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Vini del Veneto e del Friuli

Chi ben beve ben dorme

Chi ben dorme mal no pensa

Chi mal no pensa mal no fa

Chi mal no fa in Paradiso và

Ora ben berè che Paradiso averè

Proverbio veneto

Il Veneto è una delle più importanti Regioni vinicole italiane, prima in classifica nella produzione di vini DOC. Per nostra comodità abbiamo unito ad essa il Friuli Venezia Giulia, che vanta produzioni minori ma anch’esse di grande qualità e per tipologia vicine a quelle del Veneto. Le macro aree di produzione del Veneto sono in particolare il Veronese, il Trevigiano e la zona denominata di Breganze, mentre per il Friuli quella dei Colli Orientali – Collio e Friuli - Grave. Il Veneto è la terra di bianchi importanti e noti, pensiamo al Prosecco ed agli altri grandi Spumanti italiani, ma non è da meno per i rossi tra cui il Merlot, il Cabernet, il Valpolicella, il Raboso e l’Amarone, figli anch’essi di questa terra generosa e del lavoro delle genti locali, che hanno saputo valorizzarli nel tempo. I primi cenni alla viticoltura su queste terre risalgono alla colonizzazione romana, con un lento ma costante incremento a favore della qualità e della quantità: la svolta vera pare essere stata nella seconda metà dell’800 quando i processi di lavorazione e di conservazione del vino vennero affinati, anche con l’ausilio di enologi stranieri (francesi soprattutto) e la messa a dimora di ceppi di vitigni che si acclimatarono molto bene alle colline venete ed alla valle del Piave. I due più importanti sono quelli cosiddetti bordolesi e cioè il Cabernet (Franc e Sauvignon) insieme al cugino Merlot che hanno nel tempo raggiunto livelli di vera eccellenza. Poi venne la Prima guerra, con le sue devastazioni, e fu necessario ricominciare da capo.

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Cabernet.

Ottenuto dalle omonime uve di cui esistono due varietà: - le già citate France e Sauvignon che è quella prevalente - ha colore rosso rubino abbastanza intenso tendente al granato e poi al mattone con l’invecchiamento. Esistono produzioni di questo vino sia in purezza, che assemblato (con Merlot ed altri). Profumo tipico del vitigno bordolese tra l’erbaceo e il fruttato complessi. Sapore asciutto con tannicità presente, ma equilibrata, ricco di corpo, caldo ed avvolgente. Con l’invecchiamento assume tipico sentore di goudron (catrame) sia nel sapore che nel profumo ma che occorre sia armonico nella sua austerità. Di buona alcoolicità (attorno ai 13°) ed acidità moderata. E’ prodotto in numerose Province venete ma noi ricorderemo in particolare Verona e Treviso. Per esprimersi al meglio esige un adeguato invecchiamento dai 3 ai 5 anni, con passaggio "in legno". E’ forse il più importante vino rosso veneto da arrosti, ideale anche con la cacciagione (in particolare con le ricette di lepre e capriolo). Va servito ad una temperatura di 18-20 gradi e va posto in caraffa almeno un’ora prima di essere consumato.

Merlot.

Il nome deriverebbe dalla predilezione che il merlo avrebbe per i suoi acini. Anch’esso derivante dall’omonimo vitigno bordolese, è cugino del Cabernet. Ha colore rosso rubino, tendente al granato con l’invecchiamento. Profumo vinoso, con erbaceo intenso; dal sapore asciutto e giustamente tannico, di corpo tendente anch’esso all’erbaceo. Dalla scarsa acidità ha gradazione alcoolica leggermente inferiore al Cabernet (12°). La zona di produzione comprende larga parte del Veneto centro orientale, in particolare le province di Treviso, Vicenza, Padova, Venezia e Verona.
La resa massima di uva ammessa per la produzione di vino Merlot non deve essere superiore a una quantità compresa tra i 110 e 240 quintali per ettaro, a seconda delle zone. E’ un vino che necessita di un breve invecchiamento (2- 3 anni) e che potremmo definire da "tutto pasto", anche se si adatta perfettamente con carni bianche o rosse e meno impegnative.

Amarone.

E’ un vino dalla grande struttura conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. Ottenuto da uve Corvina, Corvinone, Rondinella ed Oseleta vendemmiate di solito a settembre inoltrato. Le uve subiscono una surmaturazione (appassimento) naturale in tradizionale strutture per circa quattro mesi. Il vino viene affinato in barrique prima e in bottiglia poi. Il colore è rosso granato profondo. Al naso presenta un profumo intenso, dai caratteristici sentori di frutta rossa matura e di confetture, uniti alle note tipiche conferite dall’appassimento dei grappoli. Caratteristica è la presenza di sfumature speziate, di sentore di caffè, cioccolato amaro, tabacco e cannella, con la comparsa con l’invecchiamento di note di goudron. Al palato presenta un alcolicità elevata, un corpo generoso, vellutato, sapido, persistente, con note di mandorla, amarena in confettura, spezie. Quanto agli abbinamenti culinari la tradizione parla di piatti molto importanti, a base di selvaggina e cacciagione, carni rosse alla brace, arrosti e brasati, agnello e capretto al forno, formaggi leggermente grassi, saporiti e stagionati. E’ comunque ottimo a fine pasto, bevuto da solo, come "vino da meditazione". Raggiunge i 15°.

