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Luca Gironi

Luca Gironi

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IN VENETO L’ANNOTAZIONE DEI CAPI DOPO L’INCARNIERAMENTO

Nel corso della seduta di Giunta regionale di oggi 9 settembre 2016 è stata approvata la delibera che conferma che l’annotazione sul tesserino regionale dovrà avvenire quando il capo sarà abbattuto ed incarnierato. Lo comunica il Presidente della terza commissione Sergio Berlato.

CONGRESSO NAZIONALE ARCICACCIA: UNITA’ E MODELLO ASSOCIATIVO

Un minuto di silenzio e la raccolta fondi per le popolazioni del centro Italia colpite dal terremoto il 24 agosto.
Si è aperto nel segno della solidarietà l’XI Congresso Nazionale Arcicaccia. Gli oltre 250 delegati, provenienti da tutte le regioni italiane, si sono riuniti oggi pomeriggio, venerdì 9 settembre 2016, a Fiuggi con un ordine del giorno che parte dall’unità del mondo venatorio e un modello organizzativo più adatto che poi conduca a realizzare una Federazione di Associazioni Venatorie riconosciute a livello nazionale in tutte le Regioni.
Arcicaccia conferma la tessera quale strumento unico e indivisibile per aderire all’associazione con validità su tutto il territorio italiano e un modello associativo che si proponga da nord a sud attraverso i livelli regionali, territoriali e di circolo.
Un grande applauso ha salutato il discorso di commiato del presidente uscente, Osvaldo Veneziano, che ha voluto ringraziare tutta l’associazione. “E’ con grande soddisfazione che posso affermare che Arcicaccia sarà proiettata in un futuro di presenza politico-culturale del Paese e potrebbe rafforzare l’effetto di trait d’union con la società – ha detto -. Da oggi parte un nuovo corso con un gruppo dirigente di giovani e lo stesso Congresso si apre con un cambio di gestione dell’associazione stessa. Da parte mia voglio sempre dire grazie a tutti coloro, ogni anno, scelgono Arcicaccia e a tutti i nuovi che hanno aderito”.
Al giovane vice presidente Giuliano Ezzelini Storti è stata quindi affidata la relazione introduttiva dove ha ripercorso gli ultimi mesi di Arcicaccia che hanno portato alla presentazione di due documenti: “Chiudiamo questo capitolo e apriamone uno nuovo – ha evidenziato -, andiamo avanti, troviamo una mediazione”. La crisi economica che ha colpito tutti gli strati della società, il calo del numero di cacciatori e l’avvicinamento al mondo agricolo sono stati i punti cardine della relazione che si è conclusa con un invito rivolto ai delegati: “ Costruiamo tutti insieme l’Arcicaccia del domani”.
Si respirava un’aria di attesa poco prima dell’inizio dei lavori ma soprattutto voglia di essere partecipi e dare ognuno il proprio contributo. “Dobbiamo affrontare le problematiche venatorie che ormai permeano tutta Italia – ha spiegato Engel Anselmi di Mantova - che vengano tutte risolte in maniera naturalmente democratica”. “La nostra speranza è quella di avere un futuro come associazione e come cacciatori – ha aggiunto il siciliano Francesco D’Elia – viste tutte le vicissitudini che abbiamo e che stiamo attraversando”.

LOMBARDIA. PIANO CACCIA, FAVA A GALLETTI: CRIMINALIZZATA PARTE DEL NOSTRO TERRITORIO

“Quello che si profila in termini di gestione dei controlli dell’attività venatoria operati dal ministero dell’Ambiente è un pasticcio colossale, che criminalizza senza possibilità di replica o confutazione una porzione del territorio lombardo e che, qualora dovesse passare la riforma costituzionale, vedrà lo smantellamento della Polizia provinciale venatoria, con gravi danni in termini di controlli”.

È il messaggio dell’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, contenuto in una lettera inviata al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti sul tema della caccia, in merito al Piano d’azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici. Un documento che, per quanto gli uffici caccia delle Regioni fossero nell’elenco dei destinatari, non è mai arrivato a Regione Lombardia, nota l’assessore lombardo.

Fra le pesanti criticità sottolineate da Fava c’è “l’evidente tentativo di assumere presso il ministero dell’Ambiente competenze in materia di caccia e vigilanza venatoria che dovrebbero essere proprie del Mipaaf, che (per quanto ci concerne) deve mantenere la regia delle politiche e della azioni di tutela della fauna selvatica”.

In proposito, la Lombardia chiede che il documento venga preso in esame dalla Commissione Politiche Agricole della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. “Oltre all’esame del documento – prosegue Fava – gradiremmo ci fossero resi disponibili i dati, e le relative modalità di raccolta ed analisi, da cui si generano le premesse del Piano”.

Quanto al tema del risarcimento dei danni arrecati dalla fauna selvatica, l’assessore nota come sia singolare che “si chieda alle Regioni di predisporre programmi di prevenzione dei danni e velocizzare le procedure di rimborso, quando con Ispra (l’Istituto per la protezione dell’Ambiente del ministero), peraltro estensore della bozza di questo piano, si fatica ad avere una collaborazione fattiva sulla predisposizione dei piani di contenimento e quando detto istituto stabilisce ad esempio, nelle linee guida sulla fauna selvatica ungulata, che l’obiettivo debba essere un incremento indiscriminato delle popolazioni anziché un sostenibile equilibrio”.

La Lombardia chiede dunque “una più approfondita riflessione su questo Piano, non solo riaprendo i termini per le osservazioni, ma garantendo la partecipazione al dibattito delle amministrazioni interessate, dei portatori di interesse, e un approccio assolutamente scevro da qualsivoglia pregiudizio”. (Lombardia Notizie)

CIA Toscana: «Troppi interessi contro la legge obiettivo» la regione agisca con decisione.

Le critiche di Cia Toscana verso le posizioni dei cacciatori di CCT. Il presidente Cia Toscana Brunelli: «La nostra pazienza è al limite. Subito una verifica sull’attuazione della Legge; occorre maggiore determinazione, altro che ritorno al passato». Troppe manovre per bloccare la ‘Legge obiettivo’. La Cia Toscana già nei mesi scorsi aveva esternato l’allarme, e, come volevasi dimostrare, adesso arriva la richiesta dei cacciatori di azzerare tutto.

– «Non è accettabile – afferma il presidente di Cia Toscana, Luca Brunelli – la posizione espressa ieri dalla Confederazione dei cacciatori toscani. Affermare che fino all’anno scorso tutto andava bene e che i problemi li ha creati la Legge obiettivo, è falso e strumentale. Purtroppo l’emergenza ungulati dura ormai da oltre 10 anni, ed ogni tentativo di affrontarla si è sempre scontrato con veti incrociati, interessi e mancanza di volontà politica. Il ‘tiro al bersaglio’ nei confronti della Legge obiettivo promossa dall’assessore Remaschi e dalla Giunta toscana per cercare di aggredire il problema, è solo l’ultimo e significativo episodio di questa pervicace resistenza al cambiamento».

EMERGENZA – Secondo Cia Toscana le cause vere di questa emergenza sono fondamentalmente tre: una Legge nazionale vecchia e superata, fonte di infiniti contenziosi; un eccesso di potere di ISPRA, che deriva dalla Legge, che troppo spesso ha bloccato le azioni di contenimento; una gestione faunistica squilibrata, della quale porta la responsabilità anche una parte del mondo venatorio, che ha favorito l’aumento incontrollato degli ungulati.

«Sul tema degli ungulati le chiacchiere le porta via il vento – riprende Luca Brunelli – la nostra esasperazione è al limite, non si regge più. Serve un rilancio dell’iniziativa, altro che ritorno al passato. Cia Toscana ha messo sul tavolo da tempo le sue proposte per sbloccare l’attuazione della Legge obiettivo: definizione dei nuovi ATC, allargamento delle aree non vocate a tutte le aree agricole, come previsto dalla Legge, efficace attuazione degli interventi di controllo e della caccia di selezione, garanzia del riconoscimento dei danni agli agricoltori. Chiediamo una verifica di quel che succede, anche per superare ritardi e rimuovere ostacoli all’attuazione della Legge. Con l’occasione ci aspettiamo che anche gli altri soggetti, a partire dai cacciatori, facciano le loro proposte, con umiltà e concretezza».

A fianco delle azioni per l’attuazione della Legge obiettivo è necessario per Cia Toscana anche il rilancio dell’iniziativa politica ed istituzionale sul piano nazionale. «Su un punto concordiamo con i cacciatori – prosegue Brunelli – vanno superate le attuali rigidità di ISPRA, in particolare sul divieto di braccata, sulle possibilità di ricorso ai cosiddetti “chiusini” e sulle limitazioni orarie della caccia di selezione, che impediscono di intervenire di notte. Ma soprattutto occorre riprendere, unitariamente con chi ci sta, la battaglia per una profonda modifica della Legge 157/92, attualmente impostata sulla conservazione delle specie, facendone un moderno strumento di equilibrata gestione della fauna. La nostra disponibilità a lavorare insieme su questi obiettivi è piena e totale»

Cia Toscana – Comunicato stampa 64/2016

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