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Luca Gironi

Luca Gironi

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FIDC VENETO RISPONDE ALL’ASSESSORE SUL CALENDARIO VENATORIO

Con una lettera indirizzata all’assessore alla caccia Giuseppe Pan, Federcaccia Veneto si era rivolta alla Regione per avanzare alcune motivate richieste in merito al calendario venatorio approvato per la prossima stagione. Nello specifico aveva proposto la possibilità di incrementarne il prelievo giornaliero passando da 10 a 20 capi e da 50 a 100 capi quello annuale per i cacciatori identificati, in osservanza al “Piano di Gestione naz.le per l’Allodola”. Inoltre aveva richiesto 2 giornate in pre-apertura al colombaccio; il posticipo della chiusura della caccia alla moretta; l’anticipo di quella al combattente; la reintroduzione in calendario del prelievo della pernice rossa.

Alla risposta negativa dell’assessore Federcaccia Veneto ha scritto:

Egregio Assessore Pan,

riscontriamo con la presente la Sua risposta Prot. 296228 del 12/07/2018 alla nostra nota sul Calendario Venatorio della Regione Veneto, approvato per la prossima stagione di caccia 2018-2019.

Con una certa sorpresa dobbiamo comunicarle che quanto da Voi descritto contiene diversi errori, che non possono permettere il dialogo costruttivo che intendevamo promuovere con la nostra prima lettera. Pertanto, prima di ogni valutazione ci preme fare chiarezza sui punti che riportano affermazioni inesatte

Allodola: secondo il Piano di Gestione Nazionale il prelievo di 20 capi al giorno, mantenendo i 50 annuali, è possibile per tutti i cacciatori, con semplici motivazioni della Regione, senza alcun onere per il mondo venatorio, né per la Regione Veneto, se non la stesura di semplici motivazioni, per le quali siamo disponibili a collaborare.

Moretta: contrariamente a quanto da Voi esposto, la specie è classificata SPEC3 e non SPEC1. La definizione SPEC3, significa che la moretta non è concentrata in Europa.

Colombaccio: per recuperare le due giornate di preapertura da noi proposte è sufficiente sottrarre due giorni dalla normale stagione, che possono essere scelti nelle giornate del 30 e 31 gennaio 2019.

 

Premesso quanto sopra, che chiarisce le inesattezze da Voi descritte, facciamo presente quanto segue:

Allodola: il prelievo di 100 capi all’anno può essere concesso ai cacciatori specialisti semplicemente identificandoli come possessori di richiami vivi di allodola oppure tesserini. Il mondo venatorio veneto è ben felice di queste minime incombenze che permetterebbero una soddisfazione venatoria superiore per questa forma di caccia tradizionale. Le chiediamo nuovamente di spiegarci qual è il problema che ostacola sia il carniere di 20 al giorno per tutti (vedi sopra), sia la semplice identificazione degli specialisti.

Combattente: abbiamo il piacere di allegarLe la sentenza n. N. 01508/2011, che ha stabilito, rigettando il ricorso della LAC, che la caccia al combattente in Veneto, attuata dalla terza domenica di settembre alla fine di ottobre è del tutto legittima. Le ribadiamo che questa scelta ha avuto luogo ininterrottamente dal 2011 al 2017, senza alcun ricorso. Come già esposto nella nostra prima lettera, la migrazione post nuziale del combattente si svolge dalla metà di luglio ai primi di ottobre, quindi le possibilità di caccia sono realistiche nelle ultime due settimane di settembre. Abbiamo anche argomentazioni nuove che permettono di discostarsi dal parere ISPRA in modo ancora più forte rispetto agli anni precedenti. Se lo scopo della Regione è restringere il periodo di caccia per dare un ulteriore segnale di buona volontà, è preferibile anticipare ancora la chiusura (es. 15 ottobre), aprendo però al 16 settembre, restringendo la caccia ai soli appostamenti fissi e temporanei, venendo così incontro alla richiesta ISPRA che chiede la caccia solo da appostamento nel mese di settembre.

Moretta: per questa specie l’argomentazione ISPRA riguarda la possibile confusione con la moretta tabaccata e non lo stato delle popolazioni di moretta. Per questo motivo, peraltro non contemplato dalla Guida alla disciplina della caccia come causa di divieti di caccia alle specie, bisogna considerare la fenologia della moretta tabaccata in Veneto. La specie è presente con alcune coppie nidificanti, ma è molto rara come svernante. Ne consegue che l’anticipazione della chiusura al 20 gennaio ha ben poco senso in risposta alla richiesta ISPRA. Per offrire una possibile protezione alla moretta tabaccata è più corretto ritardare l’apertura al 20 ottobre quando una buona parte delle morette tabaccate è già migrata a sud.

Colombaccio: la pre apertura alla specie è in atto da molti anni in diverse regioni italiane. Questo consente una soddisfazione dei cacciatori e una riduzione della pressione sulla tortora. Le tendenze demografiche del colombaccio nidificante nelle regioni in cui si attua la pre apertura sono positive da molti anni, a dimostrazione del fatto che la demografia della specie non è influenzata negativamente da questo regime venatorio.

In ultimo vogliamo fare presente che la classificazione SPEC, da voi utilizzata così come da ISPRA, non è quella ufficiale della Commissione Europea, né quella valida ufficialmente a livello mondiale. Le classificazioni corrette sono la Red List of European Birds, il Report Articolo 12 della direttiva, e l’IUCN Red List.

Vi chiediamo quindi una riformulazione del Calendario Venatorio che accolga le richieste sopra esposte, e siamo disponibili a collaborare per questo con gli Uffici Regionali.

Arci Caccia sempre attiva nelle iniziative unitarie verso il governo e il parlamento


Si è svolto nel pomeriggio di ieri un incontro tra una delegazione della Cabina di Regia del Mondo Venatorio e il Sottosegretario all’Ambiente Gava a cui è stato consegnato un documento elaborato dalle Associazioni Riconosciute.

Oggi, invece, si è svolta un’audizione presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato tra le Associazioni Venatorie Riconosciute Arci Caccia, Federcaccia ed Enalcaccia e la Commisione presieduta dal senatore Stefano Borghesi:

Molte le questioni di peso, a partire dai problemi creati dalla eccessiva discrezionalità con cui i Questori applicano l’articolo 43 del TULPS, vietando il rilascio del porto d’armi per condanne risalenti anche a decine di anni prima.

Ma il tema centrale dell’incontro è stato il decreto di recepimento della Direttiva Armi, in particolare le problematiche contenute principalmente negli articoli:

3, commi C ed E: informativa ai familiari conviventi. La delegazione ribadisce la sostanziale inutilità di un tale documento, ricordando la mancanza di dettaglio nella formulazione del decreto, il tipo di certificazione da produrre e le conseguenze nell’eventualità che, per i più svariati motivi, il familiare in questione dichiarasse di non essere stato informato.
5, comma F: misure di custodia. È stata sottolineata l’eccessiva discrezionalità prevista per gli organi di polizia nella richiesta di particolari misure da applicare, come allarmi o blindature. Anche l’entità di queste “misure” non sembra essere al momento stabilita, aggiungendo elementi di libera interpretazione alle autorità di PS. Sulle forme di custodia, già oggi fin troppo discrezionali e diverse sull’intero territorio nazionale sarebbe utile una interpretazione univoca, ovviamente basata su criteri di buon senso e di minimo impatto sui possessori di armi.
7: limite di colpi acquistabili riportato sulla licenza. Anche in questo caso non è chiaro a quali calibri e tipologie di armi si faccia riferimento nel decreto e anche questo articolo si presta così come è formulato a una eccessiva discrezionalità degli organi di polizia.
13: rilascio certificati sanitari. E’ stata sottolineata l’urgenza di risolvere la mancanza di indicazioni precise in merito agli esami medici necessari, attualmente diversa da provincia a provincia, spesso anche in modo particolarmente marcato. È chiaro che oltre a causare un aumento delle spese necessarie al rinnovo, la complessità e particolarità di certi accertamenti – rilasciati da strutture o medici diversi – allunga in modo a volte anche considerevole il tempo necessario a produrre i certificati richiesti, rischiando di non rendere sufficienti i tempi previsti dall’articolo.
L’impegno per l’unità del mondo venatorio dell’Arci Caccia prevale su interessi e rappresentazioni di parte, perché è sempre il momento giusto per l’unità di intenti tra le Associazioni.

Arci Caccia Salerno chiede di anticipare l’addestramento cani

Arci Caccia Salerno, in una lettera inviata a Giuseppe Corga, dirigente dell’Servizio Territoriale Provinciale, chiedendo di anticipare l’addestramento cani, il cui inizio è previsto per il 1 Settembre. La possibilità di anticipo, infatti, è prevista nel calendario su aree ristrette del territorio previa verifica dell’idoneità delle stesse.

Alleghiamo la lettera inviata alla Provincia dalla Federazione di Salerno:

RICHIESTA ANTICIPO DELLE ATTIVITA’ DI ADDESTRAMENTO CANI DI 45 GIORNI IN AREE CIRCOSCRITTE

 

Illustre Dirigente,

nella mia qualità di Presidente della Federazione provinciale Arcicaccia di Salerno, mi premuro richiederle, formalmente, di voler attivare tutte le procedure finalizzate alla emissione di apposito provvedimento di Codesto Servizio Territoriale teso ad autorizzare l’anticipo di giorni 45(quarantacinque) rispetto a quello già fissato a partire dal 1° settembre 2018 nel vigente calendario venatorio per l’Annata 2018/19, approvato con Delibera N° 380 del 19/06/2018 dalla Giunta della Regione Campania, per l’addestramento dei cani da ferma, da cerca e da seguita.

Ovviamente l’anticipo delle predette attività di addestramento cani, che saranno possibili in aree circoscritte, così come previsto dal richiamato Calendario, potrà essere da Lei autorizzato previa verifica delle condizioni oggettive previste sempre dal medesimo documento programmatico

( vedasi nel dettaglio il paragrafo: ” Utilizzazione ed addestramento cani”) e, con riferimento a ciò, le dichiaro la disponibilità degli agenti volontari della scrivente Associazione ad effettuare le verifiche del caso mediante censimenti/sopralluoghi su tutto il territorio provinciale utile alla caccia, dando per scontato che anche tutte le altre Associazioni Venatorie operanti sul territorio che Lei riterrà di coinvolgere, di concerto con gli AA.TT.CC. della provincia, saranno disponibili a tanto, come avvenuto in passato su precisa iniziativa della Provincia di Salerno, all’epoca dei fatti competente in materia. (Allego, ai fini voluti, copia decreto del Presidente della Provincia n°106/2015).

Infine, pur pleonasticamente, le rappresento che addestramento e l’allenamento dei cani da ferma e da seguita , è disciplinato dall’ Art. 14 comma 1 e art. 24 comma 5 della L.R. N° 26 e s.m.i. 09/08/2012 e, nelle parti non contrastanti con tale legge , dal regolamento ” Nuova disciplina per il funzionamento delle zone di addestramento cani su selvaggina di allevamento emanato con D.P.G.R. N° 627 DEL 22/09/2003”, tutt’ora vigente.

Certo della sua consueta collaborazione, resto in attesa di cortese sollecito riscontro e la saluto cordialmente.

 

LUIGI BOTTA

PRESIDENTE PROVINCIALE ARCICACCIA SALERNO

TORTORA. SULLA POSIZIONE DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE UNA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE

  • Pubblicato in Notizie

Il Senatore della Lega Francesco Bruzzone ha chiesto di conoscere le motivazioni che hanno spinto il Ministro a invitare le Regioni a non concedere le pre aperture alla specie. Federcaccia plaude all’appoggio politico al proprio intervento tecnico a tutela dei calendari venatori

Roma, 18 luglio 2018 – Nuova puntata nella vicenda legata alla caccia alla tortora selvatica, o meglio alla sua pre apertura dopo che nei giorni scorsi le Regioni si erano viste recapitare una lettera dal ministero dell’Ambiente in cui erano invitate a non concedere nei propri calendari venatori le relative giornate di anticipo. Immediatamente la Federazione Italiana della Caccia si era attivata sia per sottolineare la contraddizione fra quanto richiesto dal Ministro Costa e quanto sostenuto dall’ISPRA fino a pochi giorni prima – ovvero molteplici pareri favorevoli alla pre apertura della caccia alla tortora selvatica, sia pure con la riduzione a due giornate soltanto – sia per fornire agli Uffici Caccia un articolato, completo e aggiornato documento tecnico sulla situazione della specie a sostegno della liceità e sostenibilità della concessione delle giornate in questione.
Non possiamo che plaudire con piacere quindi per l’iniziativa del senatore della Lega Francesco Bruzzone che ha sulla questione presentato una interrogazione parlamentare con risposta scritta, di cui riportiamo integralmente il testo, ringraziandolo per la sua attenzione alle tematiche venatorie che ci vedono costantemente impegnati.

