Nelle "pieghe del bilancio" spuntano emendamenti a tema venatorio di cui si poteva fare a meno
- Scritto da Marco Fiore
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In Parlamento la discussione sul DDL 1552 ristagna e non si capisce se sia oggettivamente su un binario morto. In compenso, durante il dibattito sulla legge di bilancio emergono come funghi emendamenti a tema venatorio. Due, presentati da senatori di Fratelli d’Italia e della Lega, che puntano ad eliminare il divieto di "scopo di lucro" per le aziende faunistico-venatorie, consentendo loro di operare come vere e proprie imprese agricole, un altro arriva dal Movimento 5 Stelle che propone di introdurre nuovi obblighi di trasparenza per le associazioni venatorie che ricevono risorse pubbliche o contributi da enti partecipati. Il testo richiederebbe la pubblicazione, entro il 30 giugno di ogni anno, dell’elenco dei finanziamenti ottenuti, del bilancio annuale e di una relazione sulla destinazione delle spese, pena la sospensione dei finanziamenti e la restituzione di quelli già erogati. Tutti provvedimenti che niente di buono porterebbero al mondo venatorio che, nulla avrebbe da guadagnare nella finalità di lucro delle AFV, che molto probabilmente cercherebbero di occupare più territorio sottraendolo alla caccia dei comuni mortali. Riguardo alla richiesta pentastellata, tralasciando che gli obblighi di trasparenza già ci sono, c'è da chiedersi perché questi solerti deputati non chiedano la stessa chiarezza alle Associazioni Animal-Ambientaliste che, quanto a fondi pubblici, non sono seconde a nessuno.



