IL MIRINO ELETTRONICO A PUNTO ROSSO ANCHE IN AFRICA?
- Scritto da Marco Benecchi
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Chi non ha mai visto un video su You Tube? Credo nessuno! E’ uno dei siti più visitati al mondo dove si possono vedere gratis filmati di ogni genere, a volte devo dire, anche molto belli e interessanti. Personalmente, causa mancanza cronica di tempo, guardo i video amatoriali di pesca subacquea ai grandi pesci e qualche safari africano più che altro perché mi incuriosisce sapere che armi e che calibri impiegano nel Continente Nero. Ovviamente mi affascinano di più le cose che non ho mai fatto e poi cerco sempre di imparare qualcosa da qualcuno che in certe materie ne sa molto più di me. Ultimamente, guardando i filmati africani dove cacciano leoni, bufali e elefanti, ho notato che moltissimi degli express impugnati dai cacciatori sportivi e più spesso anche dai Professional Hunter, erano equipaggiati con dei …. sistema di mira elettronici a “Punto Rosso”! Ammettiamo, che non certo il massimo come né estetica né come tradizione, ma se questo è accaduto, allora vuol dire che il sistema di mira e veramente molto valido e che il sottoscritto aveva avuto ragione già tantissimi anni fa ad apprezzarlo. Sono stato tra i primi a praticare la caccia al cinghiale in battuta con il mirino elettronico cosiddetto a Punto Rosso, quando era guardato con diffidenza da molti altri colleghi cacciatori. Oggi invece, quei piccoli, geniali, affidabilissimi oggettini di pochi grammi li usano quattro cacciatori di cinghiali (e non solo!) su cinque, preferendoli sia alle ormai obsolete mire metalliche, sia ai cannocchiali variabili da battuta. Quando si hanno a disposizione pochi attimi per inquadrare un bersaglio mobile come un cinghiale lanciato nel sottobosco, ma anche come un leone o un bufalo che caricano, ci vuole il sistema di mira adatto. E quale sistema di mira migliore ci possa essere per una caccia “dinamica”, dove occorre e una combinazione perfetta di precisione e di facilissima acquisizione, di un singolo punto luminoso ben visibile? Su questo non credo ci siano più dubbi. Il Tiro Pratico - Dinamico con la pistola nacque tanti anni fa in America, una disciplina dove i tiratori si cimentavano in prove di precisione e di velocità. Per ridurre i tempi d’ingaggio del bersaglio alcune ditte di settore inventarono dei mirini elettronici che aveva come caratteristica principale quella di proiettare su un vetro un punto circolare di colore rosso, comunemente chiamato “Dot”, molto visibile e di precisa regolazione. Questa rivoluzionaria invenzione permetteva ai tiratori di puntare velocemente la loro arma, di allineare il vistosissimo punto rosso sul bersaglio e di tirare il grilletto in un lasso di tempo elevatissimo, risparmiando molto tempo nel cercare la tacca di mira ed il mirino, nel posizionarli a dovere e nel puntarli contro il Target. Poi, come spesso accade, il passaggio dal tiro sportivo alla caccia pratica fu breve.
I tiratori-cacciatori che intuirono le potenzialità del nuovo accessorio per la caccia in battuta furono molti e negli anni a seguire il Punto rosso conobbe moltissimi estimatori. Il successo di questo futuristico accessorio fu immediato e vertiginoso tanto che oggi molti cacciatori di cinghiali lo utilizzano sulle loro carabine semiautomatiche e anche sugli express. Il collimatore elettronico a Punto rosso è uno strumento relativamente semplice, sia come concezione elettro-meccanica sia come uso e manutenzione. Assomiglia ad un comune cannocchiale, ma di dimensioni molto più ridotte. Non ha ingrandimenti perché progettato per il tiro ad occhi aperti a brevissima distanza, ma mantiene le due regolazioni di alzo e deriva come gli impianti ottici classici. Solitamente ha un potenziometro che serve a regolare l’intensità del punto luminoso, mentre alcuni modelli possiedono un’ulteriore comando che permette di modificare anche le dimensioni del “Dot”. Non ha regolazioni diottriche ed è sempre a fuoco. I modelli più comuni vengono forniti completi di attacchi fissi in alluminio, Ne sono stati costruiti con tubi di vari diametri: da 1”-25,4 millimetri, da 30-34-40 mm e persino da 50 mm.
Ritengo anacronistici per non dire superati i Punti Rossi a “tubo”, perché ampiamente surclassati da quelli Reflex a schermo aperto. Perché offrono un maggior compromesso tra campo visivo ed ingombro, ma ognuno può comperare quel che vuole in base ai propri gusti personali. A dimostrazione di quanto sia positivo il progetto e di quanto sia stato il suo successo negli anni, basta vedere che ormai tutte le Ditte costruttrici di ottiche e accessori più prestigiose hanno in catalogo mirini di questo tipo. Sono molto appassionato di caccia al cinghiale in battuta e spero ve ne sarete accorti leggendo qualcuno dei miei articoli che pubblico oramai da oltre trent’anni, e come tale possiedo una nutrita batteria d’armi espressamente concepite per questa disciplina. Ad oggi tutte le mie carabine semiautomatiche sono dotate di collimatore elettronico a Punto Rosso di tipo Holografico Docter_Noblex e Leica Tempus e ne sono talmente soddisfatto che sinceramente non potrei più farne a meno. Comunque, per ritornare al discorso armi in grossissimo calibro per la Caccia Grossa – sistema di mira elettronico, è sì un connubio a dir poco anomalo ma conferma quanto possa essere ottimo, per non dire insuperabile, il sistema di mira. C’è anche da considerare che dopo aver passato un collaudo così gravoso, i micro Punti Rossi di ultima generazione confermano di essere robustissimi e affidabilissimi. Perché il rinculo di un 470 Nitro Express non è come quello di un 308 come la sabbia dei deserti del Botswana non è come la polvere dell’Appennino!