Menu
RSS

facebooktwitteryoutubehuntingbook

Luca Gironi

Luca Gironi

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

CIA Toscana: «Troppi interessi contro la legge obiettivo» la regione agisca con decisione.

Le critiche di Cia Toscana verso le posizioni dei cacciatori di CCT. Il presidente Cia Toscana Brunelli: «La nostra pazienza è al limite. Subito una verifica sull’attuazione della Legge; occorre maggiore determinazione, altro che ritorno al passato». Troppe manovre per bloccare la ‘Legge obiettivo’. La Cia Toscana già nei mesi scorsi aveva esternato l’allarme, e, come volevasi dimostrare, adesso arriva la richiesta dei cacciatori di azzerare tutto.

– «Non è accettabile – afferma il presidente di Cia Toscana, Luca Brunelli – la posizione espressa ieri dalla Confederazione dei cacciatori toscani. Affermare che fino all’anno scorso tutto andava bene e che i problemi li ha creati la Legge obiettivo, è falso e strumentale. Purtroppo l’emergenza ungulati dura ormai da oltre 10 anni, ed ogni tentativo di affrontarla si è sempre scontrato con veti incrociati, interessi e mancanza di volontà politica. Il ‘tiro al bersaglio’ nei confronti della Legge obiettivo promossa dall’assessore Remaschi e dalla Giunta toscana per cercare di aggredire il problema, è solo l’ultimo e significativo episodio di questa pervicace resistenza al cambiamento».

EMERGENZA – Secondo Cia Toscana le cause vere di questa emergenza sono fondamentalmente tre: una Legge nazionale vecchia e superata, fonte di infiniti contenziosi; un eccesso di potere di ISPRA, che deriva dalla Legge, che troppo spesso ha bloccato le azioni di contenimento; una gestione faunistica squilibrata, della quale porta la responsabilità anche una parte del mondo venatorio, che ha favorito l’aumento incontrollato degli ungulati.

«Sul tema degli ungulati le chiacchiere le porta via il vento – riprende Luca Brunelli – la nostra esasperazione è al limite, non si regge più. Serve un rilancio dell’iniziativa, altro che ritorno al passato. Cia Toscana ha messo sul tavolo da tempo le sue proposte per sbloccare l’attuazione della Legge obiettivo: definizione dei nuovi ATC, allargamento delle aree non vocate a tutte le aree agricole, come previsto dalla Legge, efficace attuazione degli interventi di controllo e della caccia di selezione, garanzia del riconoscimento dei danni agli agricoltori. Chiediamo una verifica di quel che succede, anche per superare ritardi e rimuovere ostacoli all’attuazione della Legge. Con l’occasione ci aspettiamo che anche gli altri soggetti, a partire dai cacciatori, facciano le loro proposte, con umiltà e concretezza».

A fianco delle azioni per l’attuazione della Legge obiettivo è necessario per Cia Toscana anche il rilancio dell’iniziativa politica ed istituzionale sul piano nazionale. «Su un punto concordiamo con i cacciatori – prosegue Brunelli – vanno superate le attuali rigidità di ISPRA, in particolare sul divieto di braccata, sulle possibilità di ricorso ai cosiddetti “chiusini” e sulle limitazioni orarie della caccia di selezione, che impediscono di intervenire di notte. Ma soprattutto occorre riprendere, unitariamente con chi ci sta, la battaglia per una profonda modifica della Legge 157/92, attualmente impostata sulla conservazione delle specie, facendone un moderno strumento di equilibrata gestione della fauna. La nostra disponibilità a lavorare insieme su questi obiettivi è piena e totale»

Cia Toscana – Comunicato stampa 64/2016

Veneto: Interrogazione di Berlato sull'operato delle guardie venatorie volontarie

A seguito delle ultime segnalazioni sull'operato non proprio ortodosso delle Guardie Volontarie Venatorie durante i controlli effettuati in Veneto, il Consigliere regionale Sergio Berlato ha presentato un'interpellanza al Consiglio Regionale. Le problematiche sottolineate sono state scarsa competenza ed educazione degli agenti di vigilanza e dun atteggiamento persecutorio nei confronti dei cacciatori.

