Cinghiali dell'est e dell'ovest. Facciamo un po' di chiarezza...
- Scritto da Redazione
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Ogni tanto torna fuori la leggenda metropolitana che attribuisce all'ibridazione con suini provenienti dall'est Europa l'aumento di dimensioni e prolificità dei cinghiali nostrani. Riportiamo molto volentieri questo articolo redatto dal Tecnico Faunistico Roberto Mazzoni della Stella, per la rivista dei Carabinieri Forestali Silva, che spiega con parole estremamente semplici i risultati di uno studio universitario sull'argomento:
Nel 2022, un gruppo di ricercatori dell’Università di Sassari ha pubblicato uno studio genetico rivoluzionario sulle popolazioni italiane di cinghiale, analizzando il DNA di 134 esemplari italiani e confrontandolo con quello di cinghiali europei e maiali domestici. La ricerca ha evidenziato tre aspetti fondamentali:
- Marcata differenza genetica tra i cinghiali italiani e quelli del resto d’Europa, dovuta alla barriera naturale delle Alpi;
- Netta distinzione genetica tra cinghiali e suini;
- Mantenimento dell’identità genetica originaria dei cinghiali italiani, in particolare della sottospecie Sus scrofa majori, nota come cinghiale maremmano.
I dati storici e genetici smentiscono l’idea che le trasformazioni fisiche e comportamentali dei cinghiali siano dovute solo a ibridazioni. Piuttosto, il boom demografico è stato favorito da fattori ecologici, come l’abbandono della “economia del bosco” negli anni ’60: la fine della raccolta sistematica delle castagne e del pascolo brado dei maiali ha trasformato i boschi in habitat ideali, ricchi di risorse alimentari naturali.
In conclusione, la ricerca rivaluta profondamente l’origine e l’evoluzione del cinghiale italiano, attribuendo la sua diffusione e trasformazione più a dinamiche ambientali e gestionali che a manipolazioni genetiche.
L'Articolo completo in questo link: https://www.carabinieri.it/media---comunicazione/silvae/la-rivista/home/prove-sulle-origini-del-cinghiale-italiano