Armi & munizioni a canna liscia: 28, il calibro del futuro
- Scritto da Giuliano Del Capecchi
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E’ stato un lungo percorso durato anni e anni, quello che ha portato il fucile calibro 28 a diventare, da classico fucile da capanno, un’arma più o meno adatta a molte forme di caccia praticabili oggi nel nostro Paese. Vediamo, dal punto di vista strettamente venatorio, di analizzarne caratteristiche, pregi e difetti.
Se quasi tutte le principali aziende che producono armi da caccia hanno in catalogo semi automatici (Beretta, Cosmi, Benelli etc…) e basculanti sia di primo prezzo che armi decisamente fini (Rizzini, Fausti, Poli, Yildiz, Beretta, Fair etc…) in calibro 28 è segno che questo ha assunto un ruolo e un’importanza di primo piano sul mercato internazionale, soprattutto per il fatto che oggi molti cacciatori lo stanno utilizzando a “tutta caccia” e non più come arma specialistica dedicata a pratiche venatorie particolari come ad esempio la caccia al capanno con i richiami vivi.
Nell’analisi strettamente venatoria sull’impiego di questo piccolo calibro a 360 gradi va subito detto che il 28 non porta vantaggi sostanziali in termini di resa, ma che invece sa farsi apprezzare per diverse piccole cose tutte molto importanti. Cacciare con i piccoli calibri non deve essere una moda, ma una scelta ponderata che inevitabilmente ci metterà a confronto sia con tante difficoltà che con altrettante gioie. Inevitabilmente, passare dal 12 al 28 sarà più difficile che farlo dal 20 al 28 e questo ve lo dico per esperienza personale, ma tutto, ripeto tutto è possibile, basta volerlo e soprattutto non abbattersi di fronte alle prime difficoltà.
Il calibro in pillole
Come per tutti i calibri dei fucili a canna liscia, il numero 28 indica il numero di sfere di piombo puro di diametro uguale alla foratura della canna, che si ottengono dalla fusione di una libbra di piombo (453,6 gr) e le forature nominali delle canne dei fucili di questo calibro vanno da 13,80 a 14,30 mm.
La portata dei fucili in calibro 28 varia, come per gli altri in base sia alla lunghezza e alla strozzatura delle canne che, soprattutto alla grammatura della carica di pallini delle cartucce che andremo ad impiegare, che in questo caso varia tra i 16 ai 30 grammi utilizzando bossoli standard da 70 mm e che può arrivare anche fino a 32 / 34 grammi nel caso di utilizzo di bossoli da 76 mm e quindi di cartucce magnum.
In questo calibro sono disponibili anche numerose munizioni definite “silenziate” (caricate sempre con pallini piuttosto grossi e da impiegare solo per sparare entro i 20 metri) ottenute caricando cartucce di elevate grammature sparate con bassa velocità iniziale (max 260 m/s), caricate con poca polvere in modo da ottenere detonazioni molto soffocate. Queste cartucce sono particolarmente apprezzate dagli appassionati di caccia al capanno che le impiegano nei primissimi momenti della giornata per cercare di disturbare il meno possibile gli uccelli posati sulle secche e nelle vicinanze dell’appostamento.
Per quanto riguarda l’efficacia venatoria di questo calibro, possiamo dire che cartucce dai 16 ai 20 grammi sono ottime al capanno per tiri fino ai 25 metri, quelle con 21 / 24 grammi di pallini, che rappresentano la classica “corazzata” consentono abbattimenti puliti fino ai 30 metri mentre utilizzando cariche maggiorate o magnum è possibile spingersi tranquillamente a 30 – 35 metri. Come negli altri piccoli calibri, nei tiri “normali” le velocità migliori per ottenere pressioni ottimali e di conseguenza rosate ben distribuite sono quello comprese tra i 360 e i 380 m/s.
Perché scegliere il 28
Questo calibro, da un po’ di tempo molto in voga, sta un po’ seguendo il percorso che ha diversi anni fa ha fatto il 20 con il 12 e soprattutto con il 16, con la differenza però che lo fa nei confronti di tutti i calibri superiori e non solo all’ormai scarsamente utilizzato 24, calibro intermedio rispetto all’ormai usatissimo 20. I pro sull’utilizzo del 28 sono molti e si passa dalla leggerezza dell’arma - molto importante ad esempio per chi caccia con il cane - e delle munizioni (peraltro come grammature, con le nuove munizioni in commercio siamo molto vicini alle cariche del 20) per arrivare alla estrema facilità di brandeggio dell’arma anche con canne da 71 o 76 cm, lunghezze peraltro da consigliare per ottimizzare la nostra azione. Proprio la leggerezza e la facilità di brandeggio compensano anche allo spollo, e quindi su tiri di imbracciatura più che di mira, la lunghezza delle canne, che poi invece diventa fondamentale per tiri a medie e lunghe distanze sia al volo che a fermo. Anche in questo caso, giocando con strozzatori e cartucce si riesce ad essere estremamente performanti in ogni occasione. Personalmente sia per il sovrapposto in calibro 20 che per quello in calibro 28 ho acquistato due strozzatori ****, che monto su entrambe le canne allo spollo…. e spesso li mantengo anche dopo, cambiando però tipologia di cartuccia a seconda delle necessità. Al mattino presto, per tordi e merli, cerco di impiegare cartucce dispersanti o con borra di feltro a piombo 11-12 per poi passare a munizioni bior (decisamente universali) o con il contenitore se i tiri sono per la maggior parte a distanza. Naturalmente porto sempre con me gli strozzatori perché a volte può capitare di dover cambiare strategia al volo e quindi meglio essere pronti a farlo in un attimo.
Quindi, alla luce dello sviluppo e della ricerca sia nel campo della produzione di armi che in quello delle munizioni, oggi impiegando un calibro 28 e scegliendo bene le munizioni da impiegare (si va dai 16 ai 30 grammi in bossolo da 70 mm) sparando bene è possibile cimentarsi con successo con la piccola fauna stanziale e con tutta quella migratoria cacciabile nel nostro Paese.
Esperienze in calibro 28
E’ ormai qualche anno che ho iniziato ad utilizzare con una certa continuità questo calibro, provandolo un po’ in tutte le occasioni e con selvatici diversi. Ho iniziato usandolo al capanno agli storni, sparando principalmente al volo ma anche sulle secche, utilizzando per lo più cartucce senza contenitore caricate artigianalmente da un amico. Premettendo che utilizzo un sovrapposto con canne da 71 cm dotate di strozzatori intercambiabili, devo dire che mi sono trovato benissimo per la facilità di brandeggio dell’arma e anche per la resa balistica, che non si è discostata di molto da quella del venti, a cui sono abituato da oltre trent’anni. Anche utilizzandolo allo spollo e al rientro il mio sovrappostino calibro 28 ha fatto sempre il suo dovere: al mattino impiegando cartucce dispersanti o senza contenitore a piombo 11 - 12 e al rientro diversificando le munizioni e gli strozzatori a seconda dell’altezza di volo di tordi e merli. Durante un rientro mi è capitato anche di sparare e abbattere di seconda canna ma in maniera pulita un colombaccio a 25 – 30 metri utilizzando una cartuccia a piombo 9 con contenitore. Il fucile l’ho anche provato cacciando i colombacci da terra sulle pasture con rulli e racchette e a fagiani e starne con il cane. In entrambi i casi ho utilizzato ancora munizioni artigianali con borra in feltro e 25 – 26 grammi di piombo 7 e anche in questo caso, sparando comunque sempre entro i 20-25 metri, a parte qualche inevitabile padella, gli abbattimenti sono sempre stati puliti e netti. Al passo invece, non l’ho mai portato, ma il mio compagna di caccia si, molto spesso e con ottimi risultati, specie su tiri di mira a colombacci e tordi utilizzando però una doppietta artigianale a cani esterni con canne da 76 cm */**. Su anatre, lepri e cinghiali non l’ho provato, ma due miei carissimi amici che lo usano da anni per cacciare con il cane in Emilia Romagna mi hanno assicurato che con germani, alzavole e lepri…basta centrarli e non ci sono problemi!!!
Uno sguardo al mercato
Volete provare finalmente un piccolo calibro? Il ventotto è certamente quello giusto e il mercato internazionale propone al cacciatore una vastissima scelta di armi sia basculanti che semiautomatiche. Tra queste ultime segnaliamo per primi i semi auto Beretta (recupero di gas), Cosmi e Franchi (lungo rinculo) e Benelli (inerziale e camerato 76 mm), armi di ottima fattura acquistabili tutto sommato anche ad un prezzo interessante e poi il semi automatico Armsan di produzione turca, a recupero di gas: un fucile dall’ottimo rapporto qualità prezzo e quindi molto adatto a chi vuole provare a passare ai piccoli calibri senza acquistare un’ arma molto costosa. Tra i basculanti, l’industria armiera italiana e internazionale presenta modelli per tutti i gusti e tutte le tasche e marchi come Fausti, Poli, Fair, Beretta, Franchi, Sabatti, Rizzini e Yildiz sono in grado di accontentare praticamente ogni desiderio del cacciatore. Anche in questo caso segnaliamo i sovrapposti Yildiz (canne da 71 o 76 cm dotate di cinque strozzatori intercambiabili e con la possibilità di avere gli estrattori automatici) distribuiti in Italia da Paganini, come le armi probabilmente più adatte, per un rapporto qualità prezzo decisamente interessante, per chi decide per la prima volta di scendere al calibro 28.
Per quanto riguarda le munizioni nessun problema: a parte gli appassionati di ricarica che possono trovare componenti per caricare munizioni di ogni tipo e grammatura, il mercato propone un’infinità di cariche con caratteristiche diverse, in grado di coprire senza nessun problema ogni esigenza di caccia. Si trovano munizioni dispersanti, con borra in feltro, bior, con contenitore, corazzate, e a palla dai 16-18 fino ai 30 grammi caricate in bossolo da 70 mm, silenziate con cariche anche di 33 grammi da impiegare al capanno e magnum, in bossolo da 76 mm, con cariche che possono arrivare ai 32 – 34 grammi di piombo, avvicinandosi molto ad una magnum in calibro 20.