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Luca Gironi

Luca Gironi

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Toscana: FLOP DELLA LEGGE PER IL CONTROLLO DEGLI UNGULATI.

La Confederazione Cacciatori Toscani denuncia gravi rischi per la gestione faunistica, le colture agricole e l’incolumità dei cittadini e chiede al Presidente Rossi di intervenire con urgenza per invertire la rotta.
E’ allarme in Toscana per la gestione faunistica e in particolare per quella degli ungulati, dove il flop della legge mette a serio rischio la biodiversità, il reddito degli agricoltori e l’incolumità dei cittadini.
La Toscana ha rappresentato per lungo tempo un modello che, nel pieno rispetto dei diversi ruoli e responsabilità, grazie al confronto continuo, al coinvolgimento ed alla collaborazione fra le istituzioni e le componenti sociali, garantiva sostanziale armonia e, soprattutto, risultati.
Le cronache di questi ultimi mesi, con il disappunto e la protesta di agricoltori, sindaci, associazioni venatorie e, per motivi decisamente diversi, associazioni ambientaliste, dicono che quel modello è stato compromesso. Il confronto, il coinvolgimento, l’informazione, la ricerca di intese sono essenziali per esercitare al meglio il governo, obiettivo da sempre responsabilmente perseguito dalla Confederazione Cacciatori Toscani. I risultati migliori e più apprezzati da tutte le categorie interessate sono venuti quando questo metodo si è applicato senza tentennamenti né incertezze. Quando non si è fatto – ed è ciò che è avvenuto dall'inizio della corrente legislatura – i problemi sono cresciuti, i conflitti sono esplosi, le soluzioni si sono allontanate.
Il flop della legge ungulati è forse l’esempio più eclatante: a fronte di una situazione ritenuta di “emergenza”, nell'anno del suo varo, i dati dicono che vi è un calo clamoroso degli abbattimenti. 
In provincia di Firenze (altri esempi nelle schede allegate) nel 2014,tra azioni di controllo (art 37) ed in selezione i cinghiali abbattuti furono oltre 4000, circa 5000 nel 2015 e 1515, leggasi millecinquecentoquindici nel 2016.
La Regione ha voluto approvare una “legge speciale” per la materia, laddove sarebbe stato invece ben più efficace procedere alla decisa applicazione delle norme esistenti: la riconduzione alla Regione di tutte le competenze in materia consentiva di superare le difficoltà del passato, quando alcune Province avevano dato forfait.
Il risultato è che aumentano i danneggiamenti alle colture, diminuiscono o sono assenti gli interventi di controllo per la farraginosità delle nuove norme, la sudditanza ad ISPRA produce piani di prelievo più bassi degli anni precedenti, si sono delegittimate e disincentivate le realtà – squadre di caccia al cinghiale in primis – che avevano assicurato impegno e disponibilità e che costituiscono la risorsa più valida, se coinvolte con serietà e responsabilità, per una gestione davvero efficace della specie (con l’opera di prevenzione oltre che con gli interventi di abbattimento).
Un vero capolavoro, la cui responsabilità qualcuno penserebbe di poter impunemente addossare ai cacciatori. Che, privi di strumenti adeguati, si sono adoperati al massimo per conseguire gli obiettivi assegnati, anche quando contestavano le scelte fatte. La gravità della situazione richiede un immediata inversione di rotta: lo chiede la Confederazione Cacciatori Toscani al Presidente della Regione, Enrico Rossi, lo esige l’intera società Toscana.



Firenze, 7 settembre 2016


Confederazione Cacciatori Toscani
(Federcaccia – Arcicaccia – Anuu)

Parte la stagione dei ricorsi. Questa volta tocca all'Abruzzo

Il WWF ha presentato ricorso contro il calendario venatorio appena approvato dalla regione Abruzzo. Casus belli del ricorso, secondo l'associazione ambientalista, la mancata approvazione del piano faunistico venatorio e la concessione delle preaperture in contrasto con le indicazioni dell'ISPRA.

