Lazio: i cacciatori scrivono alla Regione
- Scritto da Luca Gironi
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“Apprendiamo da notizie sui media e dai social network che un’esponente d’opposizione in consiglio regionale, nella fattispecie l’ex candidata Presidente della Regione, tale Roberta Lombardi del Movimento 5 Stelle, starebbe ricevendo messaggi da cittadini del Lazio “giustamente preoccupati”, si legge testualmente, “per l’approssimarsi della stagione di caccia”. La signora in questione annuncia l’intenzione di abolire la preapertura e la prima decade di febbraio, oltre a varie amenità da dilettante allo sbaraglio della gestione faunistico-ambientale. Senza voler entrare nel merito dei vaneggiamenti ideologici e schizofrenici di chi appartiene a un soggetto politico che, nel Lazio, è alleato del Partito animalista europeo, salvo poi provare a governare a Roma con la Lega di Salvini, da sempre favorevole alla nostra passione, cogliamo in questa sede l’occasione dell’approssimarsi del nostro incontro in Regione di martedì 15 p.v., in occasione del comitato tecnico faunistico venatorio regionale con all’ordine del giorno approvazione calendario venatorio 2018-19, per puntualizzare quanto segue:
Negli ultimi anni la giunta Zingaretti si è contraddistinta per l’indiscutibile equilibrio e imparzialità nei confronti dei portatori di interesse in materia di ambiente e territorio: mondo agricolo, mondo venatorio e ambientalista;
Da questa politica equilibrata, scevra da inquinamenti ideologici personali, è scaturito un calendario venatorio che ha saputo conciliare le diverse sensibilità dei succitati portatori di interesse. Prova di ciò è il fatto che, contravvenendo alla sua triste tradizione, nelle ultime due stagioni il calendario venatorio del Lazio non ha subito ricorsi al Tar;
Con fatica, ma grazie alla disponibilità e al buonsenso degli amministratori e ai dati scientifici prodotti, nel tempo, proprio dalle associazioni venatorie, siamo giunti a garantire ai cacciatori di questa regione un livello di dignità quasi equivalente a quello dei colleghi delle regioni confinanti: la preapertura, la caccia ai turdidi e alla beccaccia anche durante il mese di gennaio, una sinergia fattiva con il mondo agricolo per la salvaguardia delle colture di pregio e altro ancora;
Senza dubbio rimane molto da fare, a cominciare da un nuovo Piano faunistico venatorio regionale, strumento indispensabile e obbligatorio per pianificare qualsiasi attività di gestione del territorio e delle sue risorse. Su questo, sì, chiamiamo la Regione Lazio a impegnarsi in maniera concreta per salvaguardare realmente la fauna e la biodiversità dei nostri territori, certi che anche su questo tema l’amministrazione sarà presente e responsabile”.