FIDC: PER I RICHIAMI VIVI DEGLI ANATIDI UNO SPIRAGLIO DALL’EUROPA
- Scritto da Luca Gironi
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Federcaccia e ACMA hanno incontrato lo Zooprofilattico delle Venezie. Annunciata a breve una nuova decisione dell’Unione Europea sull´influenza aviaria e i richiami vivi nella caccia agli acquatici. Stop al divieto generalizzato dell’uso dei richiami vivi e mandato agli Stati Membri UE di agire singolarmente nella gestione di possibili nuovi focolai di influenza.
I rappresentanti della Federazione Italiana della caccia e della sua settoriale ACMA hanno incontrato lo scorso venerdì 20 luglio i responsabili dell’istituto Zooprofilattico delle Venezie, che ringraziamo per disponibilità e professionalità, per un confronto e un aggiornamento in vista della prossima stagione venatoria in merito all’utilizzo dei richiami vivi nella caccia agli acquatici.
Dall’incontro è emerso che a breve dovrebbe venir pubblicata su questo tema la nuova decisione dell’Unione Europea, poiché la precedente è scaduta alla fine di giugno. La nuova posizione non prevede il divieto generalizzato dell’uso dei richiami vivi e dà mandato agli Stati Membri UE di agire singolarmente nella gestione di possibili nuovi focolai di influenza aviaria.
Tra le diverse misure indicate rimane comunque ancora prevista la sospensione dell’uso dei richiami vivi in aree ad alto rischio, fatto salvo che il loro utilizzo non sia parte di un programma di monitoraggio e studio sull’influenza aviaria, che gli Stati Membri sono tenuti ad adottare.
Non è quindi più previsto un divieto preventivo in base al quale per poter utilizzare i richiami era necessaria una deroga, ma ne viene consentito l’utilizzo, “in dipendenza della valutazione epidemiologica”.
Alla luce di questa nuova posizione, Federcaccia e ACMA si attiveranno presso il Ministero della Salute affinché i richiami vivi e i cacciatori siano previsti e inclusi come parte attiva nel programma di monitoraggio. Contemporaneamente sarà proposta la condivisione di un protocollo d’intervento che nel caso di focolai individui zone di protezione e sorveglianza più contenute rispetto alle attuali e con un limite temporale all’emergenza.
Grazie a questa nuova e più favorevole apertura dall’Unione Europea, anche a seguito della constatazione che i richiami non sono primario rischio virale, è necessario impegnarsi con ancora più energia perché in Italia vengano adottati provvedimenti che pur assicurando sicurezza e tranquillità alla salute pubblica e all’economia basata sull’avicoltura, non penalizzino inutilmente i cacciatori di acquatici come accaduto in passato.