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Cacciando

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Interpellanza urgente del PDL sugli incidenti di caccia

Lo riporta Geapress, agenzia di stampa molto vicina alle posizioni animaliste.
L’interpellanza è stata presentata lo scorso 3 dicembre da trenta parlamentari con l’On.le Fiorella Ceccacci Rubino come prima firmataria. Destinatari di quest’atto parlamentare sarebbero stati i Ministri degli Interni e quello delle Politiche Agricole e Forestali.
Partendo dagli ultimi tragici incidenti di caccia, verificatisi a Pantelleria e Nuoro e che hanno coinvolto minori, si riferisce di quasi cento vittime tra morti e feriti in meno di cinquanta giorni effettivi di caccia; tra questi, sempre secondo l’interpellanza, ben ventidue morti con sedici cacciatori e sei  “…persone, queste, che hanno avuto la sventura di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato, finanche a casa propria o nel proprio terreno agricolo.”
Settantacinque invece i feriti di cui cinquantanove i cacciatori.
Il documento prosegue segnalando come le norme siano tutt’ora inadeguate, consentendo visite mediche per il rinnovo del porto d’armi ogni sette anni (?), e  con una popolazione di cacciatori sempre più anziana. Permesso di sparare anche nei terreni privati, norme di sicurezza da rivedere e scarsi controlli sul territorio da parte degli Organi preposti.
Soddisfazione sarebbe stata manifestata da parte di Daniela Casprini , presidente dell’ associazione vittime delle caccia, secondo cui sempre più cittadini invocano una drastica riduzione della caccia e una intensa vigilanza per un’attività definita “….oramai decontestualizzata dal territorio italiano e dal vivere civile”.
Queste comunque alcune delle richieste avanzate dei parlamentari PDL:
1)    vietare la partecipazione dei minori alle battute di caccia, anche solo in qualità di  accompagnatori;
2)    aumentare le distanze di sicurezza previste all'articolo 21, comma 1, lettera a), e) ed f) della legge n. 157 del 1992;
3)    intensificare i controlli e la vigilanza sull'attività venatoria al fine di prevenire e reprimere comportamenti lesivi dell'incolumità pubblica;
4)    applicazione dell'articolo 703 del codice penale (esplosioni pericolose) in caso di mancato      rispetto delle distanze di sicurezza, con l’inasprimento la sanzione penale prevista;
5)    esami psicoattitudinali e d’idoneità fisica per i cacciatori annuali e non ogni sei;
6)    divieto d’accesso ai fondi privati se non espressamente consentito dal proprietario;
Si chiede anche di rivedere la disponibilità del territorio fruibile per i cacciatori riducendo quello venabile;  l’avvio di ricerche di metodi incruenti per il contenimento demografico delle specie considerate in sovrannumero, con supporto e guida dell'ISPRA e del mondo scientifico; il divieto dell'allevamento e dell'immissione a scopo venatorio della fauna appartenente alle specie da contenere; la possibilità di sospendere, e per un periodo di tempo non più recuperabile durante la stagione venatoria, l’attività di caccia ogni qual volta si verifichino episodi mortali.
Il documento conclude con l’appello ai Ministri per l’adozione di misure urgenti e di conseguenti iniziative normative.

(fonte Geapress,  www.geapress.org)

Ricordando come, e anche qui in soli cinquanta giorni, tra il 12 luglio e l’8 settembre 2010, siano morti in Italia quarantatre cercatori di funghi di cui  la grande maggioranza concentrata sull’arco alpino; di come ben cinque ne siamo morti nel solo mese d’ottobre di quest’anni nella Provincia di Torino (e nessuno di questi “investiti” dalle fucilate dei cacciatori); ci si chiede quando qualche parlamentare interverrà per scongiurare queste altre tragedie nazionali, imponendo pure alle famigliole italiane alla ricerca degli ambiti porcini e ovuli, di fare corsi, visite mediche, assicurarsi, utilizzare abbigliamento adeguato, rispettare orari, ultimo, e non guasta mai, una fedina penale intonsa (con una condanna di primo grado, e a volte con molto meno, in Italia non si va a caccia ma in Parlamento sì). Ma forse i problemi del Paese sono altri!   
S’attende una risposta da parte delle Associazioni Venatorie.
 

