Enalcaccia: Lettera aperta sulla caccia in Abruzzo
- Scritto da Luca Gironi
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Riceviamo e pubblichiamo
Hanno fatto ed hanno detto ed hanno iniziato il percorso per chiudere definitivamente la caccia in Abruzzo, anzi di fatto, I 'hanno chiusa . Parlo dei nostri politici che supportati da eclatanti grandi studi specialistici sull' ambiente e sulla fauna ,appoggiati dall' ISPRA che ormai dalla sua istituzione, decide le sorti dell'attività venatoria in Abruzzo e non solo, riescono a fare ciò che vogliono, bistrattando i seguaci di diana. Hanno partorito con un piccolo travaglio, quasi un aborto, il calendario venatorio al quale dobbiamo attenerci.
Si rendono conto questi esperti e politici compiacenti che aprendo la caccia il 1° di Ottobre di fatto ci precludono la possibilità di cacciare per almeno la metà di quanto
prevede la legge nazionale che la regolamenta .
Si rendono conto che in Abruzzo, tranne per qualche territorio costiero si caccia per la maggior parte da 800 metri sul livello del mare in su? Conoscono, questi grandi esperti che studiano la morfologia e l'orografia del nostro territorio gli eventi atmosferici che caratterizzano questi nostri luoghi?
Lo comprendono che se si verifica una nevicata nel mese di novembre (cosa che accade spesso) di fatto,noi cacciamo solo per circa meno di un mese, con giornate di caccia ridottissime ?
Conoscono questi signori a quanto ammontano le tasse per la concessione del permesso per esercitare I 'attività venatoria ? Ci impediscono per esempio la caccia alla quaglia, una classica per chi pratica la caccia col cane da ferma , mentre nei paesi balcanici e nord africani la consentono , come pure la caccia alla beccaccia nei paesi del nord Europa,lberici e Transalpini ; determinando ineluttabilmente, che chi può permetterselo economicamente va in questi paesi , mentre gli altri debbono sottostare alle decisioni scellerate dei nostri politici.
Per non parlare delle altre tipologie di caccia , ad esempio I' assurdità della preclusione della caccia al cinghiale : da una parte ce la impediscono e dall'altra ci chiedono aiuto
per il contenimento di questo ungulato. Cari esperti e cari politici, la forma di caccia più efficace per il contenimento di questo ungulato, si chiama BRACCATA pertanto , se foste veramente interessati a contenere nei numeri questo selvatico, si potrebbe intervenire sulla legge , ed invece di consentirla per i previsti 90 giorni potrebbe essere estesa. Inoltre , siccome siamo in Abruzzo con una percentuale altissima di TASP interdetto all'attività venatoria , si potrebbe programmare la caccia di selezione all 'interno di queste zone con risultati senza dubbio migl iori degli attuali (secondo il mio modesto parere).
In un paese dove tutti rivendicano tutto , solo la categoria dei cacciatori è trattata come se fosse composta di assassini irrispettosi dell'ambiente e di conseguenza della flora
e della fauna ; signori non è così e se ancora insistete a pensare questo, mi dispiace ma fate finta di non conoscerci volutamente ed irrispettosamente.
Ai politici che dovrebbero legiferare in materia di caccia posso solo dire che i cacciatori non ancora si rendono conto di essere anche elettori , e purtroppo alcune ssociazioni
venatorie locali nemmeno. La politica venatoria ,purtroppo, la gestiscono questi attuali che ci governano, con il supporto di questi studi insindacabili , con i risultati che tutti abbiamo davanti agli occhi, se si prenderà coscienza di questo forse anche noi potremmo dire la nostra.
Enalcaccia Prov L'Aquila