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FIDC VICENZA: “LA LEGGE BOCCIATA ERA ECCESSIVA BASTAVA COPIARE LE ALTRE REGIONI”

FIDC VICENZA: “LA LEGGE BOCCIATA ERA ECCESSIVA BASTAVA COPIARE LE ALTRE REGIONI”

Il presidente di Federcaccia Vicenza Galvanetto sulla sentenza della Corte Costituzionale «Si è voluto essere troppo “intraprendenti” e ora non possiamo uscire dai nostri ambiti»

«La Regione ha voluto scrivere una legge troppo “intraprendente” e così, con la bocciatura della Corte Costituzionale, non solo non abbiamo la gallina, ma nemmeno l’uovo». Usa una metafora agreste Emiliano Galvanetto, presidente di Federcaccia Vicenza, per commentare la sentenza 174/2017 che ha bocciato la legge regionale 18/2016 in materia venatoria, in particolare per quanto riguarda il numero di giornate nelle quali ogni cacciatore può recarsi negli altri ambiti. La Regione, infatti, aveva innalzato a 30 i giorni in cui era possibile sconfinare dal proprio ambito, senza prevedere alcuna richiesta di autorizzazione, come accade in altre parti d’Italia, dove questo numero è peraltro abbastanza limitato.

«Si è voluto esagerare – continua Galvanetto – mentre sarebbe bastato copiare le norme esistenti in altre regioni. Come associazione ne avamo proposte 15, più in linea con la media di giornate effettive fuori ambito dei cacciatori, ma non siamo stati ascoltati. Ora in Veneto è quindi possibile cacciare soltanto nel proprio ambito, cosa che ci penalizza».

Il presidente, però, sottolinea anche altri due aspetti a suo parere da modificare. «Una volta – afferma – i rappresentanti delle associazioni all’interno dei direttivi dei Comprensori alpini erano eletti direttamente dai cacciatori, mentre nella legge si è deciso che debbano essere designati dalle associazioni stesse. A noi come Federcaccia e agli iscritti stessi non va bene, perché questo sistema, voluto immagino per qualche gioco di potere, vada contro le nostre tradizioni e chiediamo che si torni al sistema precedente».

Infine, i comprensori, che una volta «coincidevano con i territori comunali. Sono stati resi sovracomunali, ma di fatto continuano ad essere gestiti come riserve dei singoli Comuni. Sarebbe quindi più pratico e realistico, come ci chiedono molti nostri cacciatori, ripristinare la corrispondenza tra i due territori».


(www.ladeadellacaccia.it)

 

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