FVG. SERRACCHIANI, CONCRETO CONFRONTO CON MONDO VENATORIO

“Mi impegno a verificare ogni questione posta dal mondo venatorio. E’ mio dovere, come presidente di Regione, farmene carico e, per la serietà delle osservazioni presentate, devo prendere il tempo necessario per valutare dove si può migliorare o motivare dove non si può modificare. Non tutte le istanze potranno essere soddisfatte ma tutte verranno affrontate”.
Ad affermarlo, ieri, nell’auditorium Ipa a Pozzuolo del Friuli, è stata la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, in occasione dell’incontro organizzato dalle sezioni regionali della Federazione italiana della Caccia e di Ekoclub, su “La caccia e le contraddizioni irrisolte” in cui sono emerse alcune criticità riferite, in particolare, al Piano faunistico regionale (Pfr).
La presidente ha spiegato, inoltre, il lavoro di revisione che si sta compiendo sulla legge 6 del 2008 “Gestione ed esercizio dell’attività venatoria nella Regione Friuli-Venezia Giulia”.
“C’è già una bozza di articolato – ha chiarito – che va allargata per il confronto a tutti i portatori di interesse”. Si tratta, per la presidente, di una norma molto importante considerando che “stiamo andando verso il superamento delle Province e, dunque, la legge dovrà occuparsi anche della riassegnazione delle competenze sulla base dei piani di subentro”.
Sul tema della riforma della programmazione e progettazione faunistico-venatoria regionale, Serracchiani ha chiarito come i distretti e le riserve restano punti fermi del sistema ma ha auspicato che solo la pianificazione, la programmazione e il controllo siano le attività a carico della Regione, non la parte gestionale della caccia.
Un altro argomento esaminato ha riguardato la riforma costituzionale e il rafforzamento della specialità FVG anche per quanto riguarda la materia della caccia e dell’ambiente.
“Con la riforma costituzionale – ha chiarito – il Friuli Venezia Giulia, come tutte le Regioni a Statuto speciale, non subirà l’applicazione diretta della riforma che si applicherà solo previa intesa con il Governo. La riforma costituzionale per la nostra Regione è fondamentale e sono convinta che ne rafforzi la specialità”.
Una delle esigenze manifestate durante l’incontro ed espresse da Paolo Viezzi, presidente regionale Federcaccia FVG, è stata anche quella di poter avere un referente interno all’Amministrazione regionale con una qualifica appropriata per la gestione quotidiana legata all’attività della caccia in un’ottica di miglioramento ed efficacia.
Sul punto, Serracchiani ha voluto evidenziare che “andrà irrobustito il servizio regionale dedicato, rafforzandone le competenze giuridiche” proprio per consentire di proseguire quel percorso virtuoso del Friuli Venezia Giulia che è stata una Regione di avanguardia nel settore della caccia.
L’appuntamento a Pozzuolo del Friuli, moderato dal giornalista Alberto Terasso, ha visto fra gli altri, gli interventi di Rolando Della Vedova, presidente Ekoclub Friuli, del presidente Federcaccia di Trieste e Udine, rispettivamente Fabio Merlini e Adriano Piccoli, oltre a quelli dei presidenti dei diversi distretti venatori: Luciano Cucignato, Vittorino Dorotea, Mario Del Bianco, Gianpaolo Lesa, Claudio Sabbadini. (Fonte www.ladeadellacaccia.it)

Palermo: Carabiniere cacciatore scopre piantagione di marijuana

Libero dal servizio, durante una battuta di caccia nei dintorni di Mezzojuso, un carabiniere di stanza in Sicilia si è imbattuto in una piantagione di marijuana di quasi mille piante. Protetta da un vero e proprio servizio di vigilanza armata la coltivazione è stata sequestrata e avviata alla distruzione dalle forze dell'ordine.

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