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Marco Fiore

Marco Fiore

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PREAPERTURA DELLA CACCIA IN PROVINCIA DI BRESCIA

  • Pubblicato in Notizie

regione lombardia

Con decreto n° 11595 del 14 agosto l’UTR di Brescia ha ufficializzato le giornate di preapertura consentite esclusivamente da appostamento fisso o temporaneo, alle sole specie Corvidi (cornacchia grigia, gazza e ghiandaia).

Queste le date del mese di  settembre in cui è consentita l’attività da un’ora prima dell’alba fino alle 13.00:

1 – 4 – 7 – 11 – 14 - - 18

La chiusura del prelievo a dette specie sarà anticipato al 11 gennaio 2026.

Massimo Buconi vs. Michela Vittoria Brambilla si “confrontano” in una trasmissione radiofonica

 

BUCONIBRAMBILLA

Massimo Buconi Presidente FIDC e l’onorevole Miche Vittoria Brambilla deputata di Noi Moderati, ospiti della trasmissione Calibro 8 condotta da Francesco Borgonovo su Radio Cusano Campus hanno dibattuto sul tema caccia.

E’ possibile ascoltare gli interventi a questo link: https://youtu.be/EH4uGseNGVc.

Posizioni ovviamente contrapposte ed argomentazioni a sostegno di ciascuna tesi da approfondire.

Il presidente Buconi ha chiarito i reali contenuti della proposta di modifica della legge 157/92 confutando le interpretazioni strumentali date dalle sigle animaliste e sottolineando che i firmatari del progetto di riforma sono i capi gruppo delle forze politiche della maggioranza di centro destra. L’on. Brambilla ha ribattuto dicendo che all’interno dei partiti di maggioranza ci sono molti parlamentari contrari alla caccia che cercheranno di contrastare questo disegno di legge in virtù di una propria autonomia decisionale, stupisce l’affermazione  “ Quello che faccio in Parlamento lo so solo io”.

Si è passati poi a disquisire sulla mancanza di sicurezza delle persone a causa della caccia, l’onorevole cita le vittime attribuite all’attività venatoria facendo riferimento alle presunte statistiche dell’Associazione vittime della caccia che evidenziano 68 vittime 12 morti e 56 feriti

A questo proposito un’analisi pluriennale condotta dall’Università di Urbino riporta questi dati ( https://www.uniurb.it/comunicati/47252)

  2017 2018 2019 2021 2022 2023 2024
DECESSI 18 15 15 13 11 5 14
FERITI 66 62 60 54 53 53 34
INCIDENTI   78   62 55 62

(i dati non comprendono eventi causati da malori, cadute, atti intenzionali o episodi di bracconaggio, trattandosi di cause che non hanno a che fare con la pratica venatoria o con l’uso legale delle armi).

Pur ribadendo che la sicurezza deve sempre essere messa in primo piano, si conferma che l’attività venatoria nel confronto con altre attività sportive e ricreative all’aperto in realtà non risulta fra le più pericolose.

  ESCURSIONISMO BALNEAZIONE SPORT INVERNALI ALPINISMO ARRAMPICATA ATTIVITA' SUBACQUEE
DECESSI 119 87 13 5 30
FERITI 305 13 60    

Allargando l’analisi al mondo della raccolta funghi, spesso percepito come un'attività tranquilla e priva di pericoli, in realtà si scopre che non è affatto così. Negli ultimi cinque anni questa attività ha visto un elevato numeri di incidenti in cui vengono coinvolte in media circa 400 persone all’anno, con un picco di 432 incidenti nel 2022 e la mortalità si attesta sul 10% (fonte: https://www.loscarpone.cai.it/dettaglio/raccolta-funghi-un-attivit%C3%A0-che-nasconde-insidie-i-dati-del-soccorso-alpino-e-speleologico/).

Ritornando al confronto radiofonico il presidente Buconi sottolinea l’importanza del ruolo del cacciatore come conoscitore e difensore attivo dell’ambiente e regolatore della biodiversità, paradigma del tutto rifiutato dall’on Brambilla, la quale ha più volte ribadito il suo impegno politico affinchè la caccia venga abolita.

RIMBORSI PER DANNI CINGHIALI LA PROCURA APRE UN'INCHIESTA NEL TORINESE

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cinghiali

La procura di Torino ha aperto un’inchiesta sulla gestione dei rimborsi per i danni agricoli causati dai cinghiali nella zona sud del Torinese. L’indagine riguarda 3 Ambiti Territoriali di Caccia, più esattamente To3 (Pinerolese) già commissariato una decina d'anni fa, To4 (Carmagnola, Carignano, Poirino) e To 5 (collina Torinese).

Nei giorni scorsi i carabinieri hanno acquisito documenti dalla sede Atc di Chieri e ascoltato alcuni dipendenti. Al vaglio degli inquirenti anche la regolarità di firme e timbri allegati alle pratiche inviate alla Regione Piemonte. Secondo le prime stime, i rimborsi per danni da fauna selvatica nel solo territorio torinese ammontano a circa 100.000 euro l’anno.

L'ATC (accorpato per decisione della Giunta Chiamparino) era stato commissariato nel corso del 2024, dopo anni di polemiche, sospetti, ed anche alcune pec indirizzate alla Regione da parte di alcune Associazioni Venatorie. Il commissario straordinario Remo Calcagno aveva avuto poco tempo a disposizione, ma era riuscito comunque a far emergere molte irregolarità, presentando un esposto alla Procura; e questi sono i primi risultati,

Tra i comportamenti considerati anomali, l’assenza del bilancio 2022 e la mancata rendicontazione dei danni da fauna selvatica risalenti al 2016, presunte irregolarità nella gestione dei fondi regionali destinati al ristoro dei danni agricoli causati dalla fauna selvatica, in particolare dai cinghiali. Gli Atc, incaricati di raccogliere le denunce degli agricoltori, stimare i danni e gestire i rimborsi, secondo il commissario, avrebbero approvato risarcimenti sospetti, spesso senza perizie puntuali o coerenti. Tra i casi citati: una perizia su 102 quintali di patate distrutte redatta con 70 giorni di ritardo, che ha portato a un rimborso per 120 quintali; oppure un sopralluogo datato due giorni prima della denuncia stessa.

Rimango alcune domande aperte:

  • Il nuovo comitato di gestione degli ATC TO3, TO4 e TO5, deciderà di tornare alla situazione ante-accorpamento? Si separeranno i tre ATC, che ormai hanno numeri ridotti al lumicino, e faticherebbero a stare in piedi da soli?
  • A chi spettavano i controlli non effettuati?
  • Perché il mondo agricolo, che ora insorge, non è intervenuto per evidenziare queste anomalie gestionali nonostante ai vertici del comitato di gestione ci fosse un loro rappresentante?

REGIONE VENETO MONITORAGGIO SATELLITARE DELLA CESENA

  • Pubblicato in Uccelli

cesena

Regione Veneto con il contributo dell'associazionismo venatorio ha promosso un progetto di ricerca in collaborazione con l’Università di Milano per la cattura ed il marcaggio con strumentazione satellitare di alcuni individui di cesena.

Lo studio ha fornito finora solamente dei dati preliminari, ma sarà importante dare seguito al progetto in modo da raggiungere una soglia minima significativa di individui per poter meglio comprendere i comportamenti migratori e di svernamento di questa specie, che sono per certi versi ancora sconosciuti.

Nonostante il 2024 sia stata una pessima stagione di passo della specie, presso la stazione di inanellamento del Monte Pizzoc (Fregona, TV),sono stati catturati 3 individui, di questi, due sono stati equipaggiati con lo strumento satellitare, il terzo per le condizioni fisiche non eccellenti si è preferito liberarlo senza applicare il dispositivo.

marcatura 1

marcatura 2

L’esemplare ID 281368 si è spostato tra la foresta del Cansiglio e l’Alpago nei primi giorni dopo la cattura, effettuando spostamenti dell’ordine di qualche chilometro. Successivamente, il 13 novembre ha segnalato la sua presenza alle falde del massiccio del Col Visentin – Faverghera dove è rimasto fino al 25 novembre.

Il 26 novembre 2024 è ripartito con decisione in direzione sud-ovest, percorrendo presumibilmente tutta la dorsale delle prealpi trevigiane in migrazione attiva, giungendo sul monte Grappa il 26 novembre e mandando la sua ultima segnalazione alle ore 16:22 dello stesso giorno. Purtroppo, in seguito non sono state ricevute altre geolocalizzazioni, e non si è a conoscenza delle sorti dell’esemplare.

La cesena con dispositivo 2813687, inanellata il 1° novembre 2024 ha iniziato a segnalare la sua posizione nei pressi della foresta del Cansiglio. L’esemplare è stato da subito molto mobile, ed ha mandato localizzazioni nei pressi del lago di Santa Croce.  Ha proseguito verso Passo Falzarego, in Alta Badia, poi nei dintorni di Brunico Plan de Corones.

L’individuo ha mostrato inizialmente alcuni limitati spostamenti verso nord, sorprendentemente per un soggetto in migrazione autunnale, suggerendo un comportamento a carattere nomadico, fino all’8 novembre 2024, quando è stato localizzato in Alto Adige in prossimità di Brunico (BZ). In data 11 novembre si era spostato decisamente verso oriente, in Slovenia, dove è rimasto fino al 15 novembre. Con un unico volo di circa 200 km si è poi spostato in Ungheria, raggiunta in data 16 novembre, al confine con la Croazia, dove è rimasto fino al 31 marzo 2025. In data 15 marzo 2025, l’individuo è stato ricatturato da un inanellatore ungherese (Miklós Gutermuth) e rapidamente rilasciato, risultando in perfette condizioni di salute.

Dopo l’ultima trasmissione in territorio ungherese il 31 marzo, in data 5 aprile 2025 l’individuo è risultato essere in Repubblica Ceca, dove è rimasto fino al 16 aprile. Infine, il 17 aprile l’individuo ha raggiunto la Germania nord‐orientale, in prossimità del confine con la Polonia, sua probabile area di origine e di futura riproduzione. La data di partenza per la migrazione primaverile di questo individuo è pertanto collocabile tra il 31 marzo e il 5 aprile e stimata nel 2 aprile, in un periodo nel quale non sono state ricevute trasmissioni. Nel complesso, il trasmettitore ha fornito 229 trasmissioni tra il 1 novembre 2024 e il 21 aprile 2025, pari a circa 1.3 trasmissioni/giorno.

TRAGITTO SATELLITARE

Lo studio ha fornito finora solamente dei dati preliminari, ma sarà importante dare seguito al progetto in modo da raggiungere una soglia minima significativa di individui per poter meglio comprendere i comportamenti migratori e di svernamento di questa specie, che sono per certi versi ancora sconosciuti.

Fonte: relazione Dott. For. Andrea Favaretto - Dinamiche di migrazione primaverile della cesena (Turdus pilaris) di Diego Rubolini* e Chiara Morosinotto - Aprile 2025 -

PARLIAMO DI VALICHI IN LOMBARDIA

 

E’ dei primi di maggio la sentenza del Tar di Milano che impone a regione Lombardia di istituire 475 valichi da inibire all’attività venatoria.

Si tratta di una decisione senza precedenti in Italia o, addirittura, in Europa, considerato che nelle direttive comunitarie non vi è traccia di un istituto simile.

Infatti, la legge 157/92 che regola l’attività venatoria contiene l’articolo 21 comma 3 che recita;” La caccia è vietata su tutti i valichi montani interessati dalle rotte di migrazione dell'avifauna, per una distanza di mille metri dagli stessi”, per la precisione tutte le forme di caccia.

Il contenzioso ha origini lontane, oltre 25 anni di ricorsi di una sigla animalista o, meglio, anticaccia, che puntava a ratificare inizialmente una cinquantina di siti.

A questo numero abnorme si è arrivati dopo che i giudici hanno affidato un lavoro di ricerca ad un “commissario ad acta” che si è avvalso del contributo di tecnici Ispra.

Quando si parla di caccia Ispra è una garanzia!

La relazione tecnica, in realtà, non ha saputo quantificare rotte migratorie, flussi e specie, si è basata esclusivamente su dati bibliografici, inanellamenti, ma soprattutto la presenza di appostamenti fissi di caccia in prossimità di luoghi che avessero un toponimo similare a valico (tipo; passo, sella, foppella, ecc).

Tanto è bastato per identificare 475 località per le quali in un raggio di 1.000 mt non si potrà praticare nessuna attività di caccia.

VALICO 1

Stupisce, (o forse no) che le province di Brescia e Bergamo, notoriamente e storicamente dedite prevalentemente alla caccia al capanno, hanno il triste primato di aver meritato quasi il 70% dei valichi totali (ben 318), mentre nella provincia di Sondrio, che a rigor di logica è situata a ridosso delle Alpi, sono stati individuati solamente 15 valichi. Il motivo? E’ presto detto, in Valtellina la caccia più diffusa è alla tipica alpina o a cervi e camosci, mentre alla migratoria da appostamento fisso è estremamente rara; quindi, niente capanni, niente valichi!

Il risultato è che in alcuni territori collinari o montani non è rimasto uno spazio cacciabile, e quando dico nessuno è proprio così!!

VALTELLINA

Il prossimo passo prevede che Regione Lombardia ricorrerà al Consiglio di Stato, e tra i ricorrenti ci saranno anche i legali delle principali Associazioni Venatorie, fra cui Arci Caccia.

Attendiamo con ottimismo gli sviluppi.

 

 

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