Menu
RSS

facebooktwitteryoutubehuntingbook

Vini dell' Emilia Romagna

Rispose allor Morgante – A dirtel tosto

io non credo più al nero ch’ all’azzurro, ma nel cappone,

o lesso, o vuogli arrosto; e credo alcuna volta

anche nel burro, nella cervogia e, quando io n’ho

nel mosto… ma sopra tutto nel buon vino ho fede,

e credo che sia salvo chi gli crede.

Pulci, Dal Morgante, secolo XVIII

Emilia Romagna

Volendo esprimere con una rapida sintesi l’immagine enoica di questa Regione ben potremmo usare l’espressione di “Terra dei Lambruschi”, per la notorietà e le eccellenti produzioni che si ottengono da queste uve. Sono essi vini simpatici, cordiali e frizzanti che hanno dato lustro a questi siti ben oltre i confini locali e che ottimamente si sposano alla ricca, anzi, opulenta cucina regionale, dove il maiale e le paste fatte in casa la fanno da padrone. I vini dei suoi tanti Colli (Piacentini, Parmensi, Bolognesi, di Imola, di Faenza e Rimini, di Scandiano e Canossa) insieme all’Ortugo, al Pignoletto, all’Albana, al Trebbiano tra i bianchi ed al Cagnina di Romagna, al Sangiovese, al Bosco Eliceo, il Barbarossa, il Gutturnio, il Cabernet Sauvignon - spesso disponibili anche nelle modernissime versioni biologiche - contribuiscono a fare dell’Emilia Romagna una regione di vera eccellenza non solo nella quantità, ma anche nella qualità.

Il Lambrusco di Sorbara

E’ uno dei vitigni più antichi d’Italia e nell’immaginario collettivo è spesso visto come un vinello, un vino di poco valore. Dopo una produzione di massa negli anni ‘80 con il metodo Charmat si torna oggi verso una fermentazione all’antica, in bottiglia. Basta citare alcune aziende che stanno tornando alla tradizione come Donati, Cà de Noci, Vittorio Graziano, Cinque Campi, Le Barbaterre. Colore rosso rubino non carico, adornato da una vivace spuma rosso brillante. Profumo delizioso di viola, leggero e non impegnativo. Sapore asciutto, frizzante, di corpo snello e sapido nella sua morbidezza, esaltato dallo sviluppo gassoso in bocca. Alcoolicità sui 10-11 gradi; è vino prodotto in buona parte della Provincia di Modena, sino a Reggio Emilia e Mantova. E’ per sua natura vino da consumarsi al compimento del primo anno, ma alcune tipologie di Lambrusco dalla tannicità leggermente più elevata come dal maggior corpo, possono portare ad un moderato invecchiamento. Ritenuto vino da salumi, ideale per azzerare la bocca dopo un ricco boccone di qualche affettato tipico o dopo il famoso “gnocco fritto”, si adatta ottimamente alle paste all’uovo, piuttosto che al cotechino o allo zampone. Va servito piuttosto fresco in ampi calici alla temperatura di 12, 14 gradi. E’ ottimo anche abbinato ai salumi di selvaggina (cinghiale) ed alle declinazioni dello stesso con la polenta.

Per cogliere le differenti tipologie di Lambrusco, così come i diversi metodi di fermentazione e vinificazione, proponiamo quattro etichette: Lambrusco dell’Emilia Camillo Donati 2010; Rosso dell’Emilia Cinque Campi 2010; Modena Rifermentazione Ancestrale Francesco Bellei 2011; Lambrusco di Sorbara “Rimosso” Cantina della Volta 2010.

Il Lambrusco Gasparossa

Si distingue da quello prima citato per un colore maggiormente carico, con un profumo più fruttato dovuto ad una certa amabilità residua. In realtà i Lambruschi della tradizione raramente venivano vinificati in purezza: spesso erano ottenuti da una mescolanza di uvaggi, differenti ma pur sempre briosi, come ad esempio il gasparossa, malbo gentile, montericco e sgavetta.

Il Lambrusco Salamino

E’ più simile al Sorbara che al Gasparossa. Si distingue per un grado alcoolico un po’ più accentuato ed a una maggiore tannicità. Prodotto in Provincia di Modena sconfinando sino alla Provincia di Reggio Emilia.

Il Sangiovese

E’ uno dei vitigni più diffusi nel nostro Paese insieme alla Barbera. Dal contributo delle sue uve nascono alcuni dei vini più famosi ed apprezzati al mondo, tra cui il Brunello di Montalcino, il Vino Nobile di Montepulciano, il più pregiati Chianti e tanti altri. Il Sangiovese di Romagna (dalla parte collinare delle Provincie di Bologna, Forlì- Cesena, Ravenna e Rimini) ha colore rosso rubino, con riflessi violacei, odore vinoso con sentori delicati di viola, sapore secco armonico, a volte anche un po’ tannico, con retrogusto amarognolo. Si dice che sia il vino che meglio rappresenti il carattere dei Romagnoli: franco, esuberante, schietto, robusto, ma in fondo gentile e generoso, sotto un apparente ruvidezza. La Doc lo rende disponibile nelle versioni Novello, Superiore e Riserva. Ottimo nelle prime due con carni rosse arrostite o alla brace, come con le paste fatte in casa della tradizione ed i formaggi di fossa, nelle versioni Riserva si adatta meglio ai brasati ed agli stufati di selvaggina.

Il Gutturnio

Dai Colli Piacentini nasce questo vino che è stato uno dei primi DOC Regionali. Ottenuto da uve croatina e barbera, ha colore rosso rubino brillante di diversa intensità; il profumo è vinoso e tipico, mentre il sapore è secco e abboccato, fresco, giovane e vivace (nelle versioni frizzanti). Queste ultime versioni sono molto indicate con gli affettati della zona (salame, pancetta, coppa) come con i formaggi. Eccellenti con la pistà ‘d grass (lardo battuto al coltello, con aglio e prezzemolo), come con i pisarei e fasò (gnocchetti di pasta “povera” conditi con fagioli borlotti). Le versioni ferme meglio si adattano agli arrosti di cervo, come al cinghiale.

Il Barbarossa

E’ un vitigno molto antico adatto al lungo invecchiamento. Riscoperto recentemente, deve il suo nome all’Imperatore Federico Barbarossa che da queste parti soggiornò (si pensi alla vicenda di Canossa e della sua famosa Contessa Matilde). Da queste uve si ottiene un vino di colore rosso granato tendente all’aranciato, ha profumo intenso che richiama con intensità i profumi della viola e della rosa. Il profumo è asciutto, corposo e diretto, con grande carattere. In cucina, dato il suo notevole corpo, ben si adatta agli arrosti di maiale come alla selvaggina da pelo, con sughi anche importanti a base di funghi e tartufi. Va servito tra i 18 e i 20° in ampi calici capaci di favorire l’esaltazione dei suoi profumi più reconditi.

Il Cabernet Sauvignon

Vitigno di origine bordolese, è molto diffuso in varie parti del Mondo come in Italia, concorrendo a creare vini di straordinaria importanza adatti al lungo invecchiamento anche in barriques (botti di rovere che conferiscono al vino un particolare sapore). Coltivato su buona parte dell’Appennino emiliano romagnolo, da ottimi vini ricchi di struttura grazie alla presenza di tannini. Ha un bouquet particolarmente ricco di profumi ed è indicato con piatti di una certa importanza, come le carni rosse di manzo o maiale, come con il cinghiale, anche nella versione ragù sposato ad un bel piatto di tagliatelle.

 

Torna su

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura