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Luca Gironi

Luca Gironi

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CAMPANIA: EPS SCRIVE ALLA REGIONE

Problematica dei danni causati alla fauna selvatica dagli incendi e dal perdurare dell’eccezionale ondata di siccità. Riunione del giorno 8 agosto 2017 presso l’Ufficio Centrale Foreste e Caccia

Forti del rapporto di reciproca fiducia e collaborazione costruito durante gli anni, come rappresentanti del mondo venatorio regionale, a fronte della siccità e dei numerosi incendi che hanno purtroppo interessato la nostra regione, intendiamo puntualizzare quanto segue:

La piaga degli incendi boschivi danneggia in maniera grave l’intera comunità, privandola di ettari ed ettari di territorio agro-silvo-pastorale sia in aree protette sia in zone adibite a caccia programmata, degradandole dal punto di vista paesaggistico e sotto il profilo della biodiversità;
Per tutti questi incendi, che nella stragrande maggioranza dei casi sono dolosi, non si trovano quasi mai dei responsabili da punire in maniera esemplare, con la reclusione fino a 15 anni nei casi più gravi come previsto dall’articolo 423 bis del nostro codice penale;
Molte associazioni venatorie, sono già attive nell’ambito della Protezione Civile con particolare riferimento ai servizi volontari di pattugliamento antincendio, anche il Nostro Ente sin da ora si rende disponibile per dar vita ad un pool di presidio del territorio regionale, anche in collaborazione con altre associazioni non venatorie, volto a prevenire gli incendi e a segnalare tempestivamente i focolai alle competenti autorità. Tale servizio di volontariato è contemplato pure nel calendario venatorio 2017-2018 approvato con delibera di G.R. n. 335 del 14.6.2017;
Riguardo l’attività venatoria in condizioni di siccità per la fauna selvatica, c’è da rilevare come – per fortuna – a distanza di quasi mese dall’apertura della stagione siano finalmente cominciate le precipitazioni e, pertanto, il problema di approvvigionamento idrico della fauna selvatica sia un discorso assolutamente relativo e da monitorare progressivamente. Ad ogni buon conto, la fauna selvatica da penna è in grado di procurarsi da bere in maniera molto semplice, compiendo di volo gli spostamenti necessari per abbeverarsi, mentre per quanto riguarda i mammiferi e tutta la fauna stanziale, la caccia alla lepre, al cinghiale, al fagiano e alla starna, comincerà dopo la fine di settembre, ovvero il primo di ottobre.-
Di converso, nel mese di settembre le sole tre giornate di caccia alla specie tortora, con le cinque giornate ai corvidi e dalla terza domenica di settembre alla sola quaglia, non rappresentano, certamente, un incremento all’eventuale problematica di cui all’oggetto.
Infine, in riferimento alle aree percorse da incendi, si vuole ricordare che la materia in questione è già adeguatamente normata dalla legge italiana, che giustamente protegge i soprassuoli delle zone interessate con il comma 1 dell’articolo 10 della legge 280/2000, la cosiddetta “legge-quadro in materia di incendi boschivi”. Tale comma recita testualmente che “Sono altresì vietati per dieci anni, limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco, il pascolo e la caccia”. A tal proposito, anche la legge regionale 26/2012 e s.m.i. prevede divieti di caccia nelle aree verdi percorse da incendi per dieci anni.
L’eventuale palliativo alla problematica di cui all’oggetto, andava ritrovato, molto probabilmente, nell’attuazione della Legge Regionale 11/1996 e s.m.i. che persegue le specifiche finalità:

a) la conservazione, il miglioramento e l’ampliamento del bosco, l’incremento della produzione legnosa, la valorizzazione delle bellezze naturali e paesaggistiche, la tutela e l’incremento della fauna selvatica anche attraverso la costituzione di apposite strutture;
b) la difesa del suolo e la sistemazione idraulico-forestale, la prevenzione e la difesa dei boschi dagli incendi;
c) la conservazione ed il miglioramento dei pascoli montani;
e non nell’applicazione dell’art. 19 della Legge 157/92, che difatti deroga alle regioni la facoltà di vietare o ridurre per periodi prestabiliti la caccia a determinate specie di fauna selvatica, per importanti e motivate ragioni connesse alla consistenza faunistica o per sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche o per malattie o altre calamità.

FACCIAMO PREVENZIONE E NON DEMAGOGIA !!!!!!!!!

La riunione convocata per il giorno 8 agosto presso l’Ufficio Centrale Foreste e Caccia, sa più di ratifica che di concertazione. Infatti, ci è dato sapere, che i servizi territoriali provinciali, testè incaricati, abbiano già provveduto all’avvio del procedimento di cui all’art. 19 della succitata legge nazionale.