INTERROGAZIONE CON RISPOSTA SCRITTA
Sen. Francesco BRUZZONE – Al Ministro dell’Ambiente
Per sapere, premesso che:
risulta all’interrogante che in data 3 luglio 2018 la Direzione Generale per la protezione della natura e del mare del Ministero dell’Ambiente abbia inviato agli Uffici Caccia delle Regioni e delle Province autonome una comunicazione avente ad oggetto “Attività venatoria su Tortora selvatica (Streptopelia turtur) tesa a richiedere “una rigorosa attuazione delle più idonee misure di gestione per quanto riguarda in particolare l’attività venatoria sulla Tortora selvatica”,
l’ISPRA fino a qualche giorno antecedente all’emanazione della sopracitata nota ha fornito alle Regioni molteplici pareri favorevoli alla preapertura della caccia alla Tortora selvatica, sia pure con la riduzione a due giornate soltanto;
ISPRA, come specificato nella suddetta nota ministeriale, è stato incaricato “di redigere uno specifico piano di gestione della Tortora selvatica, da sviluppare in sintonia con il redigendo piano europeo”;
ISPRA, come richiamato dalla nota, ha certificato “che in Italia la specie è stabile (cioè non in diminuzione) da un punto di vista demografico (dati Progetto Mito2000 – monitoraggio italiano per il Farmland Bird Index) e che l’attività venatoria incide prevalentemente su individui nati in questo Paese (Marx et al. 2016), che l’Italia è interessata solo marginalmente dalla rotta migratoria occidentale dove in base al piano d’azione europeo si osserva il più marcato calo demografico della specie. Inoltre, la fenologia della Tortora indica che le specie non sverna in Italia e la migrazione post-riproduttiva si esaurisce sostanzialmente entro la terza decade di settembre, Ne consegue che il prelievo venatorio si concentra nella prima metà di settembre, periodo per il quale le Regioni possono autorizzare la preapertura della caccia a determinate condizioni.”
La nota prosegue dicendo che “Il quadro sopradescritto ha portato questa Amministrazione a dare parere favorevole al piano d’azione europeo per la Tortora selvatica (Streptopelia turtur)”, specificando che in base alle evidenze scientifiche disponibili ed alle misure di gestione del prelievo venatorio attuate negli anni e da rafforzare in via precauzionale per la prossima stagione venatoria, non appare necessario attuare, al momento, una sospensione del prelievo venatorio in attesa dello sviluppo di un sistema di gestione adattativa del prelievo della specie (AHM) come suggerito dal Piano d’azione”.
Si chiede
di sapere quali siano le motivazioni secondo le quali il Ministro interrogato abbia disposto di “evitare l’autorizzazione alla preapertura della caccia della specie”, eliminando di fatto due giornate di preapertura alla Tortora selvatica, in contrasto con quanto indicato da ISPRA fino al giorno prima e con quanto esplicitato dallo stesso Ministero nella nota inviata alle Regioni riportato nelle premesse della presente interrogazione. (Sen. Francesco BRUZZONE)

Ufficio Stampa Federazione Italiana della Caccia

MR 772-A1 della Heckler & Koch .308 Winchester

Egregio Sig. Marco Benecchi,
La seguo molto, soprattutto da quando iniziai ad appassionarmi di caccia.
Le vorrei chiedere cosa ne pensa del fucile semiautomatico MR 772-A1 della Heckler & Koch calibrato .308 Winchester (l’arma è l’equivalente militare dell’HK 417). Io di solito lo uso al poligono per esercitarmi, ma vorrei provare ad utilizzare tale arma contro cinghiali e cervi.
È una scelta diversa dal comune, ma è una cosa che mi sono domandato spesso; perché nessuno usa un fucile semiautomatico? Ci vuole meno tempo per ricaricare e hanno un caricatore più ampio e non vedo difetti in una tale arma rispetto ad altre armi “convenzionali” ma nessuno ne parla riguardo la caccia.
Il calibro è perfetto per il cinghiale, ma l’arma semiautomatica lo è altrettanto?
La ringrazio per l’attenzione, la disponibilità e la cortesia che offre, attendo con entusiasmo una vostra risposta.
Con ossequi,
Romeo d.

 

Romeo, così passiamo subito al TU,

Non è né la tipologia dell’arma né il calibro a non essere idonei per la caccia!.
Anzi… ENTRAMBI sono molto indicati per qualsiasi forma di caccia praticabile nel mondo con la sola esclusione dei Big Five africani,

Quanto il LOOK dell’arma.

Ammettiamolo, che non è certo adatta ad essere vista e apprezzata sull’Appennino per non parlare delle nostre magiche Alpi.
Nessuno, dico proprio nessuno si sognerebbe di cacciare in montagne e/o nel Centro Europa vestito in mimetica figuriamoci armato con un clone di un fucile d’assalto!
Poi, c’è anche il discorso legislativo che OGGI vieta di portare a caccia quella categoria di armi.
Ma… perché c’è sempre il ma…
Esistono ottime semiauto da caccia come le Browning BAR, le Benelli ARGO, le Heckler & Koch 770, 940, 630, SLB 2000 Haenel, etc che si potrebbero prestare molto bene “anche” ad altri tipi di caccia che non sia la battuta al cinghiale.

Ammetto che l’arma “militare” piace un po’ a tutti,
come una volta piaceva quella a leva quando invece dei film d’azione con milioni di colpi sparati e centinai di morti tagliati in due dalle raffiche di mitra, ci godevamo gli scontri tra gli indiani e le Camice Blu…

Romeo, se ti piacciono gli AR, usali in poligono, ma se davvero ami la caccia, allora io ti consiglierei di ripiegare su armi meno “aggressive!”, i nostri boschi non sono né l’Iran né Kabul…

Un caro saluto
Marco

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