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FEDERCACCIA PIEMONTE CONTRO I TECNICI FAUNISTICI? MA PER FAVORE…NON DICIAMO STUPIDAGGINI!

FEDERCACCIA PIEMONTE CONTRO I TECNICI FAUNISTICI? MA PER FAVORE…NON DICIAMO STUPIDAGGINI!

Gira voce, probabilmente fomentata ad arte da alcuni, che Federcaccia Piemonte abbia…dichiarata guerra ai Tecnici Faunistici!

Nulla di più falso, al contrario Federcaccia rispetta la categoria ed è riconoscente ai molti stimati professionisti che svolgono egregiamente il loro lavoro in A.T.C. e C.A. della nostra Regione, apprezzando sinceramente l’impegno da tanti di essi profuso per garantire ai cacciatori piemontesi sempre migliori condizioni per lo svolgimento dell’attività venatoria.

I Tecnici Faunistici svolgono molte mansioni impegnative e qualificate, e s’occupano di funzioni indispensabili alla vita di un Ambito o di un Comprensorio; questo è un dato di fatto acclarato, mai messo in discussione da nessuno di noi.

Ciò nonostante, in linea con il dovere di difendere i diritti dei suoi associati, e di chiederne sempre il rispetto, Federcaccia Piemonte è assai dubbiosa e critica di fronte a comportamenti ed atteggiamenti di taluni che, talvolta, penalizzano i cacciatori, ed ovviamente mettono in cattiva luce la loro stessa categoria, creando inutili e improduttive tensioni.

Il caso che ha fatto da detonatore è quello ormai noto a tutti del camoscio yearling affetto da “cheratocongiuntivite infettiva bilaterale”, presentato ad un centro di controllo da un nostro associato con la richiesta, incomprensibilmente rifiutata, di attribuirgli la classificazione di “capo sanitario”.

Tutti sappiamo bene cosa prevedano le “Linee Guida”, e noi abbiamo avuto solo la…colpa – semmai di colpa si dovesse trattare- di pubblicare la foto dello yearling visibilmente malato (“segni di malattia” si legge testualmente sul documento della Regione, e quelli c’erano!) sulla nostra seguita pagina Facebook, “Il Nuovo Cacciatore Piemontese”, descrivendo fedelmente l’accaduto e chiedendo un parere agli utenti che frequentano i social. Nulla più!

Apriti cielo, siamo stati investiti da accuse e offese da parte di chi invece avrebbe fatto meglio a scusarsi con il cacciatore penalizzato, e a rettificare il giudizio; patetici ed ignoranti, così siamo stati impudentemente battezzati. Non è accettabile!

Nei giorni successivi la polemica è montata ancor più, e pure le interferenze esterne, tanto che noi abbiamo prontamente replicato a strumentalizzazioni ed informazioni parziali e scorrette, approfondendo la questione con lo stesso mezzo web.

In molti ci hanno contattati chiedendo precisazioni e nostre prese di posizione ufficiali, e così abbiamo scritto, senza al momento ottener riscontri, alla stessa Regione ed invocato l’intervento degli organismi preposti a gestire tale materia.

La questione era di sicuro interesse pubblico, anche perché nel frattempo il C.A. ha fatto un clamoroso autogol, ed onestamente ce ne dispiace parecchio, pensando bene di diffondere un incredibile comunicato in cui probabilmente si voleva difendere l’operato del Tecnico, ma, ahimè per loro, dettagliando tre diversi gradi di sviluppo della malattia, l’ultimo dei quali era l’unico che poteva far considerare sanitario un camoscio affetto da cheratongiuntivite.

Tutto ciò, e avrebbero dovuto saperlo, contrasta non solo con le “Linee Guida” e il regolamento dello stesso Comprensorio, che nulla specificano su quella patologia, ma pure con norme di legge perentorie che invece impongono la presenza di un Medico Veterinario iscritto all’Albo per diagnosi e individuazione degli stadi di una malattia.

L’intervento dell’Ordine dei Veterinari di Torino a quel punto era inevitabile e pure giustificato, e il durissimo comunicato da loro emesso non è altro che la conseguenza diretta di quell’atteggiamento profondamente sbagliato sin dall’inizio.

L’Ordine, per chi ancora non sapesse, ha sostanzialmente dato ragione a noi diffidando quel Comprensorio, ed altri due che avevano condiviso quell’orientamento, dall’agire in tal senso. Il resto è storia nota, trita e ritrita.

Carta canta, e giova precisare come nessuno di Federcaccia abbia scritto cose diverse da quelle sopra descritte, o, men che meno, addirittura attaccato la categoria dei Tecnici Faunistici solo perché…privi di un Ordine Professionale che li possa tutelare, così come qualche malalingua, bifida e diffidente, s’è affannata a raccontare nelle ultime ore.

Semplicemente s’è chiesto venissero rispettate prerogative e competenze di legge, senza reciproche invasioni di campo o prepotenze, e garantendo equità di trattamento a tutti, sia da una parte che dall’altra. Tutto lì!

Difendere i diritti dei cacciatori, così come l’onorabilità dei Professionisti, è una battaglia di civiltà, e noi in quelle situazioni non ci siamo mai tirati indietro, come dimostrano tutte le iniziative assunte negli ultimi anni.

Intendiamo continuare a farlo, e ricapitasse un caso analogo di certo agiremo allo stesso modo; questo non una ma…100 o 1.000 altre volte, sicuri così facendo di difendere non solo il diritto alla caccia dei nostri appassionati, ma pure quello al lavoro ed alla giusta e sacrosanta remunerazione di tante oneste e capaci persone che operano nel settore venatorio.

Il resto, permetteteci, sono solo vacui pettegolezzi, o…malcelati atteggiamenti vendicativi, e li lasciamo volentieri ad altri! (Federcaccia Piemonte)

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