Menu
RSS

facebooktwitteryoutubehuntingbook

Ancora sulla salute di Fido

Ancora sulla salute di Fido
Sembra strano voler parlare di malattie dei nostri cani a Marzo, un mese in cui, finite le attività legate al prelievo, i nostri preziosi amici si godono il meritato riposo. Fino all’estate godranno di pace e serenità e, a parte qualche passeggiata, generalmente se ne potranno stare tranquilli.
In realtà proprio in questi mesi vi sono attività che non bisogna trascurare per non doversi poi trovare a gestire problemi peggiori. 
Per molte cagne questo è il momento dei calori e, qualora le si voglia fare riprodurre, non bisogna trascurare di portarle al parto senza un’efficace programma di sverminazione.
Esistono infatti dei parassiti, gli ascaridi, che usano la gravidanza per passare dalla madre ai feti dove arrecano numerosi problemi gestionali.
Massa di ascaridi (Toxocara canis) rinvenuta nell’intestino di un cucciolo di cane non sverminato.
 
Gli ascaridi, infatti, sono i principali vermi che si trovano nei cuccioli dove portano ad un ritardo dell’accrescimento, sindromi respiratorie e una maggiore sensibilità ad altre malattie anche virali o batteriche. Il tipico cucciolo con l’addome dilatato è un classico esempio di infestazione da questi vermi rotondi, lunghi una decina di centimetri che a volte vengono addirittura rigurgitati dal cane.
Infatti questi parassiti nuotano nell’intestino per non venire eliminati dalla peristalsi intestinale, a volte possono arrivare fino allo stomaco e in questo caso la loro azione irritante porta al vomito per cui si vede il cucciolo che espelle fino a decine di vermi con il vomito.
Come abbiamo detto gli ascaridi sono uno dei principali problemi sanitari che si incontrano nei cuccioli, ma la causa di tutto cìò è la madre. Infatti i parassiti generalmente si sviluppano nell’intestino solo fin verso i 5 mesi di vita del cane.
Dopo questa età generalmente le uova ingerite, invece di svilupparsi in adulti nell’intestino, bloccano il loro sviluppo allo stadio larvale e si vanno a localizzare nei muscoli del cane dove restano “quiescenti” (come in un lungo letargo) senza dare problemi apparenti.
Nelle cagne in gravidanza le larve si risvegliano e con il sangue arrivano al feto, dove iniziano a svilupparsi (le larve migrano attraverso il fegato per passare poi ai polmoni e infine venire deglutite e arrivare nell’intestino dove diventano parassiti adulti). Questo fa sì che i cuccioli nascano già infestati e dopo soli 15 giorni dalla nascita inizino ad eliminare le uova del parassita con cui possono infestarsi  ulteriormente o che possono venire ingerite dalla madre che così “prepara” larve per la cucciolata successiva.
Un altro modo di trasmissione da cagna a cuccioli è anche poi tramite le larve presenti nel latte materno che arrivano così ai cuccioli.  Per questo i cuccioli vanno trattati almeno tre volte nei loro primi mesi di vita, ma pochi sanno che in realtà è possibile risolvere il problema alla base trattando la cagna in gravidanza con alcuni farmaci. E’ stato infatti dimostrato che, trattando la madre tre volte, al momento dell’accoppiamento, a metà e a fine gravidanza con farmaci a base di ivermectina o milbemicina, i cuccioli nascono praticamente senza parassiti e questo porta a benefici sia per la loro crescita che per la madre.
Oltre a ridurre la contaminazione dei cuccioli e della madre questo permette poi di ridurre anche i rischi per la salute umana perché gli ascaridi del cane (appartenenti al genere Toxocara)  possono infestare anche l’uomo. Le uova presenti nelle feci sono molto resistenti e possono sopravvivere fino ad un anno nel terreno.
Questo è il motivo per cui le feci dei cani andrebbero sempre smaltite e si dovrebbe evitare loro di defecare negli orti.
Spesso però ci si accorge che il cane “ha i vermi” perché si vedono nelle feci dei “piccoli vermi bianchi” che si muovono. In realtà spesso non si tratta di vermi, ma di loro parti.
Spesso sui visceri della cavità addominale di un ungulato si trovano queste “fiaschette” che non sono nient’altro che larve (cisticerco) delle tenie del cane o della volpe.
 
Le tenie infatti sono lunghi vermi che assomigliano a tagliatelle e che sono suddivise  in pezzetti che, quando sono pieni di uova, si staccano e vengono eliminati nelle feci.
Le tenie hanno un ciclo particolare e le loro uova infatti devono venire ingerite da una specie diversa da quella in cui normalmente vive il parassita adulto per permettere lo sviluppo della larva. Questi sono detti ospiti intermedi e sono generalmente specie predate dall’ospite definitivo. Le tenie del cane sono presenti anche nella volpe, ma la trasmissione non avviene da cane a cane o da volpe a cane, bensì tramite l’ingestione di larve presenti nelle carni o nei visceri degli ospiti intermedi, che, a seconda della specie di tenia, possono essere micro mammiferi, lepri, conigli o ungulati.
Le tenie del cane sono, escluso Echinococco, delle “lunghe tagliatelle” che fluttuano nell’intestino rilasciando pezzetti di se stesse (proglottidi) ripiene di uova nelle feci.
 
