Menu
RSS

facebooktwitteryoutubehuntingbook

Luca Gironi

Luca Gironi

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

MR 772-A1 della Heckler & Koch .308 Winchester

Egregio Sig. Marco Benecchi,
La seguo molto, soprattutto da quando iniziai ad appassionarmi di caccia.
Le vorrei chiedere cosa ne pensa del fucile semiautomatico MR 772-A1 della Heckler & Koch calibrato .308 Winchester (l’arma è l’equivalente militare dell’HK 417). Io di solito lo uso al poligono per esercitarmi, ma vorrei provare ad utilizzare tale arma contro cinghiali e cervi.
È una scelta diversa dal comune, ma è una cosa che mi sono domandato spesso; perché nessuno usa un fucile semiautomatico? Ci vuole meno tempo per ricaricare e hanno un caricatore più ampio e non vedo difetti in una tale arma rispetto ad altre armi “convenzionali” ma nessuno ne parla riguardo la caccia.
Il calibro è perfetto per il cinghiale, ma l’arma semiautomatica lo è altrettanto?
La ringrazio per l’attenzione, la disponibilità e la cortesia che offre, attendo con entusiasmo una vostra risposta.
Con ossequi,
Romeo d.

 

Romeo, così passiamo subito al TU,

Non è né la tipologia dell’arma né il calibro a non essere idonei per la caccia!.
Anzi… ENTRAMBI sono molto indicati per qualsiasi forma di caccia praticabile nel mondo con la sola esclusione dei Big Five africani,

Quanto il LOOK dell’arma.

Ammettiamolo, che non è certo adatta ad essere vista e apprezzata sull’Appennino per non parlare delle nostre magiche Alpi.
Nessuno, dico proprio nessuno si sognerebbe di cacciare in montagne e/o nel Centro Europa vestito in mimetica figuriamoci armato con un clone di un fucile d’assalto!
Poi, c’è anche il discorso legislativo che OGGI vieta di portare a caccia quella categoria di armi.
Ma… perché c’è sempre il ma…
Esistono ottime semiauto da caccia come le Browning BAR, le Benelli ARGO, le Heckler & Koch 770, 940, 630, SLB 2000 Haenel, etc che si potrebbero prestare molto bene “anche” ad altri tipi di caccia che non sia la battuta al cinghiale.

Ammetto che l’arma “militare” piace un po’ a tutti,
come una volta piaceva quella a leva quando invece dei film d’azione con milioni di colpi sparati e centinai di morti tagliati in due dalle raffiche di mitra, ci godevamo gli scontri tra gli indiani e le Camice Blu…

Romeo, se ti piacciono gli AR, usali in poligono, ma se davvero ami la caccia, allora io ti consiglierei di ripiegare su armi meno “aggressive!”, i nostri boschi non sono né l’Iran né Kabul…

Un caro saluto
Marco

RECEPIMENTO DIRETTIVA ARMI, ANCHE LA CACCIA ASCOLTATA IN COMMISSIONE

 

Prosegue l’iter di recepimento dello schema di decreto legislativo relativo al controllo dell’acquisto e detenzione delle armi. Questa mattina in audizione in Commissione affari costituzionali del Senato convocate anche le associazioni venatorie.

Roma, 18 luglio 2018 – Si sono svolte questa mattina presso l’Ufficio di presidenza della 1a Commissione (Affari costituzionali) del Senato della Repubblica, presieduta dal senatore Stefano Borghesi (Lega), una serie di audizioni informali sull’Atto del Governo relativo al Controllo dell’acquisizione e della detenzione di armi, schema di recepimento della cosiddetta “Direttiva Armi” dell’Unione Europea.

Nel corso dell’incontro sono state ascoltate le osservazioni in merito delle associazioni venatorie, di ANPAM, FITAV e CONARMI, convocate dalla stessa Commissione. Per il mondo venatorio – convocato dalla Commissione come FENAVERI – erano presenti il presidente nazionale della Federazione Italiana della Caccia, Gian Luca Dall’Olio; il presidente nazionale Enalcaccia, Lamberto Cardia e il vicepresidente nazionale Arci Caccia, Cristian Maffei.

Prendendo la parola il presidente Dall’Olio oltre ad esprimere una generale perplessità per l’impianto generale del decreto di recepimento, ha sottolineato una serie di punti particolarmente critici su alcune norme contenute nel testo del d.lgs legate più strettamente all’attività venatoria.

