ARCI Caccia: in Basilicata Animalismo Elettorale
- Scritto da Luca Gironi
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Nel merito di una lettera inviata da alcune associazioni animaliste al Presidente della Basilicata, il Presidente dell’ARCI Caccia Regionale Alfonso D’Amato ha dichiarato: “Siamo confortati che lo stato di cronica e permanente confusione che ha colpito le associazioni animaliste non è peggiorato. È anni che raccontano maniacalmente sempre le stesse cose. Per loro la fauna selvatica andrebbe gestita, conservata e prelevata in base ai voti: se i cacciatori calano si caccia di meno se aumentano si caccia di più. Le logiche di voto di scambio non sono interessate al valore della biodiversità, all’economia rurale, e al contributo all’occupazione che viene dall’attività venatoria che è parte utile all’economia dei piccoli centri delle aree marginali (numeri occultati dai talebani anticaccia e anti allevatori, anti agricoltori, anti italiani). Hanno montato una polemica sul nulla, solo perché l’attività della caccia in Basilicata è stata normativamente aggiornata nel quadro delle direttive Europee, laddove le loro rappresentanze ambientaliste collaborano con i cacciatori. Il problema vero è che l’animalismo salottiero è alla caccia di voti: tra agnelli sbiancati con potenti detergenti, topi da tutelare con la costituzione con annesse zecche, pulci, pidocchi, mosche e zanzare: questo animalismo è un pericolo per la qualità della vita degli italiani e in particolare quella delle categorie più deboli, di chi la carne la fornisce e di quelli che fanno fatica ad avere i soldi per alimentarsene e anche poco. Il loro circo si bea di donne e uomini che soffrono. Gli italiani non si fanno prendere in giro: quando provocati li hanno bocciati come nei referendum. Questi signori e la vecchia politica che li ricicla sperando di “imbellettarsi d’ambiente” non sanno neppure quale è il valore delle donne e degli uomini che vivono nelle nostre campagne.