EMENDAMENTO “VALICHI MONTANI” DdL MONTAGNA
- Scritto da Redazione
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È noto che il Tar Lombardia aveva emesso, a seguito di un ricorso di una associazione anticaccia, una sentenza con cui si vietava ogni forma di caccia in 475 valichi, scelta unica in Italia, per altro normativa non prevista da alcuna direttiva europea.
Arci Caccia Lombardia, conscia delle abnormi conseguenze di questa sentenza, ha da subito deciso di difendere i diritti di tutti i cacciatori lombardi attraverso la partecipazione, con altre associazioni venatorie, ad un’azione legale “ad opponendum” sia in sede Tar che successivamente al Consiglio di Stato.
Giovedì scorso la Camera dei Deputati ha approvato l’emendamento in merito a disposizioni in materia di valichi montani, inserito nel DdL Montagna.
Il testo propone una corretta definizione di valico, e le caratteristiche necessarie per valutare e quantificare il flusso delle rotte migratorie degli uccelli, puntualizzando e meglio specificando quanto genericamente previsto dalla legge quadro 157/92.
Tutto questo non sarebbe stato necessario se in vent’anni Ispra e Regione Lombardia avessero svolto studi specifici per individuare i “colli di bottiglia” attraverso cui transitano consistenti flussi migratori.
Questo provvedimento, una volta approvato il DdL Montagna, consentirà attraverso un apposito atto degli uffici Regionali, ed in via transitoria per la stagione venatoria 2025-2026, di mantenere il divieto di caccia sui 23 valichi identificati da Regione Lombardia per la stagione venatoria 2023-2024. Successivamente, come riportato nel testo dell’emendamento, “con decreto del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, di concerto con il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, adottato entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sentiti l’ISPRA e il Comitato tecnico faunistico-venatorio nazionale, sono istituite, ove non già esistenti, zone di protezione speciale nelle quali l’attività venatoria è consentita nei limiti e alle condizioni stabiliti dalle regioni.”
Arci Caccia Lombardia è stata favorevole all’inserimento di questo emendamento che avrebbe consentito in tempi rapidi di trovare una soluzione percorribile per migliaia di cacciatori colpiti da un provvedimento minato da relazioni tecniche per nulla scientifiche ed esclusivamente penalizzanti per l’attività venatoria.