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Il Barbaresco

Il Barbaresco è un importante vino rosso del Piemonte, che si fregia del sigillo DOCG. Esso deriva dalla vinificazione delle uve del vitigno Nebbiolo (da cui deriva anche il Barolo).

La zona di origine di queste uve idonee a produrre i vini a denominazione di origine controllata e garantita Barbaresco comprendente i territori delimitati con decreto ministeriale del 1933, nonché quelli per i quali ricorrono le condizioni di cui ad un comma del DPR 12 luglio 1963, n. 930, include l'intero territorio dei comuni di Barbaresco, Neive, Treiso e di parte del comune di Alba, in nella provincia di Cuneo. Il Barbaresco nasce nelle Langhe, basse colline del Piemonte sud orientale che si estendono in un vivace gioco di profili, modulati dal mutare delle stagioni, tipiche per i loro colori d’autunno e rese celebri dal Tartufo che dalla capitale delle Langhe tre il nome di “bianco d’Alba”.

Dal punto di vista geologico, le Langhe hanno origine nell'Era Terziaria, iniziata quasi 70 milioni di anni fa. La marna tufacea bianca caratterizza il comprensorio di produzione, sulle colline alte a dominare il fiume Tanaro. Il terreno di cui è composto il territorio nella sua massima parte appartiene a quella formazione geologica fatta di tanti strati dai quali è formata la pila dei terreni sedimentari che compongono il bacino del Piemonte. Esso è caratterizzato da marne e sabbie. Le marne sono di un colore grigio-bluastro, non molto resistenti e danno luogo a colline biancheggianti piuttosto basse e rotondeggianti, per loro natura molto favorevoli alla coltivazione della vite sicuramente importate dai Romani verso il III° secolo a.C.

Il Barbaresco è una delle prime denominazioni riconosciute in Italia nel 1966 insieme al Barolo. La coltivazione del Nebbiolo in questa zona ha origini molto antiche: secondo alcuni furono i Galli i primi ad essere attratti dal vino Barbaritium e per questo giunsero in Italia; altri sostengono che il Barbaresco derivi il suo nome dai popoli Barbari che causarono la caduta dell'impero romano.

Ma la vera svolta avvenne nella seconda metà dell’ ‘800 quando giunse a Neive l’enologo e mercante francese Louis Oudart che attrezzò la cantina e che - primo nell’area - produsse con le uve Nebbiolo un vino secco, stabile e quindi commerciabile, che con il nome "Neive" ottenne una medaglia d’oro all’Esposizione di Londra del 1862. Con le stesse tecniche utilizzate dall’Oudart per il "Neive" trent’anni più tardi fu prodotto nel castello di Barbaresco il primo vino Barbaresco.
Già apprezzato dal Cavour è oggi una perla dell’enologia Piemontese, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. Di corporatura robusta (può agevolmente superare i 13° alcoolici), dal colore granato dai riflessi aranciati, si abbina perfettamente a piatti importanti di carne arrosto o bollita o a formaggi (mi viene in mente il Castelmagno, degno compare) capaci di valorizzarne il ricco bouquet di profumi, tra cui spiccano la liquirizia, la frutta candita ed il profumo di spezie. Va servito a temperatura ambiente (attorno ai 18 °) e messo in caraffa una bella oretta prima di essere versato in ampi calici, capaci di esaltarne appieno i profumi e gli aromi più reconditi. Accanto ai produttori più blasonati, si pensi a Gaja, esistono in loco tanti piccoli ma non meno importanti custodi delle importanti qualità di questo vino nobile, vero monumento all’operosità dell’Uomo di Langa ed agli umori più intimi di una terra generosa e bellissima.

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