Per quanto alla riunione programmata con le Associazioni Venatorie Regionali del giorno 8 agosto, presso l’Ufficio Centrale Foreste e Caccia, per sopraggiunti ed inderogabili impegni, non possiamo prenderne parte. Restiamo a Vostra disposizione per un eventuale incontro sulla materia.

Alla luce di quanto sopra, siamo comunque fiduciosi che il buonsenso, prevalga sulla sterile polemica e propaganda di questi giorni priva di fondamenti scientifici e programmatici.-

Con tutta la stima che ella merita, porgiamo distinti saluti…..

ARCI CACCIA: I Politici, quelli bravi, sono fatti diversamente……

Soffermandosi su alcune notizie stampa di questi giorni “molto caldi”, anche per approcci scomposti alle tematiche della caccia e della tutela dell’ambiente, il Presidente Nazionale dell’ARCI Caccia, Sergio Sorrentino, ha dichiarato:

“Per fortuna, il mondo dei cacciatori italiani, è molto più all’avanguardia rispetto ai tanti politici.

E’ di questi giorni la notizia che, l’autodefinitosi, “Presidente Cacciatore”, si, proprio l’on. Berlusconi, impegnato nel relax di un programma di messa in forma, si dedica anche ad alcuni approfondimenti su animali e ambiente.

Sollecitato da alcuni big di Forza Italia, preoccupati per la sua fede animalista e anticaccia che potrebbe produrre un effetto boomerang, il Cavaliere avrebbe commentato con un distinguo per le reazioni che potrebbero avere gli allevatori e i cacciatori. Almeno i secondi non lo preoccuperebbero: “…ormai sono rimasti in pochissimi ad andare a caccia…”.

Per motivi elettorali quindi, saranno guai per i poveri agnellini e potranno gioire i cinghiali. Razzismo animale e mancato rispetto delle minoranze. Altro che democrazia e sistemi elettorali.

Intanto una reazione l’hanno prodotta questi comportamenti pubblicitario-propagandistici: il distacco dei cittadini dallo Stato – e molti cacciatori tra questi – da fermare tutti insieme e con molte ragioni, il più grande partito italiano, quello del non voto.

Gli italiani hanno più volte dimostrato – a partire dai referendum e dai reiterati tentativi, sulla caccia, l’abolizione dell’art. 842 del codice civile – da destra e da sinistra, passando per il centro, che gli elettori sono loro e decidono liberamente senza farsi condizionare dall’”imbonitore di turno”. E’ così che una minoranza ritrova garanzie e credibilità grazie al “popolo sovrano” che sa distinguere i problemi dagli “specchietti per le allodole”.

La politica sembra inseguirsi e, senza soluzione di continuità nelle scelte, da cacciatori di voti, ambientalisti che appaiono talmente strumentali che, per qualche benevolenza ad un’Associazione tra queste leader – la Lipu – perdono di vista l’interesse generale, il bene comune.

La stampa richiama dei soldi alla Lipu per un progetto senza bando dal Dicastero delle Politiche Agricole guidato dal Ministro Martina. Si sono particolarmente arrabbiati gli agricoltori e la Coldiretti.

C’è un Paese che ha mille problemi: la siccità mette in rilievo i ritardi, i limiti, l’assenza di politiche di gestione delle acque, gli sprechi per la tubatura vecchia e dispersiva. Priorità oggettive.

I soldi alla Lipu, senza bando, si danno perché rappresenta una forza impegnata nei risanamenti idrici/idraulici?

Sapevamo che erano talmente esperti da sostituire l’Ispra nei Consiglio di Amministrazione dei Parchi, ora esperti idraulici, e domani?

Le responsabilità sono tutte in capo ai Partiti che allontanano i cittadini derubricando i loro interessi, anche quando sono generali e a tutela del bene comune. Si preferisce ascoltare poteri e rappresentanze “forti”, talvolta nei sondaggi, che poi lasciano le “urne” vuote” e l’economia debole.

Un bel guaio per il Paese!

Nomine associazioni venatorie ATC del Veneto: ARCI Caccia depositerà nei prossimi giorni Ricorso Straordinario al Capo dello Stato con eccezione di incostituzionalità e richiesta di sospensiva cautelare.