 

http://www.ladeadellacaccia.it/index.php/veneto-presentata-uninterrogazione-sullattivita-delle-guardie-volontarie-39546/

Ungulati, Remaschi : "La legge funziona, dalla Cct polemiche strumentali e fuori bersaglio"

FIRENZE - "Spiace constatare come una situazione che necessita di tutta l'attenzione possibile, tanto da essere uno dei temi più urgenti che le organizzazioni degli agricoltori hanno posto fin dall'inizio del mio mandato un anno fa, sia strumentalizzata da alcuni rappresentanti del mondo venatorio, che riportando numeri parziali e in alcuni casi non corretti, forniscono una interpretazione distorta della realtà, volta più ad accattivarsi le simpatie di coloro che ritengono di essere stati espropriati da una gestione monopolistica della caccia agli ungulati, che al trovare una reale soluzione al problema". L'assessore all'agricoltura, Marco Remaschi, replica alle dichiarazioni dei vertici della Confederazione dei cacciatori toscani (Cct) sull'emergenza ungulati in Toscana.

"Già lo scorso anno - prosegue - la situazione degli ungulati in Toscana appariva compromessa e al limite della sopportazione per il mondo agricolo, professionale e no, e anche per molti cittadini che da anni segnalavano danni subiti, senza che questo fenomeno si fosse mai affrontato in modo organico su tutto il territorio regionale, con una situazione quindi ben lontana da quella 'gioiosa armonia' che secondo la Cct sarebbe regnata in Toscana fino ad un anno fa. La verità – insiste Remaschi - è che in una materia così complessa e delicata, sia per i numeri impressionanti, ma sopratutto perché parlando di gestione della fauna, giocoforza, si devono affrontare questioni che toccano diverse sensibilità, per anni non si è riusciti ad intervenire in modo concreto ed incisivo, perpetrando un finto equilibrio che si reggeva solo sulla gestione del malcontento con l'utilizzo, nella migliore delle situazioni, del rimborso dei danni agli agricoltori come calmiere della disperazione".

"La legge 10 del 2016 per la diminuzione del numero di ungulati in Toscana- rivendica Remaschi - è stata quindi voluta e scritta proprio allo scopo di salvaguardare le eccellenze del nostro territorio, il lavoro dei molti agricoltori che chiedono solo di poter raccogliere il frutto del proprio duro lavoro rifiutando la logica del rimborso del danno, che non solo non copre le reali perdite economiche, ma mina alla base l'intero sistema socioeconomico dei nostri territori rurali, tanto ricchi di bellezze quanto fragili e bisognosi di una continua e forte presenza umana".

I numeri del problema
In Toscana i danni all'agricoltura sono cresciuti in modo esponenziale dal 2010 in avanti passando, con dati certificati, da 1,5 milioni di euro ai circa 3 milioni del 2015 e lo stesso è stato per gli incidenti stradali, in alcuni casi mortali, che sono arrivati a sfiorare i 1000 incidenti segnalati nell'ultimo anno.
Da qui la necessità di un intervento radicale, che non poteva quindi essere la mera applicazione di quanto già era previsto dalla normativa regionale, come peraltro condiviso con le organizzazioni professionali, con enti ed istituzioni.

Sempre stando ai numeri ufficiali delle 9 ATC, certamente approssimati per difetto, mentre fino al 2015 nell'intero territorio regionale si contavano circa 10 mila abbattimenti di controllo l'anno, nei primi sei mesi di applicazione della legge ungulati sono stati abbattuti circa 8 mila cinghiali, oltre a circa 3 mila caprioli, con una proiezione sui 12 mesi, quindi, decisamente migliore del passato.

Sono poi oggetto di indagine alcune situazioni estremamente particolari, che certamente fanno riflettere rispetto alla reale consistenza dei numeri forniti dal Cct, come ad esempio il caso dell'ATC di Siena per il quale il Cct stesso dichiara 5000 capi/anno abbattuti in selezione e controllo fino al 2015, che contrastano con il dato fornito dalla Polizia provinciale che invece porta a circa 900 capi abbattuti per quello stesso anno, certamente inferiori ai 2500 prelevati nello stesso territorio già nei primi sei mesi dell'applicazione della legge ungulati. Oppure il caso dell'ATC di Firenze, dove i numeri di abbattimenti di cinghiali con la caccia di selezione risultano ad oggi doppi rispetto all'anno passato.

Procedure più rapide
Certamente al di là dei numeri, i primi sei mesi di applicazione della legge 10/2016 hanno evidenziato alcune criticità che la Regione sta affrontando, ad esempio con la delibera di giunta di alcune settimane fa che ha consentito di snellire la procedura di richiesta di intervento da parte delle aziende agricole, e che vedono gli uffici regionali impegnati nel valutare l'attuazione di ulteriori modalità di intervento che garantiscano, pur nel rispetto della legge nazionale, risultati ancora migliori.
Sono infatti allo studio provvedimenti che consentiranno di coinvolgere in modo ancora maggiore tutti gli interessati, siano essi agricoltori che cacciatori singoli o squadre, in modo da raggiungere l'obiettivo comune di ritornare ad una equilibrio dell'ecosistema toscano.

