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La stagione che vorrei …

WhatsApp Image 2025 08 14 at 21.42.48 2Giugno, l’ho scritto più volte, rappresenta il mese che ci introduce nell’estate e soprattutto quello che inizia a farci intravedere, tra circa tre mesi, l’inizio della nuova e tanto attesa stagione venatoria e quindi anche a farci riflettere su quello che potrebbe aspettarci …

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Devo confessare che l’articolo che avevo in mente non era questo: volevo parlare di caccia da appostamento temporaneo ai colombacci, ai turdidi, alle anatre e agli storni ma qualche giorno fa, parlando con mio figlio di 18 anni, che non è appassionato di caccia ma che ne conosce molto bene le dinamiche e le modalità essendo cresciuto in una famiglia di cacciatori da generazioni, mi ha fatto riflettere quando dopo avermi visto alle prese con le giostre, le batterie e gli stampi degli storni mi ha chiesto prima se c’erano novità nella nuova stagione e poi all’improvviso, dopo cinque minuti delle mie solite lamentele mi ha detto: “Ma tu, insomma, che nuova stagione di caccia vorresti?”
Una domanda a prima vista semplice, ma che invece nasconde profonde riflessioni che nella prima parte di questo scritto (prometto che dal prossimo numero si torna a parlare solo di caccia pratica…) vorrei condividere con voi, anche per sollecitare una riflessione comune che credo possa essere utile un po’ a tutti soprattutto in vista dell’inizio della nuova stagione venatoria.

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Molto probabilmente non esiste un’altra attività dove, come nella caccia, chi paga in anticipo e regolarmente tutto il necessario per praticarla nel rispetto delle leggi vigenti, non ha certezze per l’immediato futuro e questo ce lo dimostrano ogni anno i tanti ricorsi al TAR delle associazioni animaliste contro i calendari venatori regionali, che se vinti di fatto sospendono l’attività venatoria fino a un nuovo atto della Giunta Regionale. In sintesi, la certezza del diritto non è una prerogativa del cacciatore italiano, chiamato sempre a pagare tutto a “scatola chiusa” prima di ritirare il tesserino regionale, senza sapere, di fatto, a cosa andrà incontro nella stagione venatoria che sta per iniziare. E tutto questo, fatemelo dire, è veramente assurdo.
Poi ci sono altre cose su cui riflettere prima tra tutte il rapporto tra la scienza, la gestione della fauna e del territorio e di conseguenza la caccia. L’esempio più eclatante in assoluto è rappresentato dallo storno, uccello che in Italia, a meno di deroghe applicate per la salvaguardia dei prodotti agricoli, non è cacciabile mentre lo è invece in paesi limitrofi ai nostri appartenenti alla Comunità Europea e che è responsabile di moltissimi danni all’agricoltura, comprese colture pregiate come ciliegie, uva e olive. E che dire poi di una legge, la 157/92 - dove 92 per chi non lo sapesse sta per 1992, cioè l’anno in cui è entrata in vigore – che a distanza di 30 anni esatti, mai come adesso necessita senza ombra di dubbio di un restyling che non deve stravolgerla, ma che almeno sia in grado di renderla più attuale e quindi in linea con la situazione del momento, che tra l’altro vede all’opera molti meno cacciatori di un tempo e oggi fortemente più specializzati di ieri (basta pensare a quanti oggi praticano in via esclusiva o quasi la selezione agli ungulati, la caccia al capanno, quella al cinghiale, alla beccaccia o ai colombacci).
Altro fattore spinoso sono i tempi di caccia (determinati dai key concepts) e le specie cacciabili, argomenti dove il giusto rapporto tra la scienza e il mondo venatorio sarebbe alla base delle corrette scelte dei legislatori. Siamo tutti in Europa, ma per qualcuno l’inizio della migrazione prenuziale dei turdidi, importantissima per determinare le date di chiusura della caccia per queste specie, inizia addirittura con circa un mese di anticipo in Italia rispetto alla Grecia, alla Spagna e alla Francia…
Su questo problema che di fatto condizionerà le prossime stagioni, si sono mosse in modo deciso le Associazioni Venatorie, ma purtroppo il Ministero della Transizione Ecologica ha risposto con una comunicazione inviata alle scriventi Associazioni Venatorie e al CNCN, ritenendo che per le cinque specie per cui si è chiesta la revisione (alzavola, beccaccia, cesena, tordo bottaccio, tordo sassello) l’Atlante della migrazione degli uccelli tra Europa e Africa, confermi le date di migrazione prenuziale comunicate a Bruxelles. Nella lettera è stato spiegato anche che il confronto avuto con la Francia, pur non arrivando a un’interpretazione condivisa, ha consentito di riconoscere la fondatezza dei rispettivi dati scientifici e che gran parte delle incongruenze tra Paesi posti alla medesima latitudine è stata superata, evidenziando che le poche rimaste sono dovute all’assenza di una metodologia univoca con cui valutare i dati raccolti e definire l’inizio della migrazione.

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Senza andare oltre, sono quindi tante, forse troppe, le nubi che si addensano sull’inizio della prossima stagione venatoria: pensate a chi, ad esempio, paga l’ATC a maggio o rinnova o richiede un appostamento entro marzo e aprile (tempistiche toscana) senza avere la certezza di quello che sarà…. Tanto per farvi un esempio, io e i miei compagni abituali di caccia abbiamo due appostamenti fissi in pianura, che possiamo frequentare tutti, dedicati quasi esclusivamente alla caccia allo storno, fino ad ora praticabile in Toscana per la protezione delle colture agricole grazie a una deroga regionale emessa ogni anno che ne determina modi e tempi. Noi abbiamo dovuto rinnovare gli appostamenti entro il 31 marzo pagando il bollettino da 56.00 euro cadauno pena la loro decadenza, ma come sempre, della deroga, ancora nessuno sa niente….
Il mio sogno, chi mi conosce bene lo sa da tempo, molto probabilmente rimarrà tale perché quello che vorrei dalla caccia del futuro è un calendario venatorio nazionale e poi regionale fatto per specie, con carnieri e tempi da rispettare, ma certamente più spalmato in tutto l’anno e con possibilità anche di scegliere in via esclusiva le diverse forme di attività venatoria. Per quanto riguarda poi il futuro dell’attività venatoria nel nostro Paese sono totalmente d’accordo con il presidente del CNCN e di Fondazione Una Maurizio Zipponi, che in una recente intervista al nuovo e interessante blog Hunting Log ha evidenziato che il futuro della caccia in Italia passa per una corretta e innovativa campagna di comunicazione coordinata e sviluppata coinvolgendo la società a 360° con l’obiettivo di promuovere la caccia come un’attività sostenibile, imprescindibile per la tutela della biodiversità e degli equilibri della natura, restituire al cacciatore il ruolo di paladino del territorio, rispettoso della normativa e attore fondamentale nella tutela della fauna, rinvigorire l'orgoglio di un settore rilevante sia sotto l'aspetto economico sia occupazionale e rafforzare il suo contributo nella creazione di filiere specializzate e riallacciare la relazione con le nuove generazioni al fine di valorizzare la tutela dell'ambiente e la conoscenza della caccia.

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La mia nuova stagione
A proposito di caccia praticata, la mia nuova stagione – a meno di novità legislative che mi impediscano di fare queste scelte - sarà abbastanza in linea con le precedenti e inizierà con la preapertura, giornata che ormai da anni dedico alla caccia allo storno, per poi proseguire all’apertura generale o con una delle rare battute alla stanziale in compagnia degli amici di sempre oppure, se ci sono le condizioni, con la prima cacciata dell’anno ai colombacci (sulle pasture) da appostamento temporaneo utilizzando stampi e piccioni. Questo tipo di caccia, che in passato ho praticato per anni quasi in forma esclusiva soprattutto dal palco, da quest’anno tornerà ad avere un ruolo di primo piano nelle mie giornate di caccia, sia nel bosco con le aste che proprio cacciando sulle pasture (stoppie di girasole, di grano, mais e favette). In ottobre alternerò giornate al passo (nelle quali naturalmente, ci sarà spazio anche per la ricerca dei funghi, altra mia grande passione insieme alla pesca...), spolli veloci a tordi e merli prima del lavoro e uscite ai colombacci con i richiami, ma dal 20 – 25 del mese spazio, se concessa come sempre in deroga, alla caccia allo storno da appostamento fisso, una pratica venatoria molto divertente tipica delle pianure toscane. A novembre, il tempo sarà dedicato ai soliti veloci spolli mattutini – grazie al fatto di abitare in una zona dove a 5 – 10 minuti di auto da casa ho la possibilità di scegliere tantissimi spot - agli storni, ai colombacci, a qualche uscita a beccacce con gli amici e quando le condizioni sono buone (vento, freddo, pioggia o nebbia) anche ad appostamenti mattutini a germani e alzavole. Dal 15 in poi inizierò come al solito anche a fare qualche rientro pomeridiano a tordi e merli, magari cambiando posto di volta in volta in modo da trovare alla svelta quello più popolato. Dicembre proseguirà sulla falsariga di novembre, mentre per quanto riguarda gennaio, al momento è difficile programmare, proprio per il fatto che la caccia ad alcune specie potrebbe chiudere prima rispetto ad altri anni, e l’unica certezza che ho al momento è la possibilità di cimentarmi per tutto il mese con la caccia ai colombacci con le aste. 

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