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Luca Gironi

Luca Gironi

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Marche approvato il calendario venatorio

La regione Marche ha approvato il calendario venatorio. Si comincia con ben 5 giorni di preapertura per poi dare il via alle ostilità il 17 settembre. 

Punti principali del documento, la chiusura della caccia alla stanziale il 26 di novembre, una caccia al cinghiale ancora calendarizzata su base provinciale e la concessione di tre specie in deroga: storno, piccione e tortora dal collare.

 

http://www.marchenotizie.it/caccia-stabilito-dalla-regione-il-calendario-201718/2017/07/06/102243/

 

XI Congresso di Arci Caccia Umbria

  • Pubblicato in Notizie

Un forte segnale nei confronti della società civile è quello che viene dal Congresso Regionale di Arci Caccia Umbria. L’assise, che ha riconfermato il Presidente uscente Emanuele Bennati, ha infatti posto l’accento sulla figura del cacciatore moderno, sentinella della salvaguardia dell’ambiente contro ogni tipo di inquinamento e degrado del territorio. Alla presenza del Presidente Nazionale Sergio Sorrentino e dell’Assessore Regionale alla caccia Fernanda Cecchini, un appello è stato rivolto anche all’unità de mondo venatorio, al fine di arrivare al più presto alla costituzione, anche in questa regione, della Fenaveri, la Federazione nazionale delle associazioni venatorie.

Arci Caccia Friuli: Molta insoddisfazione per la nuova legge sulla caccia targata Fidc-Regione



Troppo trionfalismo sulla nuova legge in materia di caccia in Regione Fruili Venezia Giulia. Anche se la “musa” ispiratrice è stata un’associazione, la Federcaccia, che dice di rappresentare il 70% dei Friulani con la passione della Dea Diana, è proprio vero il detto, anche questa volta più di altre: l’elefante ha partorito un topolino. Meglio premiare i piccoli a questo punto?

Leggi sbagliate o peggio ancora inutili e illegittime. ARCI Caccia si prepara a una nuova battaglia dopo l’approvazione in Regione delle norme in materia venatoria con un obiettivo: difendere la dignità dei cacciatori. Non abbiamo bisogno di nasconderci dietro una legge, così come appare dalle norme approvate, per rivendicare il nostro buon diritto di esercitare l’attività venatoria. Si evince dalla legge, infatti, che il pubblico ufficiale non possa esaminare il tesserino regionale di cui è dotato ogni cacciatore, al di fuori dell’attività di caccia. Perché? Ebbene, noi sosteniamo che chi nulla ha da nascondere non debba temere alcun controllo, dentro o fuori dalla caccia. Di più: affermiamo che la vigilanza è scarsa e spesso mal organizzata.
Richiedere l’intervento del cacciatore per abbattere un animale ferito sul bordo della strada potrebbe essere una mossa azzeccata, così come era stata configurata e messa in atto dalla Provincia di Udine (convenzione sottoscritta da Prefettura, Questura, organi di polizia), ma in quel caso era stato previsto che l’abbattimento fosse subordinato al nulla osta del veterinario. Ora invece si lascia libero arbitrio al cacciatore con il rischio di incorrere in gravi violazioni ed equivoci con gli organi di vigilanza forieri di conseguenze anche penali.
Forse la Regione non ha tenuto presente nella redazione della nuova legge l’esistenza dell’Ispra (Istituto superiore protezione ricerca ambientale) che è la più alta autorità nazionale in materia venatoria e più volte intervenuta censurando l’attività della Regione. Caccia con il segugio ai cervidi anche su terreni innevati, caccia al cinghiale allargata a quattro ore prima dell’alba e dopo il tramonto (e ci devono spiegare con quali occhi il cacciatore appostato individua la preda e l’abbatte a meno di non ricorrere a mezzi allo stato vietati): entrambi i casi sono in contrasto con la legge nazionale 157 e le indicazioni vincolanti dell’Ispra (facile a questo punto ipotizzare ricorsi e fin d’ora annunciamo anche il nostro).
L’ARCI Caccia (“Compagni della natura”), in attesa del testo completo, ribadisce la volontà di tutela dei cacciatori da iniziative inutili e dannose, di legalità e sostegno alle indicazioni degli Istituti di ricerca con i quali collabora e le cui indicazioni ispirano l’ azione venatoria.

Un’ultima nota politica: i proponenti e sostenitori di queste norme hanno ringraziato la presidente della Regione “senza l’impegno della quale – affermano – anche in contrapposizione a molti della sua maggioranza, non ce l’avremmo fatta”. Vorremmo sapere quale ruolo ha avuto Debora Serracchiani e quali argomenti abbia utilizzato per convincere i consiglieri recalcitranti.

Graziano Busettini

Presidente Regionale Friuli Venezia Giulia

ARCI Caccia

Giuliano Ezzelini Storti

Vice Presidente Nazionale

ARCI Caccia

Arci Caccia ricorre al Collegio dei Garanti della CCT

ARCI Caccia Informa

Nel ricorso presentato, il Responsabile dell’Ufficio Legale dell’ARCI Caccia chiede lumi in merito alle quote di adesione, essendo l’oggetto del Provvedimento di sospensione. Il Legale chiede di sapere il rapporto che intercorre tra le quote 2015 versate dall’ARCI Caccia e il credito (come risulta dal Bilancio Consuntivo ARCI Caccia, approvato il 29 agosto 2016 e prima del versamento alla CCT del 12 settembre 2016) di Euro 20.000,00. Per scrivere la posta in Bilancio ci sarà stato un atto fiduciario, un’autocertificazione intercorsa tra ARCI Caccia e CCT? Una richiesta in ARCI Caccia rivolta dai Responsabili Legali alla CCT non risulta, sarà stata fatta a voce. Dalla verifica dei dipendenti abbiamo trovato la documentazione “Bilancio”. Essendo allora Dirigenti dell’ARCI Caccia e della CCT titolari del documento, riterranno i Garanti di chiedere chiarimenti a loro? Le riunioni, prima di scrivere le cifre le avranno fatte con la CCT, crediamo. Questo dice la semplice ragione.

Negli Uffici ARCI Caccia c’è Il “preventivo” 2016 approvato da ARCI Caccia Toscana, sempre del precedente Gruppo Dirigente nonché dirigente della CCT, che riporta in avere Euro 26.000,00 da CCT per l’anno 2016. Senza rivolgersi a “veggenti”… potranno constatare i garanti.

Se i Bilanci lasciati sono documenti e valgono per tutti, il saldo tra dare e avere degli anni 2015 e 2016 tra pagato e avere da CCT, ad oggi è a zero. Forse abbiamo dato un acconto di qualche Euro per le quote CCT 2017. Dirigenti responsabili legali dell’ARCI Caccia erano contestualmente e simultaneamente dirigenti della CCT.

I Garanti verificheranno i presupposti documentali del Provvedimento di sospensione.

I Garanti faranno luce sulle responsabilità di quanti hanno creato questa situazione? Perché non è risolta dal 2015 e dal 2016? Per fare danno all’ARCI Caccia non si vogliono vedere i documenti ed i fatti?

Attendiamo di essere convocati e ascoltati dai Garanti come si fa con tutte le parti interessate e come è prassi consolidata e scontata da parte degli Uffici di Garanzia.

Alleghiamo alla presente il ricorso al Collegio dei Garanti della CCT per il provvedimento di sospensiva promosso dalla CCT nei confronti dell’ARCI Caccia Toscana.

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