 

 

Empi il bicchier ch’è vuoto,

vuota il bicchier ch’è pieno,

non lo lasciar mai vuoto,

non lo lasciar mai pieno

(Strofetta incisa su un antico boccale veneto)

Raboso del Piave.

Dalle omonime uve, ha in gioventù colore rosso rubino brillante, con riflessi violacei, tendenti al granato con l’invecchiamento che richiede. Un raboso troppo giovane - dicono in Veneto - va bevuto almeno in tre: uno per bere, due per sostenere l’amico dopo la scossa ricevuta o almeno per consolarlo. Il profumo è intensamente vinoso, con netta predominanza di marasca che lo caratterizza. Sapore asciutto, di viva acidità da giovane, ricco di tannino ma comunque armonioso e rotondo. Il luogo di produzione è una piccola zona sulla sinistra del Piave, tra i comuni di Oderzo e Conegliano. L’invecchiamento può raggiungere gli otto/dieci anni e la gradazione alcoolica sino ai 13°. Una volta maturo si adatta ottimamente alle carni arrosto, come il maiale o la selvaggina da pelo (cervo, capriolo). Va servito alla temperatura di 20-22 gradi.

Bardolino.

Deriva da una mescolanza di uve Corvina veronese, Molinara e Rondinella. Ha colore rosso rubino poco carico, limpidissimo. Ha profumo delicatamente vinoso, dal sapore asciutto, sapido seppur leggero di corpo. Dalla bassa alcoolicità, è molto prodotto in Provincia di Verona. Non è particolarmente vocato all’invecchiamento e si adatta bene alle carni bianche di selvaggina (fagiano e pernice).

Pinot nero.

Ottenuto dalle omonime uve, ha colore rosso rubino leggermente granato. Profumo che si apre con bouquet invitante, che ricorda la mora selvatica e il mirtillo. Corpo asciutto appena tannico. Giovane si abbina bene ai salumi e agli umidi di carne bianche e rosse. Va servito a 15-18°C.

Refosco.

Colore rosso assai acceso, profumo vinoso leggermente erbaceo. Corpo robusto e talvolta aggressivo. È vino da consumarsi giovane o con uno o due anni d’invecchiamento.
È un rosso da tutto pasto ma con carni bianche, rosse e selvaggina si esprime al meglio.
Va servito a 18-20°C. Raggiunge una gradazione intorno ai 12,5°.

Malbech.

Sia in Francia, nella zona del bordolese in generale, che in Italia, ha avuto una grandissima diffusione, tanto da trovarlo coltivato su quasi tutto il territorio nazionale. Negli ultimi cinquant’anni, è stato snobbato dai cugini nobili Cabernet e Merlot, con riduzione notevole degli impianti. Attualmente è riassunto a nuova gloria, che oltretutto gli  compete almeno al pari del Merlot. Il Malbech in Italia arrivò nel secolo XIX e date sicure le ritroviamo solo nel 1881, quando il Conte Provana di Collegno (Torino) illustra il suo Malbech all’esposizione ampelografica di Pinerolo.Ha colore rosso rubino carico, di buon corpo, armonico. Sapore leggermente erbaceo assai particolare, con l’invecchiamento (solo qualche anno) affina il proprio personalissimo bouquet. Si accompagna bene a salumi, carni bianche e rosse.
Va servito a 18-20°C.

Valpolicella.

Da uve Corvina veronese, Molinara e Rondinella con aggiunta alle volte di uve "minori" (Negrara e Rossara). Ha colore rosso rubino di media intensità. Il profumo è vinoso, gradevole, che ricorda a tratti la mandorla. Il sapore è asciutto, sapido e leggero, poco tannico ma comunque armonico. L’alcoolicità è moderata (attorno agli 11- 12°). Hemingway nel suo famoso romanzo Al di là del fiume, tra gli alberi parla del Valpolicella con affetto, definendolo "secco, rosso e cordiale come la casa di un fratello con cui si va d’accordo".

Franconia.

E’ un vitigno "minore" di origine Austriaca, diffuso nel vicino Trentino come in alcune zone del Friuli, in pianura (Isonzo) come sulle basse colline. Nelle colture di collina, pur non avendo grandissimi pregi si possono trovare delle punte di qualità interessanti. Colore rosso rubino intenso. Nervoso, di medio corpo e tannino, talvolta leggermente frizzante, erbaceo e vinoso da giovane, acquista un interessante profumo e sapore di sottobosco con qualche anno di invecchiamento. E’ un vino non sempre facile da trovare in enoteca, che ha il suo fascino e va abbinato a piatti della cucina rustica regionale e  umidi di carni bianche e rosse. Va servito alla temperatura di 15-16 gradi.

Terrano del Carso.

E’ un vino rosso ottenuto da uve Refosco ed altre minori. Apprezzato come vino da tutto pasto ha colore rubino intenso, profumo vivace di frutti freschi tra cui spicca il lampone. Proviene da una zona geografica circoscritta tra Monfalcone e Trieste, ben si adatta ai piatti tipici della tradizione Istriana e Slovena (prosciutti ed insaccati di selvaggina), raggiunge una gradazione alcoolica tra gli 11 ed i 12°. Va servito sui 16 – 18 gradi.

N.b.: per la complessità e l’importanza di questi vini (pensiamo solo all’Amarone) non si ha la pretesa di essere esaustivi, ma di fornire un’informazione di massima al lettore. L’ordine in cui i vini sono stati posti è casuale e non d’importanza

 

 

 

 

 

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