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Luca Gironi

Luca Gironi

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ANLC: I cacciatori chiedono solo due piccoli regali

Visti gli ultimi avvenimenti sulla scena venatoria (e politica) italiana, per queste festività natalizie vorremmo solo due piccoli regali sotto l’albero.

Il primo, lo chiediamo a tutti gli amici dell’associazionismo venatorio che hanno stipulato un patto di ferro (?) con Legambiente, pensando che da questa specie di Santa Alleanza la caccia italiana avrebbe ricevuto concreti vantaggi.
Il regalo consisterebbe in un semplicissimo comunicato, di sole tre righe, in grado di raccontarci cosa ci potremmo aspettare dalla ex presidente di Legambiente, Rossella Muroni, una volta che fosse eletta nelle fila della Cosa Rossa di Pietro Grasso, Liberi e Uguali, insieme ai verdi di Bonelli, agli ecologisti ultraortodossi di Sel e, soprattutto, insieme a quel “signore” di Stefano Apuzzo che ha avuto il buon gusto di commentare così la morte di un suo avversario politico: "L’ex ministro dell’Ambiente Altero Matteoli? Un uomo di merda mort e bbuon! Un ignorante di rara fattura".
Il secondo regalo lo chiediamo, invece, proprio agli amici di Federcaccia e Arcicaccia che, sempre in tre righe, ci dovrebbero spiegare che fine ha fatto la tanto sbandierata “vicinanza” del PD dopo che lo stesso ha pensato bene di ritirare i due emendamenti che modificavano l’art.12 e l’art. 19 della legge 157/92 in merito alla gestione faunistica. Una decisione che, manco a dirlo, è stata accolta con grande soddisfazione da tutto lo schieramento anticaccia.
Chiedere è lecito ma siccome a Babbo Natale non ci crediamo più da un pezzo, è certo che sotto l’albero non ci saranno i due pacchetti per noi.

Roma, 22 dicembre 2017

Il presidente
Paolo Sparvoli

Arci Caccia firma una convenzione con l’Arma dei Carabinieri

  • Pubblicato in Notizie

Il Presidente Nazionale Sergio Sorrentino ha firmato un protocollo di collaborazione con il Comando dei Carabinieri Forestali, protocollo che richiederà all’associazione e ai suoi agenti di vigilanza una stretta collaborazione con i forestali.. La protezione della natura, degli animali e del patrimonio culturale è al centro di una serie di accordi che l’Arma dei Carabinieri sta stringendo con il mondo dell’associazionismo e con altri Enti pubblici. Il variegato universo delle associazioni e del volontariato rappresenta per l’Arma un fondamentale alleato nella mission di tutela ambientale, oltre che un’occasione di confronto. Le associazioni hanno un importante ruolo di “sentinella” in grado di segnalare situazioni di minaccia al territorio, di maltrattamenti di animali e di reati commessi in danno del patrimonio comune.

Si è svolta oggi a Roma presso la Caserma Salvo D’Acquisto”, alla presenza del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette, la presentazione del piano operativo delle convenzioni 2018 organizzata dal Comando Unità Tutela Forestale Ambientale e Agroalimentare Carabinieri (CUTFAA). Il piano definisce le attività da sviluppare congiuntamente e la durata delle iniziative concordate nell’ambito delle convenzioni stipulate con le associazioni rappresentative della cultura ecologista e più in generale della società civile.

Il Comandante UTFAA, Gen. CA Antonio Ricciardi, in rappresentanza dell’Arma, ha proceduto anche alla firma di nuovi protocolli d’intesa con venti associazioni, di varia estrazione, unica Associazione Venatoria l’Arci Caccia Nazionale. Queste le associazioni firmatarie del protocollo: Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici, Associazione “Forum Ambientalista”, “Società Italiana di Geologia Ambientale” (SIGEA), ASSOCIAZIONE “CENTRO PER I DIRITTI DEI CITTADINI” (CODICI) E ASSOCIAZIONE “CODICIAMBIENTE”, ASSOCIAZIONE “ACCADEMIA KRONOS”, ASSOCIAZIONE “MAREVIVO”, ASSOCIAZIONE “EARTH”, ASSOCIAZIONE “GUARDIE AMBIENTALI D’ITALIA”, ASSOCIAZIONE “ANIMALISTI ITALIANI”, ASSOCIAZIONE PER LA RICERCA, LA DIVULGAZIONE E L’EDUCAZIONE AMBIENTALE (ARDEA), FEDERAZIONE ITALIANA DOTTORI IN AGRARIA E FORESTALI (FIDAF), ASSOCIAZIONE “GUARDIA RURALE AUSILIARIA”, ASSOCIAZIONE “HORTUS HERNICUS”, ASSOCIAZIONE VENATORIA NAZIONALE “ARCI CACCIA”, PAESAGGIO CULTURALE ITALIANO S.R.L. PER “I PARCHI LETTERARI ITALIANI”, ASSOCIAZIONE “AGRIAMBIENTE”, FEDERAZIONE APICOLTORI ITALIANI (FAI), ASSOCIAZIONE “EKOCLUB”, ASSOCIAZIONE “COMMITTEE AGAINST BIRD SLAUGHTER” (CABS), ASSOCIAZIONE ITALIANA DELLE BIOPLASTICHE E DEI MATERIALI BIODEGRADABILI E COMPOSTABILI (ASSOBIOPLASTICHE).

L’incontro di oggi segue gli “Stati Generali” delle associazioni convenzionate con l’Arma dei Carabinieri che si è svolto lo scorso novembre e rientra un’intensa attività di relazioni e confronto con la società civile. A questo scopo presso il CUTFAA è stato istituito il Centro per lo Sviluppo delle Convenzioni proprio per seguire e incrementare questo tipo di collaborazione.

RITIRO DEGLI EMENDAMENTI ALLA 157/92: ANCHE IL CNCN PRENDE POSIZIONE

 

La gestione della fauna selvatica continua ad essere oggetto di conflitti dannosi alimentati da pregiudizi ideologici di stampo animalista. L’ultimo esempio di tale strategia cieca e controproducente, a cui abbiamo assistito con rammarico in queste ore, riguarda il ritiro di due emendamenti, peraltro già ritenuti ammissibili, alla legge di bilancio attualmente in discussione in Parlamento.

Tali emendamenti miravano alla modifica degli articoli 12 e 19 della legge 157/92 al fine di trovare delle soluzioni concertate ai conflitti esistenti in merito alla gestione della fauna selvatica e del territorio nonché a contenere gli ingenti danni all’agricoltura (economici, igienici e di sicurezza), più volte denunciati dal mondo agricolo e che recentemente sono stati quantificati con un importo superiore ai 100 milioni di euro annui.

A nostro avviso, il metodo che si voleva fare passare era quello corretto. Esso, infatti, consiste in una gestione territoriale ad opera degli enti preposti, nella quale i cacciatori rappresentano una risorsa che gratuitamente può essere chiamata a svolgere un ruolo significativo per ridurre i conflitti sociali e trasformarli in soluzioni concrete ai problemi che affliggono molti territori italiani, in particolare per il contenimento dei danni all’agricoltura. Tra questi è doveroso citare l’incessante crescita degli ungulati e di altre specie selvatiche che sempre più frequentemente abbandonano i boschi per avvicinarsi, alla continua ricerca di cibo, a strade e città, causando problemi sempre maggiori in termini di sicurezza.

È inoltre significativo sottolineare come gli emendamenti ritirati proponessero una soluzione già applicata in altri stati europei e in alcune zone del nostro territorio (es. Province Autonome di Trento e Bolzano), dove i cacciatori sono considerati un esempio di eccellenza nella gestione della biodiversità, al costante e gratuito servizio delle istituzioni.

Quello a cui abbiamo assistito rappresenta, purtroppo, uno svilimento di importanti proposte di modifica sulla gestione faunistica, fatta in modo razionale e scientifico ed in linea con le migliori esperienze europee, a tutto vantaggio, invece, di un approccio ideologico, in questo momento asservito anche a logiche elettorali. Tutto questo livore non fa che continuare ad alimentare quel conflitto sociale che la proposta di modifica voleva contribuire a superare.

Ci auguriamo, quindi, che la deriva animalista non porti l’Italia a privarsi di corrette norme sulla gestione faunistica, oramai non più procrastinabili.

PRETENDERE UNA LEGGE SULLA GESTIONE FAUNISTICA BASATA SUI FATTI E DEGNA DI UN PAESE EUROPEO NON È CACCIA SELVAGGIA

Con le elezioni 2018 in Italia tornano a parlare i Verdi. La cosa che più tristemente ci rammarica è che i partiti diano ascolto a voci che i cittadini hanno più volte bocciato in passato, relegandoli in percentuali dello “0,..” perché mai hanno creduto a partiti monotematici, basati solo sull’ideologia, la creazione di problematiche inesistenti e la falsificazione della realtà. Anche in questa occasione, spingendo per il ritiro di un emendamento di riforma alla legge sulla caccia 157/92, di fronte a una esigenza di pubblica sicurezza e del mondo agricolo in difficoltà per un sempre più evidente squilibrio faunistico e di fronte alla necessità di un aggiornamento della normativa per meglio contrastare il fenomeno del proliferare di specie dannose, i Verdi gioiscono dell’incapacità del Governo di affrontare il problema.

Speriamo che gli italiani di nuovo non si facciano coinvolgere da partiti e personaggi il cui unico vero interesse non è l’ambiente, ma salvare la propria specie.

Definire la modifica degli articoli 12 e 19 della 157/92 un emendamento finalizzato ad autorizzare abbattimenti senza limiti, addirittura “caccia selvaggia”, tale da privare l’attività venatoria di ogni regolamentazione significa voler distorcere la realtà e confondere esigenze di interesse pubblico generale con preconcetti di dubbia onestà intellettuale solo per aspirare a demagogici consensi politici.

L’esuberante crescita di ungulati e altre specie che ormai sono arrivati a passeggiare per le vie centrali di paesi e città, a partire dalla Capitale, ha posto e pone in pericolo la sicurezza di tutti, rappresentando un gravissimo rischio per persone – ultimo esempio, tragico, la morte di un bambino di 4 anni in provincia di Arezzo a causa di un capriolo – e cose, provocando danni che, solo nell’ultimo anno, sono stati stimati in oltre 100 milioni di Euro. Non si tratta dunque solo di una questione di (insostenibili) risarcimenti danni e indennizzi per le (depauperate) casse pubbliche, ma di un vero e proprio flagello, di cui gli agricoltori per primi pagano il conto.

Lo stesso Corpo Forestale dello Stato, oggi confluito nell’Arma dei Carabinieri – Nucleo Ambientale già nel 2015 aveva lanciato un allarme lamentando la carenza di una effettiva cognizione e presa d’atto della reale dimensione del fenomeno e dei rischi del suo esponenziale espandersi.

Solo i Verdi, dunque, e quei partiti che per calcolo elettorale ne appoggiano le idee, cui si vanno a sommare coloro ai quali, per i più diversi interessi, sta bene che le cose restino uguali, vogliono pervicacemente ignorare la realtà – che così come è non può andare bene ed è fonte di tensioni sociali nel Paese – e la necessità di un intervento statale per concedere alle Regioni la possibilità di far fronte efficacemente a questa emergenza anche con facoltà (e non obbligo) di ricorrere all’ausilio di cacciatori previamente formati chiamati a integrare le davvero esigue e sicuramente insufficienti risorse umane ed economiche di cui oggi dispone la P.A.

Interventi di controllo e di attuazione di piani di abbattimento che con l’esercizio venatorio nulla hanno a che spartire rappresentando, infatti, forme straordinarie di interventi di pubblica sicurezza al solo scopo di preservare persone e cose e di evitare danni di cui è praticamente impossibile per i privati ottenere un effettivo risarcimento.

Dunque emendamento di assoluto buon senso finalizzato non già a consentire una “caccia selvaggia” priva di qualsiasi regolamentazione, ma risposta a una realtà che è sotto gli occhi di tutti e che sta assumendo i connotati di una vera situazione emergenziale ignorata solo da chi pregiudizialmente si rifiuta di cogliere le esigenze della collettività e in particolare quelle dell’intero mondo agricolo.

In altri Stati europei il contenimento faunistico è uno strumento utilizzato normalmente per la prevenzione degli incidenti stradali e dei danni all’agricoltura e non causa ideologiche contrapposizioni sociali. Pretendere nell’interesse generale una legge sulla gestione faunistica basata sui fatti e degna di un Paese europeo, dunque, non è “caccia selvaggia”.

Roma, 21 Dicembre 2017 – ANLC, ANUUMigratoristi, ARCI Caccia, Enalcaccia, EPS, Federcaccia, Italcaccia

 

Documenti allegati: Testo dell’emendamento ammesso e successivamente ritirato

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