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Arci Caccia Veneto:considerazioni in merito al riordino della legge 50/93

Arci Caccia Veneto:considerazioni in merito al riordino della legge 50/93

                                                                                         

Ai componenti del Consiglio Regionale del Veneto                                                                                             Padova, 31 Luglio 2017


Al Presidente e alla Giunta della Regione Veneto


Oggetto: considerazioni in merito al riordino della legge 50/93.


Buongiorno,


nei prossimi giorni il Consiglio Regionale sarà chiamato a votare progetto di legge in materia di riordino della legge 50/93 riguardante l’attività venatoria nel nostro territorio.
Tale progetto prevede essenzialmente di accentrare tutte le competenze in materia venatoria nella mani della Regione.
In questo contesto già nei giorni scorsi la quasi totalità delle Associazioni Venatorie della Provincia di Belluno (comprensorio interamente ricadente nella Zona Alpi) ha manifestato contrarietà chiedendo il mantenimento delle funzioni di indirizzo venatorio nelle mani della Provincia.
Come ARCI Caccia Veneto abbiamo convintamente sostenuto la tesi del mantenimento a livello provinciale della titolarità nella gestione della caccia in un’area con caratteristiche uniche e particolari come quella della Zona Alpi: in questo senso togliere il diritto di voto, come confermato
nelle modifiche delle Legge Regionale, ai cacciatori per seguire la nomina diretta come avviene oggi negli ATC, va anche in contrasto al dettato della Legge Nazionale 157/1992 che prevede il rispetto degli usi e costumi di quei territori. Su questo punto, se mantenuto, non escludiamo a tutela dei caccaitori e del diritto democratico di decidersi i propri rappresentanti in seno ai comitati di gestione dei CA e delle Riserve Alpine, di ricorrere alla magistratura competente in materia.
Come ARCI Caccia Veneto ci permettiamo inoltre di far presente le specificità che interessano la nostra Regione e che abbisognano di particolarità che non possono che fare riferimento alle Autonomie Locali che ben conoscono il territorio.
Infatti nel Veneto sono presenti tre zone a differente vocazione faunistico venatoria: la Zona Alpi; la Zona Lagunare Valliva di Venezia e Caorle e quella del Delta del Po’ e la zona di mezzo ovvero quella che ricade di pianura. Nella legge in discussione, non risulta essere presente nulla in questo senso, va pensata una integrazione e quindi più tempo di discussione che non escluda il coinvolgimento, stranamente non operato questa volta, dei portatori d'interesse comprese le associazioni venatorie.
Come ARCI Caccia siamo sempre stati convinti che della centralità regionale nella pianificazione venatoria ma siamo altrettanto convinti che zone uniche e particolari zone, la Zona Alpi che interessa l’intero territorio alpino dal Friuli alla Liguria e soprattutto quelle lagunari/vallive
abbisogni di quelle competenze, quelle peculiarità e quelle conoscenze che solo le Autonomie Locali/Metropolitane possono avere.
Riteniamo quindi che in tale direzione debba essere considerata anche l’azione politica del Consiglio regionale del Veneto, visto anche le istanze a gran voce già pervenute soprattutto dalle comunità montane della Provincia di Belluno.
Il referendum sull’autonomia veneta voluto dalla maggioranza che governa la regione, pensiamo abbia insito anche il profondo rispetto delle autonomie locali e non solo una centralità che si può criticare a livello di Governo del Paese ma che poi si tende a perpetuare quando si tratta di politiche regionali.
Come ARCI Caccia Veneto rivolgiamo pertanto un appello a tutte le rappresentanze istituzionali affinchè esperienze venatoriamente qualificanti come quelle sviluppate nei Comprensori Alpini ricadenti in Zona Alpi vengano mantenute inalterate ed anzi ne escano maggiormente rafforzate in un quadro dove la tutela delle biodiversità veda l’intero comparto degli attori che si occupano a vario titolo di caccia e di ambiente trovi ancor più un coinvolgimento diretto in accordo con le Comunità Locali. Ugualmente rivolgiamo un appello affinchè le assolute peculiarità dei territori
lagunari e vallivi trovino delle discipline specifiche sviluppate anch’esse in accordo tra il modo venatorio e le comunità locali.


Giuliano Ezzelini Storti

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