Il Consiglio di Stato ha annullato la sospensiva Tar Umbria per la caccia alla lepre e alla moretta.

In Umbria si potrà di nuovamente praticare la caccia alle specie lepre e moretta. E’ accaduto nei giorni scorsi quando il Consiglio di Stato, con ordinanza n.4607 del 21 novembre 2012 ha accolto il ricorso della Regione Umbria contro la sospensiva del Tar Umbria del n.180 del 17 ottobre 2012. Viene così annullata così la sospensiva accordata all’ associazione Vittime della Caccia ricorrenti avverso il Calendario Venatorio regionale 2012-2013.

Face Italia e Cncn si rivolgono ai parlamentari sul tema della sicurezza

Pubblichiamo il testo integrale d’una lettera inviata dalle  Associazioni Venatorie riunite in Face Italia (Liberacaccia, Anuu Migratoristi, Enalcaccia, Federazione italiana della Caccia) e il Cncn che, nuovamente, hanno rivolto appello agli organi istituzionali per sensibilizzarli correttamente sul tema della caccia e sulle problematiche relative agli incidenti venatori, sempre oggetto di polemiche e strumentalizzazioni.
 

Dalla Provincia di Brescia una proposta di legge per risolvere la questione della caccia in deroga.

L’onorevole leghista Daniele Molgara,  presidente della Provincia di Brescia, ha annunciato la presentazione di una proposta di legge volta a risolvere la  questione della caccia in deroga. Molgara ha precisato come, pur essendo ormai a fine legislatura, sarebbe stato necessario trovare il tempo per dibattere d’una vicenda importante che, oltre a coinvolgere l’attività venatoria, presenta ricadute su un comparto industriale di tradizioni e qualità, vanto della provincia bresciana.

Cuneo: ATC a ...rischio default?

E’ quanto emerge da una lettera scritta da Ezio Cardinale, Presidente Provinciale Arcicaccia della Provincia di Cuneo.
Il documento, indirizzato agli Assessori con delega alla caccia di Provincia e Regione ed esteso ai Presidenti degli ambiti territoriali di caccia e alle associazioni venatorie, lancia l’allarme su una situazione che, secondo Cardinale, non potrà che peggiorare ulteriormente.
La buona gestione, vantata nel tempo dalle molte amministrazioni succedutesi, e i milioni di euro spesi, non hanno portato a nessun miglioramento ambientale, come invece avrebbero dovuto.
“ Gli atc ” continua così la lettera “…sono stati ulteriori apparati burocratici, a volte veri e propri strumenti di potere, che hanno anche in alcuni casi complicato la vita ai cacciatori, almeno ad alcuni, persino con INUTILI quanto vessatorie ulteriori restrizioni.”
Con le casse ormai vuote per gli ambiti territoriali si prospetta un “...fallimento generale ”, ormai quasi inevitabile.
Tutto ciò appare grottesco, ma molto difficilmente i cacciatori cuneesi potranno ancora sobbarcarsi l’onere di sostenere la gestione di cinque atc e sette c.a. (comprensori alpini).
Le politiche di “ spending review” adottate dal Governo comporteranno inevitabili tagli,  nei quali ricadranno  atc e c.a. con le strutture e i dipendenti a loro carico; un problema in più per la collettività.
Una soluzione individuata dal dirigente cuneese sarebbe un nuovo quadro territoriale che comporti un “...minor numero di strutture burocratiche gestionali da sostenere, che dovranno peraltro risultare il più leggere possibile.”
Le casse degli atc sono ormai vuote
Per la caccia in tempo di crisi, questo il senso della missiva, s’addensano nubi nere.


 

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