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Padova: al Quagliodromo di Monselice una seduta di monitoraggio sulle parassitosi del cane

federcaccia

Nei giorni 14 e 15 maggio scorsi il campo addestramento cani istituito da Federcaccia sito in Comune di Sant’Elena (PD), grazie all’attivo interessamento del Sig. Franco Pierantoni, Presidente Federcaccia della sezione di Monselice e del permesso concesso dal Direttore del campo nonché Presidente di Federcaccia Provinciale, dott. Riccardo Masin, ha potuto ospitare una tappa delle attività di monitoraggio svolte dai gruppi di ricerca di Parassitologia e malattie parassitarie del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo e del Dipartimento di Medicina Animale, Produzione e Salute (MAPS) dell’Università degli Studi di Padova.

Il monitoraggio si inserisce all’interno di diversi progetti di ricerca condotti a livello nazionale atti a valutare la presenza di parassiti intestinali e respiratori che vengono eliminati tramite feci del cane, e parassiti cardio-respiratori (come per esempio filaria) le cui larve sono rilevabili nel sangue. Il fine ultimo di questa ricerca è quello di effettuare un monitoraggio epidemiologico delle principali parassitosi canine presenti in Italia, e quindi per avere un quadro aggiornato della loro diffusione.

I dati generati saranno quindi utili per poter approntare al meglio i piani di prevenzione come, ad esempio, per quanto avviene nei confronti della filariosi cardiopolmonare in pianura Padana. Inoltre, alcune delle parassitosi oggetto di indagine (come ad esempio la filariosi cardio-polmonare e la filariosi sottocutanea) possono interessare anche l’uomo. Ciononostante, bisogna ricordare che l’uomo non contrae queste malattie direttamente dal cane.

I dubbi dei vertici di Federcaccia erano molti, in quanto alta era l’aspettativa di una partecipazione che fosse almeno soddisfacente, anche perché non era stato possibile dare molta pubblicità all’evento. La realtà invece, ha superato le più rosee previsioni, molti cacciatori-cinofili si sono presentati davanti ai ricercatori delle due Università con il sacchetto delle feci del proprio ausiliare, aspettando a volte pazientemente il proprio turno, rivolgendo nel frattempo molte domande relative all’attività in essere, in quanto incuriositi.

Dalle risposte date circa l’attività di prevenzione nei confronti delle principali parassitosi, è risultato evidente che la maggior parte sottopone i propri ausiliari a trattamenti usando metodologie e prodotti adeguati, segno che per la stragrande maggioranza dei cacciatori il cane non è più trattato alla stregua di un utensile che quando si rompe viene sostituito, ma che viene considerato un vero e proprio amico di avventura, sfatando certi preconcetti che ancora oggi risiedono in certe lobbies animaliste.

Personalmente mi ha fatto molto piacere vedere l’atteggiamento di ringraziamento di diversi cacciatori nei confronti dei ricercatori dell’Università.

Al termine delle due giornate sono stati raccolti i campioni di 42 soggetti che saranno utilissimi a stilare delle statistiche significative una volta eseguite le analisi dei campioni di feci e sangue prelevati.

Successivamente sono stati comunicati ai proprietari gli esiti degli esami di ciascun cane, in modo che, in caso di positività, questi possano riferirsi al proprio veterinario curante al fine di poter impostare un adeguato piano terapeutico e di prevenzione.

Volevo infine ringraziare anzitutto i due gruppi di ricerca universitari che hanno messo a disposizione la loro professionalità, i vertici di Federcaccia, specificatamente nelle persone dei Presidenti Franco Pierantoni e Riccardo Masin, senza i quali questa esperienza non si sarebbe potuto svolgere ma, soprattutto, i cacciatori che hanno aderito a questa iniziativa, dimostrando che il Campo Addestramento di Sant’Elena ha le potenzialità per diventare un luogo di ritrovo dove potersi arricchire culturalmente dal punto di vista venatorio-cinofilo. (Giorgio Ziron)

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