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La Cassazione si pronuncia nuovamente sul collare elettronico

Con la sentenza del 20 giugno 2013 n. 38034, la Terza sezione penale della Corte di Cassazione si pronuncia nuovamente contro il collare elettronico.

Viene riaffermato il principio già espresso precedentemente dallo stesso Collegio, secondo cui “Il collare elettronico è incompatibile con la natura del cane: esso si fonda sulla produzione di scosse o altri impulsi elettrici che, tramite un comando a distanza, si trasmettono all’animale provocando reazioni varie” (cfr. Corte di Cassazione, Sezione III Penale, sentenza n. 15061 del 24/01/2007 Cc. dep. 13/04/2007 Rv. 236335).

Secondo i Supremi Giudici, si tratterebbe sostanzialmente di un addestramento basato esclusivamente sul dolore, lieve o forte che sia, e che incide sull’integrità psicofisica del cane.

Ciò, poiché la somministrazione di scariche elettriche per condizionarne i riflessi ed indurlo tramite stimoli dolorosi ai comportamenti desiderati produrrebbe effetti collaterali quali paura, ansia, depressione ed anche aggressività.

Nel caso di specie, è stata confermata la condanna nei confronti dell’imputato perché deteneva un cane in condizioni incompatibili con la sua natura e produttive di gravi sofferenze, utilizzando un collare elettrico al fine di reprimere comportamenti molesti (abbaio).

Avvocato Yuri Tartari

 

leggi il testo integrale della sentenza qui: Cassazione penale  sez. III, 20 giugno 2013, n. 38034

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