In particolare si è soffermato sui seguenti articoli:

Articolo 3, commi C ed E: informativa ai familiari conviventi. Ribadendo la sostanziale inutilità di un tale documento, ha ricordato la mancanza di dettaglio nella formulazione del decreto il tipo di certificazione da produrre e le conseguenze nell’eventualità che per i più svariati motivi il familiare in questione dichiarasse di non essere stato informato.
Articolo 5, comma F: misure di custodia. È stata sottolineata l’eccessiva discrezionalità prevista per gli organi di polizia nella richiesta di particolari misure da applicare, come allarmi o blindature. Anche l’entità di queste “misure” non sembra essere al momento stabilita, aggiungendo elementi di libera interpretazione alle autorità di PS. Sulle forme di custodia, già oggi fin troppo discrezionali e diverse sull’intero territorio nazionale sarebbe utile una interpretazione univoca, ovviamente basata su criteri di buon senso e di minimo impatto sui possessori di armi.
Articolo 7: limite di colpi acquistabili riportato sulla licenza. Anche in questo caso non è chiaro a quali calibri e tipologie di armi si faccia riferimento nel decreto e anche questo articolo si presta così come è formulato a una eccessiva discrezionalità degli organi di polizia.
Articolo 13: rilascio certificati sanitari. Su questo punto il presidente Dall’Olio ha sottolineato l’urgenza di risolvere la mancanza di indicazioni precise in merito agli esami medici necessari, attualmente diversa da provincia a provincia, spesso anche in modo particolarmente marcato. È chiaro che oltre a causare un aumento delle spese necessarie al rinnovo, la complessità e particolarità di certi accertamenti – rilasciati da strutture o medici diversi – allunga in modo a volte anche considerevole il tempo necessario a produrre i certificati richiesti, rischiando di non rendere sufficienti i tempi previsti dall’articolo.
Infine il presidente Federcaccia ha ricordato i problemi relativi al mancato rilascio dei porti d’arma a seguito di condanne per tipologie di reato risalenti spesso a decenni prima e per le quali è nel frattempo sopraggiunta la riabilitazione. Il problema risiede nell’articolo 43 del TULPS, “viziato” anche in questo caso da una eccessiva discrezionalità riconosciuta ai Questori nei motivi ostativi al rilascio, che ha creato negli ultimi anni una serie di contenziosi fra la PS e numerosi cittadini che dopo aver avuto la concessione per anni si sono improvvisamente visti negare il rinnovo del porto d’armi, con conseguenti ricorsi spesso vinti di fronte a TAR e Consiglio di Stato. Una situazione complicata, che a parere della Federazione non può più essere ignorata dal Legislatore.

Federcaccia ha sempre seguito da vicino e in prima persona, suggerendo numerosi correttivi e criticità per tutto l’iter della Direttiva Armi, dalla sua formulazione a Bruxelles assieme a FACE all’iter di recepimento tuttora in corso in Italia, lavorando fianco a fianco con le altre associazioni di categoria coordinate dall’ANPAM e sottoscrivendo il documento tecnico comune da questa messo a punto e che fa da guida nel confronto con le Istituzioni.

 

Ufficio Stampa Federazione Italiana della Caccia

La FIDC SBARCA IN ROMANIA: POSTE LE BASI PER FUTURE COLLABORAZIONI NELLA VALORIZZAZIONE AMBIENTALE E FAUNISTICA

Da un incontro fra i vertici Federcaccia e S.E. l’Ambasciatore di Romania in Italia, gettate le basi per lo sviluppo di una collaborazione internazionale nel nome dell’ambiente, della maggiore conoscenza scientifica e della valorizzazione di habitat e specie selvatiche di qualità.

Venerdì della scorsa settima una delegazione della Federazione Italiana della Caccia guidata dal presidente nazionale Gian Luca dall’Olio accompagnato dal v.presidente Antonio D’angelo, dal presidente regionale Puglia Mario Basile e dal presidente di San Severo (Fg) Marcello Stoduto, è stata ricevuta nella sede dell’Ambasciata di Romania a Roma dall’Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario S.E. Signor George Gabriel Bologan.
Nel lungo e cordiale colloquio con l’Ambasciatore, che è anche appassionato cacciatore, sono stati toccati diversi temi, fra i quali quello della nuova Pac e delle relative potenzialità di sviluppo ma anche rischi di perdita di qualità e varietà ambientali in un Paese come la Romania che anche grazie al mantenimento di pratiche agricole sostenibili e meno impattanti, ad esempio, di quelle applicate in molti alti stati europei, Italia compresa, riesce ad offrire un alto livello di biodiversità.

Nell’ambito di un approfondimento delle conoscenze sugli habitat rumeni e sui diversi selvatici, Federcaccia ha illustrato all’Ambasciatore lo sviluppo di possibili progetti di studio di specie migratorie di grande interesse, come ad esempio la beccaccia, o di valorizzazione dal punto di vista cinofilo di zone particolarmente vocate per caratteristiche dei terreni e qualità delle specie ospitate, prospettando anche un maggior coinvolgimento della Romania nei Campionati del mondo di cinofilia.

L’incontro nasce da un gemellaggio sottoscritto alcuni mesi fa fra la Federcaccia regionale Puglia e l’Associazione venatoria Comja Seini, Maramures, Romania – rappresentata all’incontro dal signor Nicolas Pop e dall’ingegnere forestale Romolus Simon – al fine di portare avanti i temi di una reciproca collaborazione nell’ambito della tutela ambientale, degli studi scientifici, della formazione del cacciatore secondo i principi dell’etica e della sostenibilità.

Le proposte hanno suscitato l’interesse dell’Ambasciatore, che ha auspicato l’incontro rappresenti l’inizio di un dialogo costruttivo che contribuisca alla reciproca conoscenza. “La conoscenza – ha sottolineato Bologan, europeista convinto – ci aiuta a superare gli stereotipi e i pregiudizi. Di fronte alle divisioni e alla frammentazione generalizzate, l’unica alternativa viabile è quella di imparare a vivere insieme, scoprire i modi positivi offerti dalla collaborazione politica, economica, culturale e sociale”.

SI E' SVOLTA A ROMA LA 55^ ASSEMBLEA NAZIONALE DELLA FEDERCACCIA

Si è appena tenuta l’assise generale della Federazione Italiana della Caccia. Approvazione del bilancio consuntivo 2017 in attivo e l’impegno nel panorama politico venatorio italiano e internazionale fra i temi principali di questo appuntamento.

Sabato 14 luglio i dirigenti federali della più antica e numerosa associazione venatoria del nostro Paese si sono ritrovati per dare vita alla “sessione estiva”, la 55a, dell’Assemblea nazionale della Federazione Italiana della Caccia, uno dei due appuntamenti annuali che li vede riunirsi per confrontarsi con i vertici nazionali e fare il punto sulla vita dell’associazione, sull’attualità e sui programmi per il futuro, ma anche per analizzare il quadro generale dell’attività venatoria contingente.

I lavori, condotti da Paolo Antognoni, presidente regionale della FIdC Marche eletto dai presenti presidente di turno dell’assemblea, hanno impegnato per l’intera mattina i delegati provenienti da tutta Italia nello svolgimento dei diversi obblighi statutari.

Fra questi, al primo posto, l’approvazione del bilancio consuntivo relativo all’anno di esercizio 2017, caratterizzato ancora una volta da un risultato positivo che non poteva che soddisfare l’assemblea, che ha infatti approvato all’unanimità il documento sottopostole, confermando così l’analoga posizione espressa il pomeriggio precedente dal Consiglio Nazionale.

La votazione è stata preceduta da una apprezzata analisi di alcuni aspetti maggiormente rilevanti dello stato patrimoniale e finanziario della Federazione presentata da Mauro Cavallari, presidente regionale FidC Lombardia e consigliere di Presidenza, svolta in modo sintetico ma approfondito con l’ausilio di una serie di grafici di facile e intuitiva lettura.

A questa ha fatto eco l’esposizione del parere del Collegio dei revisori dei conti, tenuta dal suo presidente Mario Onano mettendo in evidenza ancora una volta la corretta gestione finanziaria del Nazionale e l’attenzione posta ad un giudizioso e proficuo impiego delle risorse.

“Non posso fare a meno di ricordare e non per la prima volta, l’eccezionalità di questo risultato – ha sottolineato il Presidente Dall’Olio – ottenuto in tempi brevissimi, grazie agli sforzi comuni, già dopo il primo anno di mandato, malgrado avessimo ereditato dalle gestioni precedenti una situazione finanziaria estremamente preoccupante. Una positività del bilancio mantenuta per tutti gli anni di questa Presidenza malgrado la contrazione dei praticanti e aumentando le spese e gli investimenti dedicati a settori ritenuti chiave, come gli uffici tecnico scientifici, le collaborazioni professionali, i finanziamenti di studi e ricerche e, non ultime, le spese legali sostenute per garantire il rispetto e la corretta applicazione delle normative nazionali ed europee”.

“Tutto questo – ha proseguito – è stato possibile solo grazie all’applicazione rigorosa di un modello di gestione che se dovesse venir meno riporterebbe in breve la Federazione alla situazione di dissesto del primo decennio del 2000”.

Continuando la sua relazione, il presidente ha ricordato come l’impegno a darsi una sempre maggiore connotazione all’insegna della professionalità abbia portato Federcaccia a essere presente e ascoltata a quei tavoli di lavoro dove una volta sedevano solo i rappresentanti della controparte ambientalista. “Abbiamo percorso forse solo pochi centimetri – ha affermato Dall’Olio – ma lo abbiamo fatto segnando una strada che indica senza possibilità di alternativa la direzione da tenere per il futuro”.

Il presidente ha poi proseguito la sua relazione, spaziando come di consueto dagli aspetti più tecnico amministrativi della vita federale a quelli di più generale attualità venatoria. Ne esce il ritratto di una Federazione viva, attiva e impegnata, da sola o con altri portatori di interessi, su più fronti a tutela dei propri iscritti e dei cacciatori in generale: dai necessari correttivi ai Dgls per il recepimento della cosiddetta Direttiva armi (la partecipazione a una audizione su questo tema è fissata per questa settimana) a un incontro con la sottosegretaria Gava del ministero dell’Ambiente, alla richiesta di un confronto con il ministro delle Politiche agricole Centinaio per richiamare lui e il suo Dicastero alle responsabilità previste dalla 157/92 e al rispetto delle deleghe che questa gli affida, sempre disattese negli ultimi anni da tutti i ministri dell’agricoltura succedutisi. Un cenno è stato dedicato alla lettera del ministero dell’Ambiente che invita le Regioni a non concedere la pre apertura alla tortora; una vicenda dettagliatamente spiegata dal dottor Sorrenti nel suo intervento a margine dell’assemblea, che il presidente ha ripreso per sottolineare l’immediata attivazione di Federcaccia e, trattandosi di una questione di respiro europeo, l’importanza di un sempre maggior ruolo presso Face Europa e attraverso questa presso la Commissione ambiente.

Sul fronte interno il presidente ha annunciato l’entrata in funzione prevista per la fine di questo anno di un nuovo sistema informatico federale che andrà a sostituire quello attualmente in uso, ormai non più al passo con i tempi, per rendere sempre più veloce ed efficiente – e con minor costo – la gestione di tutti i dati necessari al buon funzionamento della macchina federale.

Nel corso dell’assemblea si è sviluppato un primo dibattito attorno alle future linee programmatiche che accompagneranno Federcaccia fino all’elezione della prossima Presidenza, prevista fra poco meno di un anno.

Puntuale, nuovamente, l’invito di Dall’Olio ai dirigenti periferici ad affrontare e dare vita a una discussione partecipata utile a portare contributi in questa direzione.

Il presidente nazionale ha chiuso il suo intervento con un forte e sentito richiamo a non perdere di vista il tema dell’unità della rappresentanza del mondo venatorio, necessità prioritaria e per lui irrinunciabile per Federcaccia e per la caccia italiana e che ha guidato molte delle iniziative soprattutto della seconda parte del suo mandato. “Oltre a questo la Federazione si dovrà occupare professionalmente di caccia, una guida che ha accompagnato il lavoro di questi due cicli e che dovrà accompagnare necessariamente anche i prossimi”.

“Abbiamo ascoltato questa mattina una pluralità di idee e di proposte – ha concluso il presidente dell’assemblea Antognoni dichiarando chiusi i lavori – Sono certo che come sempre Federcaccia sarà capace percorrere al meglio la strada della sintesi e della condivisione, per confermarsi ancora una volta quella grande associazione al servizio della caccia e del Paese che è da oltre 100 anni”.

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura