Menu
RSS

facebooktwitteryoutubehuntingbook

Mangiare da…cani

Mangiare da…cani
E’ ormai assodato che i cani domestici discendono dal lupo e lo confermano, tra l’altro,  le somiglianze morfologiche ed i modelli comportamentali fondamentalmente simili. L’addomesticamento sarebbe avvenuto circa 15.000 anni fa, tra l’epoca paleolitica e quella neolitica e gli scavi archeologici hanno ritrovato ossa canine accanto ad ossa umane risalenti a tale periodo. Nonostante la selezione abbia portato  a marcate differenze morfologiche rispetto ai loro progenitori, i cani hanno molti punti in comune con i canidi selvatici per quanto riguarda la scelta ed il comportamento alimentare. La conoscenza di questi aspetti, spesso trascurati, si rivela estremamente utile per meglio comprendere come alimentare i propri cani perché se è vero che la selezione genetica operata dall’uomo ha modificato molti caratteri, molti altri, tra cui l’alimentazione, sono invece rimasti inalterati.
Bisogna innanzitutto ricordarsi che i lupi ricercano il cibo spostandosi su lunghe distanze, intercettando la preda, spesso un grosso ungulato, mediante l’olfatto ed inseguendola in gruppo per catturarla. Tuttavia non disdegnano, come anche altri canidi selvatici, vegetali, di insetti, di animali di mole medio-piccola di carogne e di rifiuti. 
Questo ci ricorda che l’alimentazione dei canidi selvatici e molto varia e non è costituita da sola carne, ma anche da frattaglie, ossa, e vegetali ricchi di sostanze minerali.  Ma ci fa anche capire che l’olfatto è fondamentale nella scelta e nel gradimento del cibo  sia nei selvatici che nel cane.
Possiamo inoltre notare come alcune abitudini, come quella di trasportare altrove il cibo o di approfittare dei residui  lasciati da altri animali, si siano mantenute anche nei soggetti domestici.
Altre indicazioni importanti derivano dall’osservazione delle modalità di alimentazione dei discendenti selvatici del cane. Infatti dopo aver catturato la preda, i canidi selvatici la divorano seguendo un ordine di precedenza: dapprima si rivolgono alle cavità interne, da cui estraggono fegato, cuore, polmoni, stomaco ed intestino, poi passano ai quarti posteriori , alle spalle, al collo, alla cassa toracica; vengono lasciate per ultime le ossa della colonna vertebrale e della testa. Questa cronologia lascia intravedere delle preferenze alimentari per gli organi cavitari, seguiti dalla carne, dal contenuto intestinale e dalle ossa. Essa indica anche  un approvvigionamento differenziato dei vari principi nutritivi: le proteine e le calorie vengono tratte dalla carne, i minerali dalle ossa, la fibra dal contenuto intestinale, il materiale indigeribile che funziona da stimolo della peristalsi intestinale dalla pelle e dalle ossa. Alle prede si aggiungono altri alimenti, per lo più di origine vegetale, che vengono assunti per lenire i morsi della fame quando non sono disponibili le prime.
Le quantità consumate sono proporzionali alla mole dell’animale ed al dispendio energetico dovuto al movimento; rispetto a quelle normalmente somministrate ai cani esse paiono rilevanti, ma bisogna considerare che i selvatici bruciano molta energia per gli spostamenti, per la caccia e per difendersi dalle temperature esterne. Si calcola che un lupo possa assumere fino a 20 Kg di alimenti in un solo pasto. La natura ha dotato i predatori di uno stomaco molto capiente, che può accogliere più del 70% dell’intero contenuto del tratto digerente; esso ha evidentemente la funzione di immagazzinare l’alimento quando disponibile e quindi di approfittare delle congiunture favorevoli per sopperire ai periodi di magra. Alle grandi abbuffate fanno infatti riscontro periodi, talora anche lunghi, di digiuno.
L’accesso al cibo avviene seguendo regole gerarchiche; la precedenza spetta agli individui dominanti, seguono via gli altri. Se l’ordine sociale è ben stabilito non avvengono incidenti, diversamente si scatenano lotte violente.
Di solito viene consumato un solo pasto al giorno, seguito da un periodo di tranquillità e di riposo.
Anche dal comportamento alimentare dei canidi selvatici possiamo trarre indicazioni preziose per la gestione dei cani domestici perché evidentemente, con l’esclusione dei cani di piccola taglia in cui sono solitamente raccomandati due pasti, un pasto al giorno è sufficiente, e ci spiega perché  in presenza del cibo alcuni cani possono diventare aggressivi anche nei confronti dell’uomo, soprattutto  quando non esiste un rapporto di gerarchia ben definito.   Anche il rifiuto del cibo da parte del cane, se ovviamente  è limitato nel tempo e non è accompagnato da sintomi di malattia, non deve preoccupare perché “mima” quanto accade in natura. 
Ormai da molti anni sono comparsi sul mercato alimenti completi, secchi o inscatolati, che stanno gradualmente sostituendo la tradizionale alimentazione casalinga, nei confronti della quale presentano alcuni vantaggi. Infatti garantiscono la copertura integrale dei fabbisogni nutritivi, perché  un buon alimento completo deve apportare tutti i principi nutritivi (proteine, grassi, minerali, vitamine) indispensabili al cane.
Tra i vantaggi va sicuramente poi citata la loro lunga conservazione dovuta al processo di sterilizzazione delle lattine o al basso contenuto in acqua dei mangimi secchi. Questo li rende anche di maggiore praticità di impiego perché  consentono un sensibile risparmio di manodopera e dei mezzi richiesti per preparare le zuppe,   possono essere conservati in qualsiasi ambiente, purché fresco ed asciutto, e sono facilmente dosabili, i secchi mediante un contenitore preventivamente tarato, le scatolette con l’osservazione del grado di svuotamento o con l’impiego di un misurino. Un grande vantaggio per chi si sposta spesso con il cane è poi dovuto ala fatto che i mangimi possono seguire ovunque il proprietario ed il suo animale, assicurando così una costanza dell’alimentazione dell’animale, spesso stressato per il cambiamento di ambiente, il viaggio, il lavoro e sollevando il proprietario dalla preoccupazione di dover ricercare e preparare il cibo per il proprio animale nei luoghi e nelle ore più disparate. Gli inscatolati sono in genere più appetibili, ma più costosi dei secchi, e occupano un volume maggiore e danno poi maggiori problemi di smaltimento delle confezioni.
Per quanto riguarda l’alimentazione dei cani che sono impegnati nelle attività venatorie, va ricordato che in durante il lavoro il cane brucia energia e, per non dimagrire, deve assumere una maggior quantità di cibo, proporzionata alla durata ed alla intensità del lavoro. Se quest’ultimo è molto impegnativo è necessario utilizzare delle razioni a maggior concentrazione di principi nutritivi, soprattutto in grassi e proteine.
A livello commerciale si trovano mangimi appositi, mentre le razioni casalinghe devono essere arricchite di carni e di grassi e sicuramente  il lardo è uno dei grassi più  graditi dal cane.
Per non rischiare uno scarso rendimento o la torsione dello stomaco è opportuno somministrare i pasti almeno tre ore prima dell’inizio o almeno  due ore dopo la fine del lavoro. I pasti dovrebbero essere somministrati sempre alla stessa ora in quanto i cani sono abitudinari e possiedono una sorta di orologio che segnala loro l’ora del pasto.
 
 
Proff. Ezio Ferroglio e Pierpaolo Mussa, Università degli Studi di Torino
Torna su

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura