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Luca Gironi

Luca Gironi

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AIW: LO STRANO AMBIENTALISMO DEGLI ITALIANI D’OGGI

 

Amore per gli animali versus amore per la Natura

 

Ma che strano mondo sta divenendo questo degli ambietal-animalisti degli anni duemila? Un tempo, ormai tanto tempo fa, quando si parlava e scriveva dell’importanza di salvaguardare gli aspetti del mondo naturale, tutti parlavano o scrivevano di flora e di fauna endemica e rara, di spazi naturale e biotopi da salvare e conservare, di luoghi da preservare per la loro bellezza o valore storico-culturale; in pratica, di Natura con la N maiuscola. E prova ne sono le annate delle riviste che allora si pubblicavano, di articoli giornalistici e di libri o studi scientifici, spesso portavoce di quel movimento in difesa della Natura suddiviso tra poche sigle: Pro Natura, Italia Nostra, WWF, LIPU, tutte serie, motivate e ben condotte. Oggi quel mondo non esiste più. Oggi quando si parla di ambiente si parla di politica e di salute pubblica, e quando si parla di Natura si parla solo di animali: animali quali che siano pur che siano animali: autoctoni, esotici, selvatici, semidomestici, domestici: non è importante, l’importante è… che siano ANIMALI! La serietà scientifica di un tempo svenduta al miglior offerente, che sia della politica o della società civile.

Nel resto del mondo si fa di tutto per preservare la biodiversità autoctona della fauna selvatica, da noi si parla solo di biodiversità qualche che sia. L’impegno di salvare alcune popolazioni di animali è volto solo a finanziare progetti milionari di studi e ricerche che non portano a nulla e non servono a nulla (o a poco), se non al mantenimento di ricercatori e studiosi vari, stipendiati a tempo pieno, di progetto in progetto possibilmente fino a farli giungere alla pensione. Intanto gli animali sono sempre di più, e quelli rari o endemici sempre di meno e sempre meno endemici (leggasi imbastarditi). Due esempi eclatanti: L’orso bruno e il Lupo.

In Abruzzo leggiamo che la Regione, a fronte del gravissimo problema della sempre più esigua popolazione del “marsicano”, composta da individui sempre più domestici, a suo favore ha stanziato miseri 60 mila euro così suddivisi: «10 mila per indennizzo danni; 20 mila per monitoraggio e controllo degli orsi problematici e acquisto di sistemi di dissuasione e di protezione per le riserve regionali; 10 mila euro per acquisto di sistemi di dissuasione e di protezione per le associazioni Ong ambientaliste impegnate sul tema; 20 mila euro per attività di gestione del PATOM». Pazzesco! La pur misera somma andava caso mai così suddivisa, se si volesse veramente salvare l’Orso marsicano: 20 mila euro per indennizzare i danni, 30 mila euro per la campagna alimentare a favore dell’orso nel territorio del Parco e solo (e forse è anche troppo) 10 mila euro per tutto il resto. Invece, si è preferito dare soddisfazione alle richieste più vicine alla Politica che non alla Natura. E si vorrebbe in questo modo salvare l’Orso marsicano, magari scrivendo e diffondendo Rapporti buonisti e positivisti: ovvero, nascondendo la realtà all’opinione pubblica?

In Trentino, sta facendo notizia la necessità di eliminare dalla circolazione un lupo ritenuto “rognoso”; e nessuno che abbia il coraggio di dire che quel lupo NON E’ un Lupo della sottospecie italiana, e neanche di quella centro europea. Per non dire di tutti gli altri casi di questi strani lupi “alpini” della cui origine nessuno vuole discutere, avendo sposato la tesi ufficiale (?) e non negoziabile di un “ritorno naturale” dagli Appennini. Facendo passare per negazionisti quelli che la pensano contrariamente; mentre negazionisti sono loro. I nuovi ambiental-animalisti che alla difesa della NATURA VERA preferiscono quella degli animali tout court!

Murialdo, 18 Dicembre 2017

Franco Zunino
Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness

Di Pietro: Prosegue l'impegno per il Piano Faunistico Venatorio

Prosegue l’impegno per l’attuazione del Piano Faunistico Venatorio Regionale 2016-2020 approvato con delibera di consiglio n. 359 del 29/11/2016. La struttura tecnica dell’Ufficio gestione attività venatorie della Regione Molise, rende noto il Consigliere regionale delegato alla caccia, Cristiano Di Pietro, ha provveduto all’istituzione delle Zone di Ripopolamento e Cattura n. 13 Tavenna e n.11 San Biase.
Contestualmente all’istituzione delle predette zone si è proceduto alla restituzione all’attività venatoria delle Zone di Ripopolamento e Cattura di Montecilfone e Limosano.
Le suddette modifiche sono state poste in essere mediante apposizione o rimozione della tabellazione prevista dalla normativa vigente.
Pertanto, a partire dal 16 dicembre c.a, sarà possibile esercitare l’attività venatoria, secondo quanto previsto dalla normativa e dal calendario venatorio vigenti, nelle aree sulle quali insistevano le Z.R.C. di Montecilfone e Limosano, attualmente restituite all’attività venatoria.
“Nell’occasione - commenta il consigliere Di Pietro - mi preme ringraziare nuovamente la struttura regionale per l’ottimo lavoro che sta svolgendo al fine di adeguare, nel minor tempo possibile il territorio a quanto previsto dal nuovo PFVR”.

Il Consigliere Regionale
Cristiano Di Pietro
Delega Caccia

Arci Caccia: Concluso il Congresso di Grosseto

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Si è concluso venerdì il Congresso Provinciale di Grosseto. Un’assemblea molto partecipata ha eletto Renzo Settembrini Presidente Provinciale.

Il nuovo Consiglio Direttivo Provinciale votato all’unanimità dall’Assemblea dei delegati, sarà composto dai compagni: Marco Galli, Boris Cerofolini, Fabio Marini, Silvano Brogioni, Giuliano Nenci, Gabriele Brilli, Renzo Panichi, Piero Angiolini, Cristian Benelli, Davide Cinelli, Antonello Chelini, Luca Mai, Paolo Piro, Roberto Zamperini, Loredano D’Alessandro, Massimiliano Terrosi, Stefano Mariotti, Luciano Cocolli, Pierino Galgani, Renzo Settembrini, Claudio Piccioni, Giuliano Masetti, Roberto Panfi, Carlo Ballerini, Gianni Galli, Marcello Chechi, Lorenzo Perugini, Manuele Falchi, Alessio Bruni, Fabrizio Buiarelli.

Il Collegio dei Revisori sarà composto da: Roberta Passalacqua, Leonardo Toninelli e Moreno Piccioni.

Nel Collegio dei Garanti sono stati eletti: Fosco Crocini, Leonello Bartolini e Manuel Marini.

Il nuovo Direttivo Provinciale ha provveduto a nominare i delegati al Congresso Regionale e ad eleggere la presidenza provinciale: Presidente Provinciale è stato eletto Renzo Settembrini, Vice Presidente Giuliano Nenci, Segretario Claudio Piccioni. Gli altri membri della presidenza sono Fabio Marini, Giuliano Masetti, Roberto Panfi e Silvano Brogioni.

FEDERCACCIA TOSCANA: FESTA GRANDE PER LA NUOVA SEDE

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Una nuova sede per dare un segnale chiaro ed inequivocabile di vitalità e di fiducia nel futuro: è questo il significato che la Federcaccia Toscana ha voluto attribuire alla propria scelta. Non un semplice cambio di indirizzo dunque, dettato da meri motivi di opportunità o convenienza, ma un passaggio importante del progetto di costruzione della casa comune dei cacciatori toscani.

Una festa iniziata con la celebrazione dell’Assemblea della Confederazione cacciatori Toscani e proseguita poi con la benedizione della sede e le prolusioni del presidente regionale Moreno Periccioli, dell’assessore regionale Marco Remaschi, dello storico Zeffiro Ciuffoletti, autore della “Storia dell’associazionismo venatorio in Italia”, a tutt’oggi l’unica opera scientifica sull’argomento e conclusa dal presidente nazionale di Federcaccia, Gian Luca Dall’Olio.

Moreno Periccioli ha iniziato il proprio intervento con un ricordo commosso di Massimo Cocchi, il dirigente recentemente scomparso. rammentando come “ questa nostra nuova sede è parte del lavoro di Massimo: con lui – ha detto Periccioli – abbiamo pensato e concretizzato questa scelta, importante non solo per la nostra vita associativa”. Centrale il tema delle prospettive: “Dobbiamo interrogarci su alcuni temi: il modello di gestione degli ATC è superato dai fatti, come superata è la cultura che ne determinò la nascita; un nuovo protagonismo di gestione responsabile di società di cacciatori ed agricoltori può essere una ricetta. Il calendario venatorio, il prelievo sostenibile, la conservazione della specie, la tutela della biodiversità, non possono stare immote nelle tavole della legge, ma debbono essere dettate da scienza e conoscenza”.

Una riflessione ed una progettualità che postula con forza l’unità del mondo venatorio: “Non un tentativo di recuperare e ricomporre antichi dissidi in famiglia, ma quello più esaltante di sentirsi tutti egualmente protagonisti di un progetto per il futuro della nostra comune passione, con l’ambizione di tramandare alle prossime generazioni lo straordinario lascito che abbiamo avuto in eredità dalla storia dell’umanità”.

Del riconoscimento del ruolo dei cacciatori e del rilievo del progetto unitario della CCT ha parlato l’assessore regionale Marco Remaschi che ha riconosciuto la necessità di ripensare l’esperienza toscana e di rilanciare il confronto. Infine il presidente nazionale Gian Luca Dall’Olio ha fatto propri gli stimoli e le sollecitazioni del professor Zeffiro Ciufforetti, accogliendo il suggerimento di costituzione di un think tank per restituire respiro strategico alla riflessione sul futuro della caccia nel nostro Paese.

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