Le larve hanno forme diverse e quelle che si vedono più frequentemente negli ungulati, Cysticercus tenuicollis, sembrano dei piccoli sacchettini ripieni di liquido presenti nella cavità addominale. Anche in questo caso l’indicazione di non far consumare i visceri non cotti al cane è un’indicazione che ha solide basi. Tra le varie tenie che colpiscono il cane ve ne è una, l’Echinococco, che  è estremamente pericolosa perché, se l’uovo eliminato nelle feci dal cane viene ingerito dall’uomo, si può sviluppare in questo una ciste a livello del fegato o del polmone, che può raggiungere le dimensioni di una pallina da golf o da tennis.  
Fortunatamente Echinococco, che come larva si sviluppa nella pecora,  è poco presente nelle aree alpine e nord appenniniche. Ma la possibilità che un cane ingerisca dei visceri di pecora infestati non sono poi così improbabili per cui è buona norma trattare il cane con un farmaco che contenga anche praziquantel che è il principio attivo indicato per il trattamento delle tenie nel cane. In teoria bisognerebbe trattare i cani da caccia almeno tre volte durante la stagione venatoria per garantire la loro e la nostra salute.
Fortunatamente oggigiorno ci sono diversi farmaci che contengono praziquantel assieme ad altri antielmintici per cui sono ad ampio spettro d’azione e funzionano contro tutti gli elminti che possono infestare il cane. Particolare attenzione al trattamento con un farmaco ad ampio spettro dovrebbero mostrare coloro che portano i loro ausiliari in altri paesi europei dove è presente una specie di echinococco, Echinococcus multilocularis, (che peraltro è stato recentemente segnalato anche in Trentino e in Alto Adige) che  è molto più patogeno per l’uomo e ha come ospiti intermedi arvicole. Chiaramente la possibilità che un cane ingerisca un’arvicola è molto più alta che quella del consumo di visceri crudi di pecora, soprattutto se si pensa che in certe aree del centro Europa il 25% delle arvicole sono infestate e più del 50% delle volpi ospitano il parassita adulto nell’intestino. Quindi dopo ogni viaggio nei paesi mitteleuropei occorre sverminare con un farmaco che garantisca un ampio spettro d’azione il cane per la sua e la nostra incolumità.  
Marzo è, in molte zone del centro-nord d’Italia, anche il mese in cui si fa il controllo per la filaria.
Questi vermicelli nel cuore sono adulti di Filaria. La profilassi fatta da giugno a ottobre evita che il parassita diventi adulto e porti a quadri così drammatici. 
  
Questo verme che vive nel cuore del cane, e molto più raramente nella volpe o nel gatto, viene trasmesso dalla puntura delle zanzare che assumono larve presenti nel sangue di un cane infetto e le iniettano, al pasto di sangue successivo, ad un altro cane. Quando ci si accorge che il proprio cane è affetto (si stanca facilmente), è spesso tardi per un pieno recupero funzionale del soggetto per cui occorre eseguire la profilassi da giugno a ottobre per uccidere le larve iniettate dalle zanzare prima che queste migrino nel cane arrivando poi al cuore.
La somministrazione mensile di una compressa evita quindi che il cane possa avere ripercussioni gravi per la sua salute (la filariosi cardiopolmonare fortemente invalidante per i cani da lavoro). Nei cani da caccia si può anche pensare, da agosto a ottobre,di sostituire la “compressa antifilaria” con un trattamento a base di antiparassitari che contengano ivermectina o milbecina o moxidectina e praziquantel che così, oltre che per al profilassi antifilaria, si rivelano utili anche per controllare tutti gli altri elminti con cui potrebbero venire a contatto sul terreno di caccia.
Una curiosità riguarda Thelazia callipaeda, un nematode che vive nel sacco congiuntivale del cane e viene trasmesso da un piccolo moscerino durante l’estate.
Esemplari di Thelazia callipaeda nella congiuntiva di un cane. Questo parassita si sta diffondendo nelle aree collinari e pedemontane del Nord-Ovest, ma fortunatamente si può controllare congiuntamente alla profilassi per la filaria.
 
Questo parassita che, come avevamo detto in un precedente articolo, arriva del Sud-Est asiatico, è ormai diffuso in molte aree del Nord Ovest, e non solo, d’Italia. Fortunatamente non è molto patogeno per il cane, e in più si può proteggere il cane facendo la normale profilassi per filaria perché Thelazia è sensibile ai farmaci usati per la profilassi della filaria. Quindi consultarsi con il veterinario per curare la salute del cane non è solo un problema da  “inizio stagione di caccia”, ma un’azione che va eseguita anche a fine stagione, quando pensiamo invece che il cane possa “venire riposto” nella sua cuccia fino all’apertura successiva.
Nessuno si sognerebbe di riporre un’arma sporca o umida, dedichiamo ai nostri amici a quattro zampe almeno l’attenzione che dovremmo dedicare alla carabina.
Torna su

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura