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Luca Gironi

Luca Gironi

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La Cabina di Regia incontra la Lega

 

Autorevoli esponenti della Lega (Sen. Bonfrisco, Sen. Briziarelli, On. Guidesi, On. Tonelli, On. Castiello) hanno incontrato le Associazioni aderenti alla Cabina di regia del mondo venatorio. Confermato l’impegno a favore del comparto e la volontà di intervenire sul d.lgs di attuazione della Direttiva armi.

“Riteniamo fondamentale che il mondo venatorio si presenti e parli in modo compatto e con una voce sola. Prima di tutto plaudiamo quindi alla vostra iniziativa di riunirvi in una Cabina di regia unitaria e, oggi più che mai, riteniamo che nella nostra azione parlamentare sarà fondamentale la vostra esperienza su temi quale caccia, ruralità, tutela ambientale e gestione del territorio. La Lega ha sempre sostenuto le posizioni del settore e potrà in questo modo continuare a farlo ancora più e meglio”. Così ha commentato l’On. Guido Guidesi, dando il benvenuto ai rappresentanti della Cabina di regia (ANLC, ANUUMigratoristi, ARCICACCIA, ENALCACCIA, EPS, ITALCACCIA, FEDERCACCIA e CNCN) che si sono incontrati con lui e gli altri onorevoli del suo partito a Roma.

Nel corso del colloquio i parlamentari della Lega, accompagnati dall’esperto Germano Dottori, hanno ascoltato con attenzione gli interventi delle Associazioni presenti, che hanno richiamato gli impegni presi attraverso la sottoscrizione del Manifesto presentato prima delle elezioni del 4 marzo scorso a favore del territorio, dell’ambiente e della ruralità.

Il Sen. Luca Briziarelli ha posto in particolare l’attenzione sulla necessità di invertire dal punto di vista culturale la tendenza della società a disinteressarsi e conseguentemente avere una scarsa conoscenza del ruolo svolto – che va ben oltre l’aspetto ludico ricreativo – dal mondo venatorio, in modo tale da correggere positivamente la percezione che ne ha l’opinione pubblica, sottolineando il bisogno di investire sempre più nel campo della comunicazione per raggiungere tale obiettivo.

La Sen. Anna Cinzia Bonfrisco e l’On. Guido Guidesi inoltre, si sono soffermati sulla necessità di modificare il dlgs di attuazione della Direttiva armi recentemente approvato dal Governo uscente, ribadendo che il recepimento nazionale non dovrà essere peggiorativo rispetto al testo comunitario. In particolare il mondo venatorio ha chiesto di trattare con la massima attenzione, nelle commissioni deputate, la questione della custodia, che sia certa, univoca su tutto il territorio nazionale e non a discrezione dei locali presidi di Ps; di ponderare e verificare le conseguenze della dichiarazione sostitutiva di resa informazione ai conviventi in merito all’acquisto di armi e, non ultimo, l’annoso problema della mancata concessione del porto d’armi ex art 43 Tulps, malgrado la sopravvenuta riabilitazione e magari dopo decenni di regolari rinnovi.

Continua quindi con costanza e convinzione l’attuazione concreta dell’impegno delle associazioni riunite nella Cabina di Regia di mantenere attivo e costante il dialogo col mondo politico e istituzionale italiano, per sensibilizzarlo sui temi più importanti e sulla realtà venatoria, gestionale ed industriale del comparto nel panorama del nostro Paese.

L'ATC Firenze 4 chiude i battenti. Arci Caccia e ANLC chiedono spiegazioni

ARCI Caccia e ANLC Firenze

ATC 4 Firenze Nord-Prato: La “caccia” continua …

 

L’ARCI Caccia e l’ANLC di Firenze comunicano che in queste ore risultano chiusi gli Uffici dell’ATC n° 4 Firenze Nord-Prato di Viale Kennedy 182 Loc. Pianvallico a Scarperia.

L’ARCI Caccia e la ANLC in attesa dei chiarimenti necessari e del ripristino dell’attività ordinaria restano a disposizione dei cacciatori per le informazioni e l’assistenza utile alla preparazione della prossima stagione venatoria.

Lazio: i cacciatori scrivono alla Regione

 

“Apprendiamo da notizie sui media e dai social network che un’esponente d’opposizione in consiglio regionale, nella fattispecie l’ex candidata Presidente della Regione, tale Roberta Lombardi del Movimento 5 Stelle, starebbe ricevendo messaggi da cittadini del Lazio “giustamente preoccupati”, si legge testualmente, “per l’approssimarsi della stagione di caccia”. La signora in questione annuncia l’intenzione di abolire la preapertura e la prima decade di febbraio, oltre a varie amenità da dilettante allo sbaraglio della gestione faunistico-ambientale. Senza voler entrare nel merito dei vaneggiamenti ideologici e schizofrenici di chi appartiene a un soggetto politico che, nel Lazio, è alleato del Partito animalista europeo, salvo poi provare a governare a Roma con la Lega di Salvini, da sempre favorevole alla nostra passione, cogliamo in questa sede l’occasione dell’approssimarsi del nostro incontro in Regione di martedì 15 p.v., in occasione del comitato tecnico faunistico venatorio regionale con all’ordine del giorno approvazione calendario venatorio 2018-19, per puntualizzare quanto segue:

Negli ultimi anni la giunta Zingaretti si è contraddistinta per l’indiscutibile equilibrio e imparzialità nei confronti dei portatori di interesse in materia di ambiente e territorio: mondo agricolo, mondo venatorio e ambientalista;
Da questa politica equilibrata, scevra da inquinamenti ideologici personali, è scaturito un calendario venatorio che ha saputo conciliare le diverse sensibilità dei succitati portatori di interesse. Prova di ciò è il fatto che, contravvenendo alla sua triste tradizione, nelle ultime due stagioni il calendario venatorio del Lazio non ha subito ricorsi al Tar;
Con fatica, ma grazie alla disponibilità e al buonsenso degli amministratori e ai dati scientifici prodotti, nel tempo, proprio dalle associazioni venatorie, siamo giunti a garantire ai cacciatori di questa regione un livello di dignità quasi equivalente a quello dei colleghi delle regioni confinanti: la preapertura, la caccia ai turdidi e alla beccaccia anche durante il mese di gennaio, una sinergia fattiva con il mondo agricolo per la salvaguardia delle colture di pregio e altro ancora;
Senza dubbio rimane molto da fare, a cominciare da un nuovo Piano faunistico venatorio regionale, strumento indispensabile e obbligatorio per pianificare qualsiasi attività di gestione del territorio e delle sue risorse. Su questo, sì, chiamiamo la Regione Lazio a impegnarsi in maniera concreta per salvaguardare realmente la fauna e la biodiversità dei nostri territori, certi che anche su questo tema l’amministrazione sarà presente e responsabile”.

FIDC: BRACCONAGGIO. FRA VERITÀ E IDEOLOGIA ANTICACCIA

  • Pubblicato in Notizie

Ancora una volta hanno risalto sui media allarmistiche ricostruzioni di parte sul fenomeno. Se da un lato il prelievo illegale di fauna selvatica esiste e non può essere negato, ma va condannato e combattuto, dall’altro è importante fare chiarezza ed evitare grossolane esagerazioni

 Negli scorsi giorni, agenzie e organi di stampa hanno riproposto i dati delle Associazioni ambientaliste (LIPU e WWF) sull’impatto del bracconaggio attuato sugli uccelli in Italia e in altri 25 Paesi del Mediterraneo. In particolare, per il nostro Paese i dati forniti dalla LIPU indicano un minimo di 3,4 e un massimo di 7,8 milioni di uccelli uccisi o catturati illegalmente all’anno. Dati non recenti, poiché riferiti al periodo luglio 2014-giugno 2015, pubblicati nel 2016 sulla rivista Bird Conservation International (Brochet e coll., 2016).

In questa singolare statistica l’Italia è presentata in compagnia di Paesi quali Malta, Cipro, Egitto e Libano, e sostanzialmente si attribuisce al nostro Paese una situazione amministrativa e di governo fuori controllo sotto il profilo della prevenzione e del contrasto al fenomeno del bracconaggio, anche in rapporto al numero degli abitanti (0,09 esemplari per abitante all’anno).

Va notato, comunque, che al bracconaggio è attribuita una definizione molto ampia, dal commercio internazionale di specie tutelate al prelievo “abusivo” effettuato nel Nord Africa per fini alimentari, dal prelievo illegittimo per fini di tassidermia fino all’abbattimento di esemplari non compresi nei calendari venatori.

Innegabilmente si tratta di un fenomeno importante e in probabile aumento, anche tenendo conto dell’attuale stato di forte riduzione del personale degli Organi di vigilanza preposti (Polizie Provinciali e riorganizzazione subita dall’ex CFS). Tuttavia, occorre fare chiarezza.

In primo luogo, a essere stata riportata è una stima preliminare attuata sulla base dell’opinione di esperti ornitologi contattati da BirdLife International (per l’Italia la LIPU): non si tratta dunque di dati veri e propri.

In secondo luogo, la qualità delle informazioni è definita da questo stesso lavoro come molto variabile, soggetta a notevole incertezza su alcune stime, e connotata da una netta scarsità di dati valutati come attendibili.

Per l’Italia, le specie numericamente più colpite sarebbero il passero, il fringuello (che deterrebbe il record assoluto di prelievi illegali, con una stima tra i 2 e i 3 milioni di esemplari all’anno, ossia circa il 50% di tutti i prelievi contestati), il tordo bottaccio, l’allodola, la pispola (con ben 500.000-900.000 esemplari), il pettirosso, il cardellino, lo storno, il luì piccolo (e questo appare veramente sorprendente), il frosone (100.000-400.000) e il tordo sassello (50.000-300.000).

Cifre del tutto inverosimili, soprattutto nel caso del fringuello e della pispola. E chi sarebbero quei “pazzi” che, a decine di migliaia, si metterebbero a rischiare abitualmente delle sanzioni penali (art. 30, comma h, Legge n. 157/’92), ad esempio, con “ammenda fino a euro 1.549 per chi abbatte, cattura o detiene fringillidi in numero superiore a cinque”? Per prelevare 2-3 milioni di fringuelli e 500-900 mila pispole servirebbero, infatti, moltissime migliaia di persone disposte a rischiare per molte giornate l’anno. E per quale insensata ragione? Tutto questo è francamente impossibile nell’entità dichiarata dalla stima di BirdLife.

Diverso è il caso dell’abbattimento anche solo di pochi esemplari di specie rare. Realtà che, purtroppo, talora risulta essere oggetto di cronaca (una tra tutte l’ibis eremita).

Ma come stanno davvero le cose?

Dal marzo 2017, l’Italia si è dotata di un Piano d’azione per il contrasto alle uccisioni illegali degli Uccelli e, presso il ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, è stato istituito un Tavolo tecnico-operativo per attuare e monitorare il Piano stesso. Da notare la moltitudine di autorità e figure coinvolte: ministero dell’Ambiente, ministero delle Politiche agricole, ministero della Salute, ministero della Giustizia, ministero dell’Interno, ministero dell’Istruzione, tutte le Regioni e le Province autonome, Carabinieri (ex CFS), Autorità di Gestione CITES, INTERPOL, Corpo Forestale Regione Valle d’Aosta, Corpo Forestale Regione Sardegna, Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana - Centro Nazionale di Medicina Veterinaria Forense, ISPRA, Associazioni ambientaliste e venatorie.

Dopo un anno di lavoro di questo Gruppo una sola cosa è chiara: la scarsissima disponibilità di dati oggettivi sul fenomeno del bracconaggio in Italia. Esiste infatti una tabella con i dati relativi a solo 12 Regioni (2015), dalla quale è possibile evincere che 9.796 Agenti hanno redatto 9.306 verbali (0,95 a testa) per ogni tipologia di infrazione presunta, di cui solo il 28,7% si è tradotto in una sanzione amministrativa e il 9,7% in una sanzione penale.

Anche se questi dati, oggettivi, si riferiscono a poco più della metà delle regioni, e non sono direttamente correlati a un preciso numero di uccelli abbattuti o catturati illegalmente, è del tutto evidente che essi (gli unici disponibili ufficialmente in Italia) risultano del tutto incongruenti con le cifre di milioni di uccelli che le stime del citato studio di Brochet vorrebbero assegnare al nostro Paese.

Il contrasto al fenomeno del bracconaggio va ovviamente incrementato, a partire dal ripristino di adeguati livelli di vigilanza, come richiesto anche dalle Associazioni venatorie. Interventi molto decisi occorrono in particolare quando il fenomeno coinvolga specie minacciate o si connoti come un vero e proprio commercio illegale di queste stesse specie (ad esempio, la sottrazione di uova e nidiacei di rapaci destinati alla falconeria nei Paesi Arabi o nel Nord Africa).

In definitiva la nostra valutazione è che bisogna distinguere, nell’ambito del contrasto al bracconaggio, in base all’impatto che lo stesso ha sullo stato di conservazione delle specie; su queste bisogna concentrare gli sforzi e indirizzare nuove risorse in tempi brevi. Diversamente, si rischia di produrre documenti cartacei e di proporre azioni inefficaci nel colpire le situazioni più gravi nel campo della conservazione.

Purtroppo, le recenti campagne allarmistiche promosse dalle Associazioni ambientaliste sembrano avere come reale intento l’obiettivo primario di attaccare non già i bracconieri, bensì la caccia e i cacciatori italiani.

Continuando sulla strada del confronto e delle proposte concrete, auspichiamo e lavoriamo per una presa di posizione nella direzione sopra descritta da parte delle autorità e Istituzioni Italiane.

 

Roma, 15 maggio 2018 – Federazione Italiana della Caccia

La Cabina di Regia incontra la senatrice Bernini

In occasione di Caccia Village la capogruppo FI al Senato Anna Maria Bernini – accompagnata dalla Sen. Modena e dall’On. Polidori – ha incontrato le associazioni aderenti alla Cabina di regia del Mondo venatorio. Attenzione e interesse sinceri per il ruolo e le indicazioni del comparto venatorio.

“I cacciatori sono un forte presidio del territorio di cui sono consapevole, così come del loro insostituibile ruolo di volontariato al servizio della comunità, non solo nelle questioni di gestione faunistica, ma ogni qualvolta si presenti la necessità di operare in campo ambientale. Considero perciò questo incontro con i presidenti delle associazioni nazionali che li rappresentano molto importante e terrò conto dei temi e delle riflessioni emerse”.

Così la senatrice Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato, al termine dell’incontro con la Cabina di regia del mondo venatorio avuto in occasione della sua visita alla manifestazione Caccia Village, accompagnata dalla Senatrice Fiammetta Modena, dall’onorevole Catia Polidori e dall’Assessore di Bastia Filiberto Franchi.

Nel corso dell’incontro, la senatrice Bernini ha ascoltato con attenzione quanto sottoposto dai presenti, intervenendo con competenza ed esprimendo sincero apprezzamento per la volontà delle associazioni nazionali riconosciute di strutturarsi e dare vita a un tavolo di lavoro unitario che come primo passo ha prodotto un Manifesto di intenti che è a favore del territorio dell’ambiente e della ruralità.

Prima di tutto, il mondo venatorio ha chiesto una maggiore attenzione e riconsiderazione della politica nei confronti del ruolo della caccia all’interno del Paese, sottolineando l’immotivata assenza dello Stato sul tema della gestione faunistica che, a differenza degli altri Paesi europei, non investe in alcun modo sulla figura del cacciatore e sulle sue competenze e potenzialità a servizio di tutta la comunità.

Fra gli argomenti specifici più importanti emersi nel colloquio, sono stati poi portati all’attenzione della senatrice: il recentissimo atto del CdM in vista del recepimento della Direttiva Europea Armi affinché il parlamento vigili su eventuali immotivate ulteriori restrizioni rispetto a quanto previsto dalla Direttiva stessa; la necessità di risolvere al più presto le contraddizioni nate dalla sentenza della Corte Costituzionale in merito all’impiego di cacciatori formati in servizi di controllo faunistico; la necessità di una semplificazione burocratica e soprattutto di una indicazione di procedure univoche e valide per tutto il Paese in merito alla procedura delle visite mediche per i rinnovi dei porti d’arma; una maggiore attenzione per le risorse destinate all’Ispra, una revisione della sua strutturazione e un richiamo alla sua tendenza di fornire pareri “politici” e non scientifici.

Su tutti questi temi la senatrice Bernini ha assicurato la massima attenzione personale e del gruppo politico che rappresenta.

Questo incontro è stato l’immediato concretizzarsi dell’impegno delle associazioni riunite nella Cabina di Regia venatoria (ANLC, ANUUMigratoristi, ARCICACCIA, ENALCACCIA, EPS, ITALCACCIA, FEDERCACCIA e il CNCN) di proseguire convintamente la propria opera di sensibilizzazione del mondo politico, ribadita proprio durante una riunione del direttivo avvenuta in occasione della manifestazione umbra.

Nel corso della stessa riunione, i presidenti nazionali hanno anche deciso di procedere nei confronti della Rai rivolgendosi a tutti gli istituti preposti a questa funzione, a partire dall’AgCom e non escludendo la costituenda commissione di vigilanza RAI, per richiamare ancora una volta con fermezza il mondo dell’informazione e in particolare il Servizio pubblico ad un corretto approccio ai temi ambientali e faunistici e alla pratica dell’attività venatoria. Tutto ciò a causa del perdurare, malgrado le rassicurazioni ricevute, di un atteggiamento di parte e ideologicamente schierato nella programmazione delle trasmissioni mandate in onda, dove si ripetono episodi di disinformazione e di aperto attacco alla caccia e ai suoi praticanti, chiedendo azioni riparatrici e spazio nella programmazione futura anche per il mondo venatorio e i suoi rappresentanti.

Prosegue dunque a 360 gradi l’impegno del mondo venatorio per una nuova fase dei rapporti con le Istituzioni a tutti i livelli e con la società.

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