Interscambio mobilità Toscana-Umbria-Lazio, Arci Caccia e CCT chiedono il ripristino
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Quest'anno la Regione Toscana non ha provveduto al ripristino della mobilità venatoria in interscambio con Lazio e Umbria, che permetteva ai soci delle tre Regioni di cacciare nelle altre con agevolazioni per qusto si sono suusseguite letttere e appelli alle Regioni pechè trovino un accordo:
L’interscambio in mobilità è molto importante per i cacciatori e il mancato ripristino di questa consuetudine ha spiazzato gli appassionati delle tre Regioni, per questo nei giorni scorsi Arci Caccia ha sollecitato le Regioni perché si attivino con i confinanti per rinnovare gli accordi, sia pure con qualche piccolo correttivo rispetto alle delibere degli anni scorsi, che mettano i cacciatori delle tre regioni sullo stesso piano.
– All’Assessore alla Caccia della Toscana Stefania Saccardi
– All’Assessore alla Caccia dell’Umbria Roberto Morroni
Oggetto: Richiesta di provvedimento sull’interscambio in mobilità venatoria tra Umbria e Toscana I Comitati Regionali Arci Caccia di Umbria e Toscana, chiedono ai rispettivi Assessori Regionali di attivarsi al più presto per ripristinare, anche nella stagione venatoria 2021/22 gli accordi di interscambio in mobilità
venatoria tra le due Regioni. Questi accordi sono di grande importanza per consentire la mobilità dei cacciatori tra i due territori senza creare aggravi di spesa per i cacciatori in un momento così difficile per l’economia italiana. In questo spirito di collaborazione, chiediamo quindi che nella negoziazione degli accordi tra le due parti, siano inserite pari condizioni economiche e di accesso per i cacciatori umbri che vogliano passare in Toscana e per i cacciatori toscani che vogliano passare in Umbria. Quindi, medesimo numero di giornate alle stesse condizioni, stessa tassa di iscrizione alla mobilità e stessa tassa di iscrizione agli Atc come fuori regione.
Restiamo fiduciosi in una risposta
Sirio Bussolotti – Presidente Regionale Arci Caccia Toscana
Emanuele Bennati – Presidente Regionale Arci Caccia Umbria
per CCT, e quindi Federcaccia, invece tutto può rimanere come lo scorso anno:
MOBILITA’ VENATORIA ED INTERSCAMBIO TRA REGIONI: L’INTESA E’ANCORA POSSIBILE!
E’ di questi giorni la notizia che l’accordo di interscambio per la mobilità venatoria tra le Regioni Toscana, Umbria e Lazio, ormai consolidato da anni, si sia nei fatti arenato. Più precisamente Lazio ed Umbria sono arrivati ad un accordo che riconferma i termini della delibera siglata lo scorso anno, mentre la Toscana, al momento, sembra essersi tenuta fuori dall’intesa.
Occorre ricordare che da anni i cacciatori provenienti dalle tre regioni interessate, hanno trovato un positivo riscontro alle esigenze di mobilità e reciprocità soprattutto per la caccia alla selvaggina migratoria.
Considerato l’avvicinarsi del periodo di massimo interesse per i cacciatori migratoristi, la Confederazione Cacciatori Toscani, ritiene necessario produrre ogni sforzo per garantire una nuova intesa tra le Regioni interessate anche per evitare possibili ripercussioni sull’accoglimento di cacciatori Toscani negli ATC Laziali ed Umbri.
Per questa ed altre ragioni si chiede con forza all’assessore Saccardi di approfondire la vicenda per giungere in tempi brevi ad una positiva soluzione.
Una soluzione che riconfermando l’impianto dello scorso anno rinvii ulteriori determinazioni alla prossima stagione venatoria al fine di valutare in tempi consoni, eventuali affinamenti o modificazioni dell’accordo.




Finalmente una grande manifestazione, pacifica e civile, senza alcun momento di criticità: ci voleva per far sentire alla politica regionale la nostra presenza e il nostro disappunto per come è stata gestita e affrontata la questione che ha portato alla sospensione della caccia in Lombardia. Più di tremila persone hanno aderito a questo evento organizzato e voluto dal movimento “Io sono cacciatore” creato da alcuni ragazzi bresciani. Ci è sembrato fuori luogo come Dirigenti Regionali “mettere il cappello” su una manifestazione non organizzata dalle associazioni venatorie come purtroppo alcuni Dirigenti di altre sigle hanno tentato di fare (senza molto successo per la verità) e continuano a fare con articoli sui giornali più o meno suggestivi intitolandosi il merito del successo. La realtà è che i veri problemi non si risolvono con improvvisati comizi al megafono nè tentando in modo sfacciato di salvare la poltrona dell’attuale assessore solo perchè vicino al loro modo di intendere la politica. Non basta chiedere, come scusante, l’azzeramento dei quadri direttivi della Direzione Agricoltura e Caccia. E non basta proclamarsi vincitori se non c’è una strategia comune che porti finalmente sul tavolo di discussione i punti qualificanti che devono essere affrontati e risolti dal mondo venatorio.Se non lasciamo perdere personalismi e divisioni ci troveremo senz’altro tra non molto a fronteggiare una sfiducia sempre più marcata nei confronti delle associazioni già peraltro palesata in questi giorni. E non volendo affrontare la realtà signific herebbe dar ragione a quel vecchio detto inglese: se non vedo il bosco la colpa è degli alberi.
Il Tar della Lombardia, in seguito al ricorso presentato da un’associazione animalista, ha sospeso la caccia fino al 7 ottobre, giorno in cui è stata fissata l’udienza. Unica eccezione la caccia di selezione al cinghiale, deliberata dalla Regione con provvedimento a parte. Questo il commento del Presidente Regionale Arci Caccia Ivan Moretti: “Questo episodio nefasto per i cacciatori lombardi è figlio delle continue forzature della Lega e delle frange più retrive del mondo venatorio lombardo e dell’incapacità della Regione di normare in modo corretto l’attività venatoria in Lombardia. Un danno per i tanti cacciatori che esercitano la loro passione in modo responsabile e rispettoso della legge. Adesso chiediamo alla Regione di chiarire se la l. r. 17/2004 (Calendario Regionale fatto con legge e mai impugnato davanti alla Corte Costituzionale) sia tuttora valida, permettendoci di andare subito a caccia; altrimenti che l’Assessore Rolfi si attivi immediatamente con una nuova delibera, basta rimandare a caccia i lombardi, che ne hanno pieno diritto.”
Roma, 23 settembre 2021 – “È con parziale soddisfazione che apprendiamo della decisione del Tar in merito al ricorso presentato dalle associazioni protezionistiche e anticaccia contro il calendario venatorio calabrese. Per la quaglia sono state riconosciute le ragioni tecniche presentate dall’Avvocatura regionale, dagli Uffici competenti, dal nostro Ufficio Studi e le argomentazioni legali dell’avvocato Alberto Maria Bruni, che ringrazio per il consueto risolutivo impegno”. Così il presidente regionale Federcaccia e vicepresidente nazionale Giuseppe Giordano commenta l’odierna pronuncia del Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria sul ricorso numero di registro generale 1409 del 2021 che interessava tortora, pavoncella e quaglia e sul quale Federazione Italiana della Caccia è intervenuta ad opponendum. 