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AIW - Far disperdere l'Orso marsicano... per salvarlo?

aiw wilderness logo 475 1Ma cos'hanno in testa questi "nuovi" ambientalisti?, verrebbe da chiedersi nel leggere quanto hanno più volte scritto, sostenuto e divulgato, sull'Orso marsicano. Le biblioteche di tutto il mondo di istituti, università e centri studi sulla fauna selvatica sono piene di libri, saggi, pubblicazioni scientifiche, che hanno sempre dimostrato come una popolazione esigua di animali non debba disperdersi, pena la sua estinzione; e che, caso mai, per cercare di salvarla, si deve fare di tutto per farla crescere di numero nell'area di sopravvivenza; e solo come ultima ratio se ne possono prelevare alcuni per creare nuovi nuclei a grandi distanze per evitare eventuali contagi nel caso di malattie. Guai, invece, far ridurre la sua presenza numerica nella sua core area per ottenere la dispersione altrove con eccessivi prelievi, e tanto meno gioire se la popolazione si disgrega e dà vita a quel fenomeno che i suddetti "nuovi" ambientalisti chiamano "espansione", mentendo sapendo di mentire. Tutto quanto finora pubblicato stabilisce anche un altro principio: se una piccola popolazione si disperde, la sua estinzione può dirsi SICURA! Ogni nuovo orso al Gran Sasso o alla Majella significa un orso in meno nella core area del Parco d'Abruzzo: questa è una regola matematica piuttosto che di biologia!

E invece, cosa dobbiamo leggere sui comunicati di associazioni animaliste italiane in merito all'Orso marsicano, animale che, appunto, ricade nella succitata casistica: «L’espansione dell’orso verso il PNGSML e la sua permanenza all’interno di questa meravigliosa area protetta meritano grande attenzione da parte di tutti (...). L’espansione della specie sulla catena appenninica è una delle condizioni necessarie a garantire la conservazione dell’orso marsicano a medio lungo termine cosi com’è ribadito dalle ultime ricerche sulla specie dell’Università di Roma e dalle prescrizioni contenute nel suo piano di tutela ( PATOM).» (Cfr. Comunicato stampa 28.12.2020 di Salviamo l'Orso).

Peccato che si sottaccia che non trattasi di "espansione" (fenomeno che avviene quando una popolazione cresce di numero) ma di "dispersione" (quando una popolazione si disgrega: fenomeno altamente negativo, in quanto viene ridotta la sua possibilità riproduttiva; si aumenta il rischio di uccisioni; si rende più difficile la sua protezione; si riduce la possibilità di una tutela del suo habitat di vita). Per fare un esempio, è come se quando in America decisero di salvare il Cigno trombettiere, il Condor della California, o il Furetto dai piedi neri, avessero favorito la dispersione dei pochi individui sopravvissuti in ristrette aree di vita (dove invece si è fatto di tutto per conservali e proteggerli)! Ne furono solo prelevati alcuni - anche per farli riprodurre in cattività -, e solo quelli utilizzati per ripopolare altre lontane località. Ma mai si lodò la dispersione dei nuclei sopravvissuti, né tanto meno la si favorì! In Abruzzo abbiamo dovuto più volte sentire dichiarazioni quali "gli orsi marsicani vivono meglio fuori dal Parco Nazionale d'Abruzzo" (dichiarazione fatta anche da alcune autorità), o di "grande attenzione che le recenti segnalazioni di orso all'interno del più grande parco nazionale dell'Appennino hanno suscitato"! Un "attenzione" che avrebbe dovuto essere segnale di pericolo per l'orso marsicano, non quasi di un successo! Ripetiamo: un orso al Gran Sasso è un orso in meno nel Parco d'Abruzzo sua storica zona dove la popolazione si era relegata!

Dichiarazioni, peraltro, oggi sconfessate da quella succitata, dove si asserisce, invece, che «L’espansione dell’orso verso il PNGSML (Parco Nazionale Gran Sasso-Monti della Laga) e la sua permanenza all’interno di questa meravigliosa area protetta meritano grande attenzione da parte di tutti.»! Come se lo storico Parco Nazionale d'Abruzzo non fosse più una "meravigliosa area protetta"! E quasi ad intendere che nella sua storica core area l'orso marsicano non vi possa più vivere ottimamente, e, quindi, se ne veda bene il continuo suo allontanamento verso altre aree ad esso esterne! A Yellowstone si è fatto di tutto per far crescere nell'ambito del Parco la popolazione di Grizzly, e solo dopo che la popolazione è aumentata di numero se ne è favorita l'espansione verso altre aree (addirittura autorizzando anche l'abbattimento di alcuni individui per ridurre i conflitti col mondo rurale).

Com'è possibile che si sostengano certe tesi senza neppure il timore di cadere nel ridicolo? Eppure, così da noi vanno le cose: quando si subisce una sconfitta, o la si riconosce o la si trasforma in vittoria giocando con le parole!

Se è questo l'ambientalismo del nuovo secolo, sprovveduti e sconosciuti che sconfessano autorevoli studiosi passati alla storia e maestri in tutte le università del mondo, sia con la loro presenza sia con i loro testi, allora vuole dire che qualcosa non funziona, visto che tutte quelle persone ed i loro studi vengono sconfessati. Se è così che si intende salvare l'Orso marsicano, allora forse c'è qualcosa di sbagliato nell'animalismo di questo nuovo secolo, dove, non per nulla, l'animalismo è cresciuto a scapito del conservazionismo, per cui un orso "barbone" per le strade di Pescasseroli (o di Villalago o di Lecce nei Marsi, ecc. ecc.) per loro vale quanto un grizzly nel cuore selvaggio dello Yellowstone!

Oggi, purtroppo per tanti "orsofili marsicani", due sono i VERI pericoli che minacciano questa residua ed esigua popolazione di orso bruno: la sua continua dispersione di individui e la conseguente disgregazione della popolazione originaria! Tutto il resto non è noia, come dice la canzone, ma segno di una gestione inefficace, di una perdita di tempo e di uno spreco di danari, quale che sia il finanziatore o il donatore!

Murialdo, 30 Dicembre 2020

Franco Zunino
Segretario Generale AIW

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