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Luca Gironi

Luca Gironi

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Su SKY TG 24 era in programma un confronto tra cacciatori e l'Onorevole Brambilla, che però non ci sarà

Domani, venerdì 16 novembre, la trasmissione Hashtag24 che va in onda su SkyTg24 alle ore 21, tratterà il tema della caccia. Ospiti saranno l’On. Brambilla, il presidente ANLC Paolo Sparvoli e Nicola Perrotti in qualità di Presidente di Fondazione UNA Onlus. I temi che verranno affrontati saranno sicurezza, bracconaggio, approfondimenti sul mondo venatorio, gestione delle specie in sovrabbondanza e danni.

Ideato e condotto dal vicedirettore di Sky TG24 Riccardo Bocca, “Hashtag24” racconta l’attualità con uno stile nuovo e ritmato, ospiti in studio e in collegamento, e soprattutto la partecipazione attiva degli spettatori coinvolti in prima persona attraverso i principali social network.

Saranno riportati in trasmissione alcuni dei commenti o domande ricevute attraverso questi e quindi sarà importante interagire in modo da far pervenire commenti positivi sulla caccia e il suo ruolo sulla gestione del territorio e della fauna.

SERGIO SORRENTINO PRESIDENTE NAZIONALE DI ARCICACCIA SCRIVE A FEDERICA PANICUCCI

Gentile dott.ssa Panicucci,

il giorno 8 novembre abbiamo avuto la possibilità di seguire a Mattino 5 la sua intervista all’on. Brambilla.

Non entriamo nel merito di quanto ascoltato per il sentito rispetto della libertà di espressione delle opinioni, diritto di ogni cittadino anche non parlamentare che, a nostro avviso, non dovrebbe prescindere dal rispetto delle persone e dalla consapevolezza che idee diverse siano sottoposte a censura o, peggio, vadano represse. Sono valori e principi universalmente applicati, salvo nei “regimi”.

Riteniamo però sia compito dell’informazione, quello di assicurare il confronto delle idee, ancorchè contrapposte. Per questo siamo ad invitarLa, non ad avere uno spazio di replica, ma a costruire la possibilità di una sede di dibattito ove, il contraddittorio, il confronto possono svilupparsi a parità di condizioni anche con la presenza di “poveri mortali” che, indipendentemente dall’età, pensano che la caccia riconosciuta e regolamentata dalla legge abbia qualche ragione per esistere come è nel resto del mondo.

Confidando che la libertà di espressione sia un patrimonio consolidato e difeso costituzionalmente e culturalmente e che sia un dovere difenderlo, auspichiamo che la nostra sollecitazione sia raccolta per volontà di chi, anche professionalmente, è interprete autorevole di una informazione corretta e plurale.

Il dovere di riconoscere la “tribuna” anche a chi, qualora lo fosse, rappresenta una minoranza è semplice democrazia.

Distinti saluti

Sergio Sorrentino

Presidente Nazionale ARCI Caccia

Maria Cristina Caretta (FdI) - Ad oggi nei Comprensori Alpini non sono stati segnalati decessi di animali selvatici a causa del maltempo e chi afferma il contrario è abituato a sovvertire la realtà dei fatti

"Ad oggi nei Comprensori Alpini non sono stati segnalati decessi di animali selvatici a causa del maltempo. La fauna selvatica molto meglio dell'uomo sa riconoscere l'avvicinarsi di fenomeni atmosferici avversi e per sua natura sa mettersi al riparo da essi, in attesa che la situazione meteo torni alla normalità. Questo è un fatto confermato da ogni zoologo di questa terra, come è un fatto che ad oggi non esistono dati oggettivi che provino un collegamento tra il maltempo che nei giorni scorsi si è abbattuto sull'Italia ed eventuali conseguenze sugli animali selvatici. Dato però che l'oggettività è sconosciuta agli "animal-integralisti" occorre ribadire quotidianamente che una cosa sono i fatti e un'altra è la propaganda faziosa finalizzata a seminare allarmismi destituiti di ogni fondamento. D'altra parte visto che chi fa questo genere di allarmismo insensato è la stessa senatrice De Petris che vorrebbe disarmare le forze dell'ordine e mandarle a corsi di non violenza, risulta evidente che da certi pulpiti non c'è nessun interesse a confrontarsi con il mondo reale ". E' quanto dichiara l'onorevole Maria Cristina Caretta (FdI)

1968-2018 CAMPIONATO S.UBERTO – UN PERCORSO LUNGO 50 ANNI

Federazione Italiana della Caccia ha festeggiato il traguardo del mezzo secolo della disciplina “inventata” in Italia e ora diffusa fra i cinofili di tutta Europa. Una festa nel nome dell’amicizia, del sano agonismo e della caccia.

Sportività, amicizia, allegria, voglia di stare insieme, commozione, passione per i cani e la caccia… Il tutto condito per i presenti dalla soddisfazione di sapere di stare vivendo un momento che comunque resterà inimitabile ed irripetibile.

Questi gli ingredienti principali della bella e partecipata festa che ha riunito presso il Borgo de’ Romolini a Sansepolcro (Ar) – a pochi minuti dalla Zona di Collacchioni – i vertici nazionali e regionali della Federazione, autorità, giornalisti delle principali testate di settore, concorrenti, appassionati e campioni vecchi e nuovi che hanno fatto la storia di questa disciplina cinofila, voluta con una felice intuizione dalla Federcaccia 50 anni fa, diffusasi prima in tutta Italia e poi in Europa, dove si è radicata al punto da costituire una delle colonne portanti dei Campionati del mondo di cinofilia.

“Questa sera celebriamo la festa della cinofilia venatoria – ha detto rivolgendosi ai quasi 300 presenti in sala un comprensibilmente emozionato Antonio D’Angelo, vice presidente nazionale con delega alle attività sportive, aprendo la serata – ed essere qui rappresenta per me una grande gioia e un onore, il coronamento dell’impegno della passione di una vita. La cinofilia venatoria agonistica – ha proseguito – è sicuramente praticata da una minoranza di persone, ma ricordiamo che in Italia l’80% dei praticanti caccia con i cani. Nelle nostre case, insieme a noi, vivono almeno 2 milioni di cani, nella massima parte amati, curati e rispettati quanto e forse più di quelli in mano a tantissimi non cacciatori. Ringrazio tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione di queste celebrazioni – ha concluso – a partire da Domenico Coradeschi, vera memoria storica della cinofilia italiana e anima di Collacchioni”.

“Ringrazio Domenico, un grandissimo amico – ha fatto eco il presidente Gian Luca Dall’Olio – al quale Federcaccia e non solo il S.Uberto devono molto per quello che ha costruito a Collacchioni lavorando soprattutto sulla starna, compagna eletta del cane, la cui presenza su questi terreni ha provocato in chiunque l’abbia incontrata soddisfazione e grande emozione”.

“Non dimentichiamo anche un altro aspetto importante del S. Uberto – ha proseguito il presidente – ancora più da rimarcare specie in questo momento in cui siamo sotto gli occhi attenti delle cronache, ovvero che sviluppa in chi lo pratica il senso etico dell’azione, del comportamento nei confronti del cane, dei selvatici e di chi osserva. La sicurezza e la padronanza piena e consapevole del fucile e delle proprie azioni sono elemento fondamentale di questa disciplina, una forma di istruzione pratica alla caccia da dare prospetticamente a chi ci attacca strumentalizzando gli incidenti”.

“Questa è la festa della cinofilia che unisce” ha sottolineato nel suo saluto il presidente Enci Dino Muto, graditissimo ospite insieme al vicepresidente Silvio Marelli. “La cinofilia per troppo tempo ha diviso, ma è il momento di cambiare direzione. Con Federcaccia collaboriamo a molti tavoli nel comune interesse della difesa della natura e della selezione delle razze canine”.

La serata è proseguita condotta con garbo e leggerezza da Gisella Marini, giovane cacciatrice e presidente di una sezione Fidc pugliese, in questa occasione in veste con eccellenti risultati di presentatrice, che ha introdotto i diversi momenti previsti dal programma, che hanno visto anche i saluti di Luigi Chiappetta, responsabile del Comitato Organizzatore del 50° S. Uberto; del sindaco di Pieve Santo Stefano Albano Bragagni; di Domenico Coradeschi, che in qualità di vicepresidente FIDASC ha portato anche i saluti del presidente Felice Buglione, impossibilitato ad essere presente; dell’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli e di un gradito ospite internazionale, il presidente della Real Federación Española de Caza, Angel Lopez Maraver.

Diversi i momenti significativi della celebrazione. Non sono mancati attimi di sincera commozione al conferimento delle targhe alla memoria dei padri fondatori del S. Uberto, consegnate da Marcello Stoduto.

La moglie, signora Mara Gentili, e la figlia Emily Leporatti, hanno ritirato la targa per Polo Leporatti, a cui si deve in particolare nella sua veste di primo presidente del Comitato organizzatore dei mondiali di cinofilia, l’aver dato alla disciplina del S.Uberto respiro internazionale.

Alla figlia di Luigi Renzi, Fiorella, è stata consegnata la targa in memoria del padre, lungimirante ideatore di una disciplina cinofila che esaltasse i valori etici della caccia e promuovesse la sicurezza fuori e dentro il campo di gara.

Fra applausi sinceri è seguita poi la premiazione degli atleti che si possono fregiare del titolo – per alcuni anche ripetuto – di Campioni del Mondo a singolo della specialità. D’Angelo ha così chiamato sul palco presentandoli uno a uno Alessandro Brizzi; Marco Carretti; Mirella Cecconi; Alberto Dandolo; Massimo D’Ambrosio; Matteo Frigato; Francesco Meconi; Simone Michelucci; Fabrizio Muccioli; Domenico Nardi ed Elena Villa.

Dopo di loro, a raccogliere gli applausi della sala è stata la volta dei partecipanti ai Campionati del mondo 2018, dal quale come è noto l’Italia ha riportato prestigiosi titoli individuali e di squadra: Francesco Meconi; Ermanno Soldi; Gregorio D’ambrosio; Mariliano Mazzoleni; Marta Viviani ed Elisa Mambelli, accompagnati dal CT Giuliano Billi.

Per ultimi, ma non certo ultimi, a salire sul palco Leo Bellanti e Carlo Tizzi a nome di tutto lo staff di Collacchioni, composto oltre a loro da Giovanni Donnini; Giovanni Giusti; Giovanni Occhini; Ivo Pulcinelli; Federico Sinatti e Nico Tizzi, che il presidente Dall’Olio ha voluto premiare personalmente con un coltello personalizzato realizzato appositamente da Fraraccio di Frosolone, centro molisano famoso per la forgiatura delle lame, a ciascun componente per esprimere simbolicamente la gratitudine della Federazione e di tutti coloro che frequentano la Zona per l’impegno e la professionalità che esprimono e senza le quali non sarebbe possibile lo svolgimento sempre al top delle prove organizzate a Pieve Santo Stefano. L’affetto che li circonda e che tutti i presenti hanno espresso anche in questa occasione è buona testimonianza di questa consapevolezza.

Ad arricchire l’evento, anche dal punto di vista artistico culturale, l’esecuzione de “L’inno di Diana” composizione al pianoforte scritta ed eseguita dal giovanissimo – 13 anni – ma promettente Giovanni Stoduto, e l’Inno d’Italia cantato dal tenore Davide Pastorino. Presente anche Roberto Aguzzoni, autore di una storia del S.Uberto realizzata per l’occasione e distribuita in anteprima alla serata.

L’evento – alla cui organizzazione hanno contribuito fattivamente Laura D’Intino e Claudia Sansone, della segreteria nazionale FIdC – si è concluso in allegria a tavola, fra ricordi, aneddoti, brindisi e programmi per il futuro, primo fra tutti quello di iniziare a preparare i festeggiamenti per i prossimi… 50 anni!

Enci: il Presidente Muto scrive alla RAI per chiarire la polemica creata dalla trasmissione "Indovina chi viene a cena"

Con riferimento al programma Indovina chi viene a cena trasmesso su RAI 3 nella serata del 11 novembre 2018, ENCI precisa che, per quanto riguarda i presunti certificati genealogici prodotti da associazioni non aventi titolo all’emissione di pedigree, l’Ente attualmente collabora con gli inquirenti e in difesa degli allevatori cinofili italiani su diverse, importanti indagini. L’ENCI è naturalmente obbligato al più stretto riserbo e non può fornire alcuna informazione.

In merito alle verifiche zootecniche ratificate da ENCI occorre ribadire, respingendo con fermezza l’immagine circense che ne è stata attribuita, che si tratta di importanti momenti di confronto che impegnano allevatori e appassionati che con mille sacrifici sottopongono i loro amati cani all’attenzione di esperti giudici qualificati. Proprio attraverso queste verifiche vengono individuati i cani che rappresentano le eccellenze per tipicità e funzione, con interessanti sviluppi anche nel campo di attività socialmente utili. A tal proposito non posso che ringraziare tutti i cinofili, dagli esperti giudici a coloro che collaborano nei gruppi cinofili e nelle associazioni specializzate, per la dedizione e l’impegno profuso.

Quanto alla Riproduzione Selezionata, si precisa che i criteri per ciascuna razza sono identificati e costantemente aggiornati, di concerto con le associazioni specializzate di riferimento, dalla Commissione Tecnica Centrale che sta prestando la più grande attenzione alla riduzione dell’incidenza delle malattie ereditarie tenendo presente la pressante necessità di non impoverire la variabilità genetica delle singole razze.

La Commissione Tecnica Centrale ha in seno tutte le competenze necessarie per favorire la corretta selezione del cane di razza, di cui troppe volte si parla senza avere precise conoscenze. La Commissione, che si riunisce proficuamente e con frequente periodicità, è infatti composta da un rappresentante dei servizi zootecnici e da un funzionario del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, da un rappresentante dei servizi veterinari del Ministero della Salute, da tre tecnici qualificati esperti in cinologia docenti o ricercatori universitari, da quattro allevatori di esperienza e dal coordinatore del Comitato Consultivo degli Esperti.

Ci spiace osservare che l’ENCI non è stata direttamente interpellata dagli autori della trasmissione, come ci si poteva attendere, e non ha potuto contribuire ad approfondire temi che sono costantemente al centro della nostra attenzione.

ENCI ribadisce il suo concreto appoggio agli allevatori che contribuiscono al miglioramento e alla diffusione delle razza canine, avendo come principio fondante il benessere e la salute dei nostri cani.

Il Presidente Dino Muto

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