrarlo è il problema, ormai fuori controllo, della presenza del cinghiale in Lombardia. Invito il ministro a visitare con me le campagne invase e devastate dalle nutrie, a incontrare gli agricoltori costretti a subire i danni dei cinghiali, pericolosi non solo per la terra, ma anche per le persone. Per non parlare di corvi, cornacchie, piccioni e cormorani. Chi risarcisce le aziende danneggiate? Chi contiene questi animali per difendere l’equilibrio dell’ecosistema? I cacciatori, non certo le chiacchiere delle associazioni animaliste” prosegue Rolfi. “Sono quattro mesi che il ministro Costa non riceve gli assessori delle Regioni Lombardia, Liguria, Veneto e Friuli sul tema dei limiti posti da Ispra all’attività venatoria e al contenimento della fauna selvatica. Questo atteggiamento è inaccettabile e del tutto incoerente con lo stile del governo Conte che al contrario sta dando credito e ascolto alle realtà territoriali” conclude l’assessore regionale lombardo.

E il Consigliere Regionale Veneto Sergio Berlato: 

Decisamente vergognosa la strumentalizzazione che gli animalisti stanno facendo dell’incidente di caccia accaduto in provincia di Imperia, dramma che purtroppo ha spezzato la vita di un giovane ed ha irrimediabilmente rovinata quella di un altro.

L’opera di informazione sul corretto uso delle armi da caccia garantisce la riduzione ai minimi termini degli incidenti di caccia ma non riesce purtroppo ad eliminarli del tutto.
Capita purtroppo, come nel caso di Imperia, che o per un attimo di disattenzione o per l’accadere di una tragica fatalità, un proiettile sparato da un’arma da fuoco possa involontariamente causare un tragico incidente che deve essere considerato per quello che è e cioè un tragico incidente e non la dimostrazione della necessità di vietare la caccia per motivi di ordine pubblico o di sicurezza nazionale.
A coloro che prendono a pretesto l’incidente di caccia di Imperia per chiedere il divieto di caccia su tutto il territorio nazionale, chiediamo cosa si dovrebbe fare a fronte degli oltre 8.000 decessi che mediamente avvengono ogni anno in Italia all’interno delle mura domestiche (Fonte INAIL), forse vietare l’accesso nelle case degli italiani?
Oppure cosa si dovrebbe fare a fronte dei circa 4.000 decessi che avvengono mediamente ogni anno sulle strade italiane per incidenti stradali? (Fonte Eurispes), dovremmo forse vietare la circolazione stradale in tutta Italia?
Cosa dovremmo poi fare a fronte degli oltre mille decessi che avvengono mediamente in Italia sul posto di lavoro (Fonte Osservatorio indipendente di Bologna Morti sul Lavoro), dovremmo forse vietare alle persone di andare a lavorare?
A fronte degli oltre 500 decessi che avvengono mediamente ogni anno in Italia in montagna fra escursionisti e sciatori (Fonte Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico), cosa si dovrebbe fare, vietare lo sport dello sci o dell’attività speleologica?
A fronte delle 400 persone che mediamente annegano ogni anno in Italia durante le vacanze, cosa si dovrebbe fare, vietare l’accesso al mare o alle piscine a tutte le persone durante i periodi estivi?
A fronte degli oltre 40 persone che mediamente muoiono in Italia tra i cercatori di funghi (Fonte Soccorso Alpino), cosa si dovrebbe vietare l’attività di ricerca dei funghi su tutto il territorio nazionale?
A fronte delle oltre 300 persone che muoiono mediamente ogni anno in Italia andando in bicicletta, cosa si dovrebbe fare, sequestrare tutte le biciclette presenti sul territorio nazionale ed obbligare tutti ad andare a piedi, nonostante le centinaia di decessi causati ogni anno dagli investimenti automobilistici o per le scivolate a causa del ghiaccio sulle strade e sui marciapiedi?

Come si può ben costatare, se si affrontano le questioni con razionalità e non con gli occhi accecati dal furore ideologico, purtroppo non esiste nessuna attività umana che sia esente da rischi e tra tutte queste la caccia risulta essere oggettivamente di gran lunga una delle meno pericolose, nonostante venga esercitata utilizzando delle armi da fuoco.

Con questo non si vuol minimizzare la gravità e la drammaticità dell’incidente di caccia di Imperia, collocando però questo sporadico episodio nelle sue reali dimensioni e non utilizzandolo come pretesto per giustificare la richiesta di vietare la caccia su tutto il territorio nazionale, frutto di un deprecabile approccio ideologico da parte di squallidi personaggi che parrebbero più propensi alla speculazione che a garantire la sicurezza dei cittadini.

Oltre al Senatore ligure Francesco Bruzzone:

“Quanto avvenuto ad Apricale è un incidente terribile: esprimo vicinanza e cordoglio ai familiari della vittima di un episodio tragico e inconcepibile che amareggia e addolora tutti quanti. Bisogna impegnarsi per ridurre la possibilità di altri incidenti, serve aumentare la preparazione dei cacciatori per questo particolare tipo di caccia, quella al cinghiale, che necessita di maggiori attenzioni. Inoltre, è necessario alleggerire la domenica diluendo maggiormente le giornate di caccia sul martedì e sul venerdì. Dal momento che siamo l’unico Paese UE ad avere due giornate di fermo venatorio, prendendo spunto da quanto avviene all’estero serve modificare la norma dello Stato affinché si possa prevedere la possibilità di utilizzare i due giorni per i cinghialisti, in modo da ‘alleggerire’ la domenica. Sbaglia chi, come certe realtà, cerca di usare un tragico momento per fare propaganda e chiedere l’abolizione di un’attività che non può essere eliminata: sarebbe come proporre di abolire le attività sciistiche o motociclistiche quando avvengono incidenti. Servono soluzioni concrete per prevenire episodi pericolosi, senza strumentalizzare a fini politici una tragedia”.

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