“I principi della legge quadro nazionale sulla caccia, la 157/92, sanciscono che i diritti delle associazioni venatorie riconosciute a livello nazionale non possono in alcun modo venire disattesi da un decreto locale”.
Inizia con queste parole il Presidente Regionale del Veneto e Vice Presidente Nazionale ARCI Caccia Giuliano Ezzelini Storti per comunicare che l’associazione depositerà nei prossimi giorni un Ricorso Straordinario al Capo dello Stato con Eccezione di incostituzionalità e richiesta di sospensiva cautelare nella nomina dei componenti venatori dell’ATC 5 di Venezia. Oggetto del dibattito una presunta violazione di legge che ha visto un’associazione venatoria non riconosciuta a livello nazionale essere rappresentata all’interno del comitato di un ambito territoriale di caccia. Infatti, assegnare ad un’associazione venatoria regionale un riconoscimento non previsto dalla normativa nazionale, nonostante esistano normative di carattere Regionale, lede i diritti di tutte le altre associazioni nazionalmente riconosciute ed è proprio per questo che si è ritenuto doveroso rivolgersi a chi amministra la giustizia nel nostro Paese.
Azione intrapresa agli albori di un nuovo Piano Faunistico Regionale del Veneto che proprio nei prossimi mesi dovrebbe essere approvato anche su questi temi e su cui non si vedono né volontà di mediare, né volontà di discutere.

Lo stesso Ezzelini Storti prosegue, poi, determinato, così: “Ci siamo mossi dopo le espressioni dell’assise congressuale regionale e dell’organismo d’indirizzo politico nazionale che hanno confermato la nostra tesi. Abbiamo, quindi, dato mandato ai legali in maniera che venga elaborato e depositato nei prossimi giorni un esposto. Serva da monito prima della stesura del nuovo Piano Faunistico Regionale!”. L’ATC numero 5 di Venezia è stato scelto perché prima nomina utile per dare vita ad un ricorso che da anni si attende in Veneto e in Italia: può essere presente in un Comitato di Gestione un’associazione Regionale?

Chiaro e conciso Ezzelini Storti che, con il preciso scopo di assolvere i mandati avuti dal Congresso Regionale e dal Consiglio Nazionale, presenterà nei prossimi giorni, assieme al Presidente Nazionale Sergio Sorrentino e al Presidente del Consiglio Provinciale di Venezia ARCI Caccia Piergiorgio Fassini, ricorso al Capo dello Stato eccependo l’illegittimità costituzionale rispetto al decreto del sindaco della Città Metropolitana di Venezia che ha designato un rappresentante di un’associazione venatoria non riconosciuta nazionalmente (Associazione Cacciatori Veneti) all’interno del comitato direttivo dell’ATC lagunare vallivo di Venezia.

ARCI Caccia, dunque, in un contesto politico come quello attuale, dove il più delle volte la classe dirigente pensa prima al proprio bene che a quello collettivo, intente valorizzare la volontà e i diritti dei propri associati.
È per questo che i suoi dirigenti hanno deciso che intraprenderanno una battaglia legale in ogni dove verranno a mancare i presupposti di legge e non si terrà conto delle vere esigenze della caccia e dei cacciatori.

FRIULI VENEZIA GIULIA: L'ASSESSORE PANONTIN DA L'OK AI CRITERI PRELIEVO IN RISERVE E AZIENDE VENATORIE

La Giunta regionale ha adottato i criteri per la concessione del prelievo di fauna alle riserve di caccia e alle aziende faunistico-venatorie comprese nei distretti venatori, criteri che includono i correttivi, le integrazioni e le modifiche rispetto ai contenuti dei piani di prelievo dei Piani venatori distrettuali.

Il provvedimento, che si rende necessario in attesa dell’aggiornamento del Piano faunistico regionale, è stato approvato dall’Esecutivo su proposta dell’assessore alla Caccia Paolo Panontin.

La legge regionale 28 del 2017 (“Disposizioni in materia di risorse agricole, forestali e ittiche di attività venatoria”) ha modificato l’articolo 13 della legge regionale 6 del 2008, prevedendo per la Giunta regionale la possibilità di adottare i criteri per la concessione del prelievo di fauna alle riserve di caccia e alle aziende faunistico-venatorie comprese nei quindici distretti venatori presenti in Regione, comprensivi dei correttivi, integrazioni e modifiche.

Il documento tecnico nel quale sono stati inseriti i parametri per la concessione dei prelievi di tutte le specie stanziali oggetto di prelievo venatorio era stato predisposto dalla struttura competente in materia faunistica e venatoria. Su tali criteri si era quindi espresso favorevolmente il Comitato faunistico regionale.
(www.ladeadellacaccia.it)

Brescia: Il Tar sospende la caccia alla volpe su richiesta degli estremisti animalisti

Il Tar, in seguito a un ricorso presentato da varie sigle dell'estremismo animalista ha concesso una sospensiva al piano di controllo della volpe in provincia di Brescia. Pertanto i preziosi interventi di controllo di questa specie, invasiva e presente in numeri elevati, saranno sospesi fino alla sentenza definitiva.

 

http://www.bresciaoggi.it/territori/bassa/volpi-il-tar-ha-congelato-la-caccia-non-stop-1.5880444

 

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