"Per poter analizzare in modo rigoroso e non strumentale lo stato di attuazione della legge e condividere i futuri provvedimenti da mettere in atto – annuncia infine Remaschi - nei prossimi giorni provvederò a convocare un tavolo di coordinamento tra rappresentati del mondo agricolo, venatorio ed ambientalista che consenta di monitorare in modo serio e rigoroso la questione, evitando polemiche fuori bersaglio e inutili innalzamenti di tono e garantendo quindi il miglior risultato possibile per i cittadini toscani".

www.toscananotizie.it

Liguria: Verso la soluzione la vicenda dei tesserini

Si avvia verso una soluzione, anche se non definitiva, la questione dell'adeguamento alle normative che impongono la marcatura immediata dei capi di migratoria abbattuti. La regione infatti approverà una legge che sposterà tale obbligo alla prossima stagione venatoria, attirando le critiche di associazioni ambientaliste e delle opposizioni. In questo modo i cacciatori liguri potranno svolgere l'apertura in tranquillità. Speriamo solo che non arrivino i soliti ricorsi a rovinare la festa.

 

http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2016/09/07/ASrdcMDE-animalisti_soluzione_polemiche.shtml

Avvio della Stagione Venatoria. Per il WWF un’occasione per rendere note al pubblico le sue nuove professionalità: indovini, cartomanti e sensitivi.

In merito al Comunicato Stampa sull’apertura recentemente diffuso dal WWF, il Presidente Nazionale Arcicaccia, Osvaldo Veneziano, ha dichiarato:

“Il WWF con un approccio monotono e vetusto si ripropone, per l’apertura della caccia, dando “numeri al lotto” (speriamo non siano stati contagiati dalla ludopatia…).
Interpretano i sentimenti e le idee degli italiani a comodo loro. I nostri concittadini, secondo le ultime rilevazioni Eurispes, rispetto al passato, esprimono minor contrarietà alla caccia. Probabilmente, indipendentemente dai Comunicati del WWF, gli italiani hanno acquisito ormai la stagione venatoria come un’ovvietà, un fatto naturale che esiste come esistono in tutto il mondo la primavera o l’autunno.
Gli italiani sanno anche – sempre di più – quanto servono la caccia e la gestione della fauna selvatica per i problemi di danni che alcune specie arrecano a quanti vivono nelle città (ci riferiamo anche a storni, gabbiani, corvidi) e, ancor di più, perché quanti vivono e frequentano le campagne, conoscono le umiliazioni che subisce il lavoro degli agricoltori per i danni di alcune specie: dal cinghiale alle nutrie e non solo.
Ma leggendo il comunicato dell’associazione del panda, apprendiamo che la novità di quest’anno è che il WWF è in grado di prevedere il futuro.
Forse attraverso la “lettura della sfera di cristallo” o dei “fondi del caffè” sanno già quanti selvatici ci saranno in Italia, quanti ne verranno abbattuti, quali saranno le condizioni metereologiche durante la stagione venatoria e il numero delle “padelle” fatte dai cacciatori. Probabilmente a questo punto sapranno anche il numero degli adulteri e ci diranno se i giovani troveranno lavoro o se avranno buona salute oppure quante storie d’amore avranno e come andranno a finire.
I cittadini e i cacciatori che vogliono usufruire di questi servizi telefonino al WWF per comunicare il loro segno zodiacale, condizione indispensabile per la correttezza delle risposte.
Ci aspettiamo a breve anche un comunicato specifico sulle vittime degli incidenti di caccia, anche questo redatto in anticipo, grazie al lavoro delle “fattucchiere”, esperte in malocchio, al servizio dell’Associazione ambientalista.
Per quanto ci riguarda non crediamo ai poteri occulti, ma ci attrezziamo comunque con amuleti e “scongiuri” necessari alla tutela di tutti i cacciatori e, perché no, anche del WWF.
Scherzi a parte siamo consapevoli della crisi di visibilità e della diminuzione di attenzione che sta subendo il WWF ma siamo altrettanto certi che non si risolverà con questi comunicati. I dirigenti dell’associazione farebbero meglio ad arrestare, invece, la propaganda estremista, sostituendola con il senno e la ragionevolezza, supportati da quella scienza e da quella conoscenza di cui non si trova traccia nei loro scritti.

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura