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Emendamenti alla riforma della 157/92: speriamo sia colpa del caldo…

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In questa estate pazza, in cui la riforma della 157/92 ha innescato una canea in cui tutti parlano, spesso senza sapere di che, ogni giorno arriva qualcosa di nuovo. Una riforma che consideriamo sbagliata, che impone membri dell’Enci (non si capisce a che titolo) negli ATC e si concentra soprattutto a fare regali alla caccia privata, grazie ad accordi tra associazioni agricole e venatorie, ma che ha il maggior torto di aver scatenato politici che, complice il caldo, ci regalano ogni giorno perle che, secondo noi, non varrebbe nemmeno la pena di commentare. Si rischia, infatti, di dare visibilità a personaggi che, non conoscendo minimamente la materia, a volte strappano quasi un sorriso, come chi, quando si parla di controllo (che non è attività venatoria) si sdegna gridando alla “caccia tutto l’anno”, oppure si indigna perché con la riforma cacceremmo nelle foreste. Ebbene sì, cacciamo nel bosco, e non da oggi…

Adesso dobbiamo esprimerci su nuove proposte, provenienti dal M5S e da AVS, che prevedono diverse amenità: porto d’armi solo a 21 anni e non oltre i 70, caccia chiusa la domenica, ecc…

Cosa vogliamo dire a questi signori? Che non capiamo perché un ragazzo di 18 anni non possa portare un’arma, a distanza di sicurezza da case e strade, accompagnato per i primi tre anni, ma possa portare un’auto da una tonnellata in mezzo alla gente. Che capiamo ancora meno perché a 70 anni si dovrebbe essere idonei alla guida in mezzo alle persone e non ad andare a caccia. Vogliamo ricordare a questi signori che a 70 anni, con le leggi attuali, si continuerà a lavorare. A quell’età si potrà salire su un ponteggio e non fare una passeggiata nei campi con gli amici? Che sia una nuova campagna contro gli anziani? La 157/92 ha bisogno di modifiche, soprattutto riguardo alla gestione degli ungulati, ma certamente non quelle in campo oggi. Ribadiamo la nostra richiesta di una analisi dei risultati e dello stato di attuazione della legge 157/92. Vogliamo chiedere alla politica ragionevole, di destra e di sinistra, di frenare gli opposti estremismi. I proclami propagandistici, che promettono l’irrealizzabile, sono dannosi tanto quanto le posizioni riconducibili all’estremismo animalista.

 

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