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FIDC: CACCIA SOSTENIBILE E BIODIVERSITÀ

federcacciaGestire attivamente il territorio e con esso le sue risorse è il cardine per la tutela e la salvaguardia del nostro ambiente naturale e agrario. In occasione della giornata della diversità biologica, che si festeggia oggi in tutto il mondo, alcune riflessioni sul ruolo positivo dell’attività venatoria alla sua tutela e valorizzazione

Roma, 22 maggio 2020 - Il termine biodiversità è ormai diventato di uso comune e ciò è sicuramente un bene per promuovere la tutela e la salvaguardia del nostro ambiente naturale. Rovescio della medaglia è che purtroppo si parla troppo spesso di biodiversità in maniera impropria e in svariati contesti non sempre pertinenti.
La giornata mondiale sulla biodiversità che ricorre oggi, 22 maggio, può essere un momento di riflessione al riguardo e una valida occasione per ribadire il suo significato e importanza.
Salvaguardare la biodiversità vuol dire semplicemente conservare il complesso patrimonio naturale dato da tutte le componenti vitali che lo compongono. Ogni spazio vitale della terra va pertanto tutelato per il valore della sua complessità. Un bosco, per esempio, deve essere così considerato nella interezza di varietà di alberi e arbusti che lo compongono, di sottobosco erbaceo, di lettiera, di suolo e così via, compresa tutta la fauna che lo caratterizza, dalle categorie più piccole fino ai mammiferi e all’uomo stesso. Ognuna di queste componenti vitali infatti, ha un ruolo funzionale importante nella catena eco-sistemica che è necessario per la conservazione e mantenimento del bosco stesso.
Per ogni ambiente naturale essere funzionale, grazie alla biodiversità, vuol dire essere stabile nel tempo, più resiliente alle avversità esterne e, potenzialmente, più ricco in genere in risorse e nell’erogazione di servizi ambientali. Una “ricchezza” quest’ultima di difficile valutazione, ma chiaramente fondamentale per la nostra sopravvivenza e che non possiamo permetterci di ignorare o di farne a meno per gli inevitabili e stretti legami che abbiamo con tutti gli esseri viventi del pianeta. Un ecosistema stabile infatti conserva il suolo, regima e tutela le acque, mitiga il clima, cattura C02 in eccesso, disinquina...
Biodiversità non è comunque un concetto riservato solo agli habitat naturali ma va inteso anche per gli ambienti seminaturali come i territori agricoli. Ecco così che alla stessa stregua diventa importante conservare la varietà del nostro paesaggio agrario, determinato da un’agricoltura tradizionale localmente caratterizzata da coltivazioni differenti e che produce un’elevatissima varietà di prodotti agricoli. Su questo fronte, noi italiani, ci dobbiamo considerare dei privilegiati per essere nati in un territorio come la nostra penisola, che è il più ricco a livello europeo in biodiversità in termini assoluti proprio per la sua eccezionale e diversificata concentrazione di habitat agrari e naturali.
Salvaguardare la biodiversità non vuol dire però escludere ogni attività antropica al suo interno. Solo alcuni rari lembi di territorio nazionale hanno ancora dei residui di naturalità primigenia che necessita di una tutela integrale. La stragrande maggioranza del nostro territorio naturale invece è fortemente modellato dall’attività dell’uomo (recente e passata) e necessità così di una costante gestione attiva da parte nostra proprio per la sua conservazione ed eventuale miglioramento in biodiversità. Del resto, la stessa Convenzione di Rio del 2002 sulla diversità biologica individua nell’uso sostenibile del territorio da parte dell’uomo un’azione importante per la salvaguardia della biodiversità. Gestire attivamente il territorio e con esso le sue risorse è pertanto un valore e il cardine per la tutela e la salvaguardia del nostro ambiente naturale e agrario.
In questa dimensione la caccia non è solo un’attività pienamente sostenibile e compatibile con la biodiversità, ma i cacciatori stessi possono avere un ruolo decisivo nella conservazione del territorio, e quindi anche della biodiversità, in diversi contesti e situazioni.
Sono un valido esempio i numerosi interventi di miglioramento ambientale effettuati e gestiti dai cacciatori in diversi contesti ambientali, che creano habitat diversificati e offrono spazio a un ampio ventaglio di componenti faunistiche. Pensiamo alle azioni di sfalcio e decespugliamento per il mantenimento dei pascoli montani, ai miglioramenti ambientali in habitat agrari di pianura e collina (es. colture a perdere), al recupero e mantenimento di aree umide... Senza tali interventi svolti dai cacciatori il territorio risulterebbe innegabilmente più povero in biodiversità.
Non dimentichiamo infine che un altro ruolo fondamentale che la caccia svolge consiste nel presidio stesso del territorio. Un’azione che in molte situazioni di abbandono da parte di altre attività umane rimane spesso l’unica e reale presenza e vigilanza ambientale possibile per l’intera comunità.
Ancora un esempio, e non di poco conto, di quello che intendiamo quando parliamo di “caccia utile”.


Ufficio Stampa Federazione Italiana della Caccia

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